Ah, i cartoni animati. Quando penso a loro mi viene subito in mente quel caro vecchio antisemita di zio Walt. I grandi classici Disney sono considerati dei capisaldi della storia del cinema al pari di Citizen Kane o Casablanca (vabbeh magari ho esagerato un po’) e certamente hanno deliziato e fatto sognare generazioni di bambini e adulti.
Senza rievocare tutte le sperimentazioni precinematografiche (per questo c’è il Museo del Cinema di Torino, andateci perché è una figata assurda), i primi cartoni animati risalgono agli inizi del Novecento. Contate che il cinema era stato “inventato” (almeno come lo intendiamo noi) solo una manciata di anni prima, nel 1895, e quindi il tutto aveva ancora carattere di sperimentazione. In parole povere: in quegli anni ci si divertiva a capire cosa fosse sto benedetto cinema, a volte mischiando live action e animazione (la cosiddetta tecnica mista), soffermandosi di più sul come rappresentare piuttosto che su cosa rappresentare. Questa prima fase del cinema è chiamato “cinema delle attrazioni”, in quanto la narrazione non è ancora così importante come lo diventerà in seguito (dagli anni Venti in poi, circa).
La grande espansione l’abbiamo con l’introduzione del sonoro alla fine degli anni Venti (più precisamente il 1927) e manco a dirlo negli Stati Uniti (i fratelli Fleischer, Walt Disney, la Warner Bros., ecc…). I personaggi diventano delle star in tutto e per tutto, anche grazie all’opera di merchandising messa in atto. Insomma, il corto e lungometraggio animato è considerato dignitoso al pari del cinema tradizionale, con il vantaggio di riuscire a conquistare una fetta più vasta di pubblico, in termini di eterogeneità. Conta poi il fatto che la Disney si era dotata ben presto di una scuola interna, che omogeneizzasse lo stile dei suoi cartoni rendendoli subito riconoscibili (ancora oggi siamo in grado di distinguere un personaggio della Disney da un altro), inoltre la continua sperimentazione e la ricerca della perfezione formale e narrativa hanno portato, nel 1937, a quel grande successo che è stato Biancaneve e i sette nani.
Tutto questo è molto bello. Però c’è un però…
Avete notato che i cartoni di quel periodo (dagli anni Venti agli anni Trenta circa) sono dannatamente inquietanti?
Non so se sia per via di quei loro occhietti vacui o delle espressioni perennemente felici e gioiose che mettono strizza anche involontariamente…
A volte la sensazione di inquietudine e paura è volutamente cercata, perché come dicevo prima il messaggio trasmesso dai cartoni animati era in grado di arrivare molte persone, assumendo quindi un tono che potremmo anche definire ammonitore, visto che comunque nella società dell’epoca (soprattutto quella americana) vigeva un codice di moralità e condotta diverso (pensiamo ad esempio al proibizionismo).
Vi propongo quindi una selezione di alcuni dei più famosi cartoni dell’epoca, alcuni più palesemente “paurosi”, altri solo vagamente creepy. Alla fine il risultato però è lo stesso: ti alzi dalla sedia con uno strano magone, consapevole del fatto che una cosa che dovrebbe rassicurare e divertire come un cartone animato può assumere tratti ben poco piacevoli… Com’è successo con Dolan, in fin dei conti.
Cominciamo con un corto delle Silly Symphonies del 1929 (Disney). Questi cortometraggi erano caratterizzati da una certa ricerca sperimentale, sia sul piano visivo che su quello sonoro (e noi sappiamo che qualsiasi cosa abbia carattere sperimentale ci fa un po’ paura, perché non sappiamo dove vuole andare a parare).
Questo invece è un corto di Mickey Mouse, sempre del ’29.
I tre corti che seguono invece sono di Betty Boop, dei fratelli Fleischer, con “special guest” Cab Calloway, le cui mosse sono riprese attraverso la tecnica del rotoscope da alcuni personaggi.
Vi risparmio poi varie scene creepy tratte dai classici Disney, che sicuramente conoscete meglio di me, come la sequenza della foresta in Biancaneve, gli elefanti rosa di Dumbo, La sagra della primavera in Fantasia (che mi fa paurissima), e molte altre… Ma stiamo già andando in là con gli anni.
Concludo con una delle creepypasta più famose, e arrivati a questo punto non è un caso che il protagonista sia proprio il caro vecchio Mickey Mouse.
25 Dicembre 2016
18 Dicembre 2016
20 Novembre 2016
20 Settembre 2016
26 Agosto 2016
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.