Lifeline è una serie di videogiochi mobile sviluppati da Three Minute Games. Per parlarne potremmo scomodare Burke e il perturbante, il macabro, il gotico con il suo bacino di raccolta delle paure culturali da inserire tra le righe di ogni storia o tutte le teorie sullo storytelling che hanno bombardato l’etere nell’ultimo periodo, ma partiamo dall’inizio.
Da non poco tempo ormai i videogiochi hanno fatto porto alla spiaggia della cinematografia (e al suo essere intrinsecamente narrativa): Heavy Rain e Beyond: Two Souls, per citarne alcuni, o, in versioni immensamente più economiche, con l’esplosione del genere visual novel e cugini. É un fatto strano che tali generi siano arrivati solo più tardi sui vari dispositivi mobili, smartphone o tablet che siano, dato che per loro stessa natura si prestano ad un gioco tranquillo, lento e stoppabile in ogni momento. Comunque eccoli qui, e son più belli che mai: sono libri e sono giochi, eppure rompono i canoni di entrambi.
Sette sono, per ora, i Lifeline, sette capitoli, sette storie staccate l’una dall’altra (più un sequel, in arrivo), tutte con lo stesso impianto: il protagonista viene messo in comunicazione con il giocatore. Attraverso questo scambio saremo in grado di dirigere le azioni del personaggio, aiutandolo ad arrivare in fondo alla storia. Per esempio: il primo capitolo racconta di un’astronave che si schianta su un pianeta sconosciuto, l’unico superstite, con la sua radiolina, riuscirà ad agganciare la nostra frequenza e a comunicare con noi, a questo punto dovremo aiutarlo a sopravvivere, consigliarlo su dove andare, cosa prendere, cosa fare. Le storie sono molto diverse l’una dall’altra, oltre al non essere collegate: ci sarà un detective e un oscuro caso da risolvere, un tizio sperduto in una landa congelata e un’eroina in cerca di vendetta. Anche i generi cambiano, passando dalla fantascienza al fantasy, dal noir al realistico.
La componente innovativa di Lifeline è lo spostare il soggetto. Di solito, nei videogiochi classici, siamo chiamati ad impersonare qualcuno o a vivere le vicende attraverso il nostro avatar, o più semplicemente controllarlo, in Lifeline la componente di controllo è mimetizzata: quando nella storia si apre il conflitto siamo chiamati, quasi, a dare consiglio al personaggio, anche se di fatto si tratta di controllarlo; ma soprattutto non siamo noi i protagonisti. Il giocatore è più un osservatore impotente, lontano dal luogo dell’azione, che butta un occhio sulla tempesta da dietro una finestra, al caldo, al sicuro. Lo storytelling di questi giochi lavora molto bene sul farci dimenticare di avere, effettivamente, il potere. Lavora egregiamente sugli eventi ma soprattutto sul personaggio con il quale siamo costantemente in contatto. I tratti psicologici sono ben delineati e cambiano da storia a storia, i personaggi sono credibili e devono esserlo dato che Lifeline si fonda sul presupposto puro e semplice della comunicazione tra due persone. Certo, il fatto che l’intera serie di eventi venga raccontata attraverso gli occhi di qualcuno che non è il narratore e attraverso il discorso diretto, a volte, tende a pateticizzare e assottigliare la personalità che abbiamo di fronte, rendendo, alla lunga, le descrizioni di luoghi o eventi inverosimili all’interno dello scambio comunicativo; è dopotutto una tendenza quasi inevitabile ed intrinseca alla struttura del gioco.
Nonostante questo l’intreccio è assolutamente coinvolgente e ben costruito: le scelte che siamo chiamati a prendere, che rosicchiano la morale; i suoi momenti di follia, dove avremo un flusso di coscienza isterico e sconnesso, e quelli di pausa, azioni taciute come combattimenti o pericoli improvvisi ci lasceranno con il fiato sospeso. I momenti di pausa, dove entra in campo la natura controversa di questa serie rispetto al suo essere mobile, seppure sia un elemento che serve bene l’impianto narrativo: azioni che richiedono tempo come spostarsi per lunghi tragitti, raccogliere legna o cercare in una pila di immondizia, vengono trattate con verismo, la scritta “Adams è occupato” apparirà ad indicare questi momenti, dove dovremo davvero aspettare che qualcosa si compia. Nonostante si possa sbloccare la modalità veloce una volta terminato il gioco almeno una volta, o essere quantomeno arrivati ad uno dei finali, questa scelta ha i suoi pro e i suoi contro: se da un lato, come già detto, aiuta la struttura narrativa e rende il tutto verosimile, dall’altro forza la longevità del gioco e spezza il suo essere fruibile in qualsiasi momento in modo veloce, prerogativa dei mobile.
Ogni capitolo della serie ha la propria soundtrack, ma si vede fin da subito che gli sviluppatori hanno voluto calcare sul versante della trama. Le musiche, anzi LA musica, un’unica track per capitolo della durata di 28 minuti circa, sono un complemento di arredo, sono abbastanza basiche e non cambiano in base alla situazione, che sia calma o concitata, perché dopotutto dobbiamo focalizzarci solo sulle parole. Questo, però, semplifica un po’ troppo alcuni momenti e ne smorza altri, ma in fin dei conti la musica in sottofondo è utile tanto quanto lo sarebbe se stessimo leggendo un libro. Anche l’interfaccia è molto semplificata: appariranno delle box, come in un chat, con il messaggio del personaggio. Lo stile sarà in linea con il genere, dal comunicatore ultra tecnologico alle pagine di un libro; un altro tipo di box apparirà quando saremo noi a parlare, dandoci sempre due opzioni quando si pone un dilemma o una scelta.
Lifeline è una rivoluzione nel campo del mobile e una semi-rivoluzione in quella dello storytelling in ambito videoludico. A volte avrete davvero l’impressione di parlare con qualcuno – un uomo, sfortunato, prossimo alla morte, bloccato in una tormenta di neve o inchiodato su un pianeta sconosciuto – dandovi la profonda illusione che abbia davvero bisogno di voi e del vostro aiuto. Il gioco offre anche l’opzione Apple Watch, per avere sempre sott’occhio la situazione del vostro caro amico. Insomma: molto consigliato per gli amanti del genere e per chi divora libri e racconti, tenendo presente che per ora solo uno dei 7 capitoli di Lifeline è presente in lingua italiana.
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