A distanza di nove giorni dalla morte di Chris Cornell, un’altra icona della musica rock americana viene a mancare: si è spento il 27 maggio Gregg Allman, voce della Allman Brothers Band, di cui faceva parte assieme al fratello Duane (da cui il nome della band). Aveva 69 anni.
I fratelli Duane e Gregg Allman iniziano a suonare assieme nella seconda metà degli anni ’60, quando formano prima gli Escorts e poi gli Allman Joys. Nel 1967, mentre si trovano a St. Louis, vengono scoperti da un produttore discografico che li ingaggia per la sua etichetta discografica, la Liberty: nascono gli Hour Glass, formati dai due fratelli Allman e da altri tre musicisti. Assieme, il quintetto pubblica due album ma senza ottenere particolare successo. Nel 1968, Duane lavora come turnista nei FAME Studios, collaborando con musicisti del calibro di Aretha Franklin e Wilson Pickett, mentre Gregg rimane sotto contratto con la Liberty. L’anno successivo, Duane organizza una jam session fra amici assieme ai batteristi Jay Jaimoe Johannson e Butch Trucks, al chitarrista Dickey Betts, al bassista Berry Oakley e al tastierista Reese Wynams: i sei si trovano fin da subito in sintonia e, dopo più di tre ore di fila passate a suonare, decidono di formare un gruppo insieme. L’unico elemento che manca al gruppo è un cantante, allora Duane convince suo fratello Gregg a unirsi al gruppo in veste di voce principale e di tastierista al posto di Wynams. Nasce così la Allman Brothers Band.
Nel biennio 1969-70, la band pubblica i suoi due primi album in studio: l’omonimo The Allman Brothers Band e Idlewild South. Il connubio di blues, jazz e rock offerto dal gruppo, impreziosito dalla potente sezione ritmica formata da due batterie, dalle due chitarre soliste e dalla voce potente di Gregg Allman, getta le basi per la nascita di quello che sarà definito southern rock. Nel frattempo, il sestetto gira in tour per gli Stati Uniti, dando il meglio di sé dal vivo: con anche il contributo di droghe di varie genere, la band sul palco riesce ad allungare i suoi brani facendoli durare anche più di venti minuti, lanciandosi in lunghe suite strumentali e assoli infuocati. Dato l’incredibile spettacolo che riescono a offrire dal vivo, nel 1971 viene pubblicato At Fillmore East, album live registrato nel corso di tre serate: ad oggi rimane uno dei dischi dal vivo più celebri e meglio riusciti della musica rock.
In questo momento, la Allman Brothers Band si trova all’apice del suo successo, ma, mentre stanno registrando il successivo album Eat a Peach, ecco la tragedia: il 29 ottobre del 1971 Duane Allman muore in un incidente stradale mentre si trova alla guida della sua moto ad appena 25 anni. La notizia devasta i membri del gruppo, soprattutto Gregg, ma ciò non li ferma dal continuare a suonare assieme. L’anno successivo, in circostanze molto simili, anche Berry Oakley viene a mancare. Nel 1973 viene pubblicato Brothers and Sisters, disco decisamente più orientato al country rispetto ai precedenti lavori del gruppo. Da questo momento in poi, la parabola della Allman Brothers Band inizia irreparabilmente a scendere.
Nel 1976, in seguito anche a problemi con la droga, la Allman Brothers Band si scioglie una prima volta, per poi riformarsi l’anno successivo. Nel 1982 i membri del gruppo si separano nuovamente e sette anni dopo si riuniscono nuovamente. Dopo vari cambi di formazione, lo scioglimento definitivo arriva nel 2014. L’ultimo disco registrato in studio è Hittin’ the Note, risalente al 2003.
Già a partire dal 1973, Gregg Allman aveva iniziato a dedicare del tempo anche ad una parallela carriera solista: nel giro di quasi quarant’anni pubblica sette album in studio. I suoi lavori lontani dalla Allman Brothers Band ottengono generalmente un discreto apprezzamento da parte della critica, in particolare i primi, mentre stentano a convincere il pubblico. Nel frattempo, anni e anni di abusi di alcol e droghe iniziano a farsi sentire: dopo un’epatite C diagnosticatagli nel 2007 e un trapianto al fegato avvenuto nel 2010, il musicista americano si spegne il 27 maggio 2017 in seguito a un cancro al fegato. Solo qualche mese prima, il 24 gennaio, era venuto a mancare anche Butch Trucks, batterista della Allman Brothers Band, suicidatosi sparandosi alla testa.
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