Questo ormai quasi concluso 2016 ha regalato ottimi titoli per quanto riguarda il genere FPS: DOOM ha fatto la sua ricomparsa dopo più di 10 anni, Overwatch è stato rilasciato in pompa magna, DICE ha fatto uscire l’ennesimo Battlefield; una buona dose di titoli con cui divertirsi per molte e molte ore. Certo, non tutti gli FPS usciti quest’anno meritano di essere giocati e in questa sede andremo a vedere quali sono stati i 5 migliori sparatutto usciti nel 2016.
Shadow Warrior 2 è il seguito di Shadow Warrior (uscito nel 2013), reboot dello sparatutto targato 3D Realms ed uscito nel lontano 1997. Il seguito prende tutto quello che c’era di buono nel reboot e lo amplia: se Shadow Warrior offriva un approccio old-school al genere fps con la presenza di livelli lineari, SW2 presenta ampie zone aperte accessibili tramite una comoda mappa, consultabile prima dell’inizio di ogni missione e tutte generate proceduralmente. I Flying Wild Hog hanno aggiunto persino una parte di loot: ora i nemici dropperanno mod per le armi che varieranno le loro statistiche, cose come danni da fuoco o un aumento della probabilità di causare danni critici. Quindi, cos’è Shadow Warrior 2? Un misto tra un fps e un Action-RPG in prima persona, che prende ciò che c’era di buono del primo capitolo (come ad esempio il superbo melee combat system) e lo migliora, un gioco che passa da livelli infestati di demoni a città cyberpunk senza prendersi mai sul serio. Sangue, armi, ancora sangue e tanta azione adrenalinica. Consigliato.
Dopo circa un anno e mezzo di Early Access su Steam, Killing Floor 2 è stato finalmente rilasciato lo scorso 18 novembre. KF2 è il seguito di Killing Floor, uscito nel lontano 2009, versione migliorata e standalone della mod per Unreal Tournament 2004. Il gioco Tripwire è un fps co-op a ondate, nel quale i giocatori si troveranno nei panni di diversi personaggi nel bel mezzo di un’apocalisse zombie. 10 sono le classi tra cui è possibile scegliere: si va dal Demolitionist (esperto di esplosivi) al Firebug (il cui compito è dare fuoco a qualsiasi cosa si muova) allo Sharpshooter (il cecchino del gioco, capace di eliminare bersagli da grandi distanze) e tante altre. Ogni classe può essere livellata fino ad un cap di 25 ed ogni cinque livelli si sbloccheranno abilità equipaggiabili (come un aumento della vita, oppure tempi di ricarica delle armi diminuiti) che renderanno ogni classe unica. Ottima anche la selezione di armi: potrete scegliere tra un ampio arsenale di strumenti di distruzione (dalle più comuni spade ad un fucile a microonde per friggere qualsiasi cosa voglia mangiarvi) per nuclearizzare le tonnellate di infetti che vi verranno scagliate contro. A questo aggiungete 12 mappe selezionabili, il M.E.A.T. System (Massive Evisceration And Trauma) che rende i nemici smembrabili in più di venti punti e il supporto alle mod, e preparatevi a passare decine di ore col sorriso sulle labbra mentre intorno a voi tutto si colora di rosso.
Il primo Titanfall era un giochino carino, uscito dalle menti di Respawn Entertainment, che purtroppo morì ancora giovane a causa dell’inesistenza di una campagna single-player e di pochi contenuti multiplayer. Il titolo era un fps nel quale due eserciti si scontravano su campi di battaglia popolati da fanteria tradizionale e meccanizzata, a bordo appunto di titani: grossi mech armati fino ai denti. Divertente, ma presto finito dimenticato. Titanfall 2 aggiunge proprio una campagna in giocatore singolo e affina la sezione multiplayer. La campagna è breve ma si fa ricordare per le magnifiche ambientazioni (quel mix tra sci-fi spinto e giungla aliena che non basta mai), i livelli al chiuso sono invece molto più basilari (fabbrica generica 333, corridoio-in-penombra 542) e soprattutto per il gameplay: ritorna di prepotenza il wall jumping del primo capitolo, che permette di schivare proiettili e muoversi attraverso i vari livelli in modo estremamente rapido. Le sezioni a bordo del mech sono quelle classiche di uno sparatutto ed è stata ampliata anche la disponibilità di gingilli con cui seminare morte e distruzione: da shotgun a fucili d’assalto, da fucili da sniper a granate EMP. Certo, magari una campagna della durata di circa 6 ore e un ottimo comparto multiplayer non valgono 60 Euro pieni, ma ad un prezzo inferiore Titanfall 2 è un’esperienza da provare.
Dopo due anni di attesa dal suo annuncio, la Blizzard è tornata a far parlare di sé con l’uscita di Overwatch, ennesimo frutto dei suoi sforzi. Overwatch è un team based shooter (come Team Fortress 2) nel quale si affrontano due squadre da 6 giocatori ciascuna, caratterizzato da una grafica colorata e un gameplay veloce. Unisce le meccaniche di un fps standard con quelle di un MOBA: ogni eroe è infatti dotato di tre abilità (due standard più una ultimate). Il pool di eroi a disposizione è molto ampio: 24 base più due eroi aggiunti negli ultimi mesi; ognuno è ben caratterizzato, anche se un po’ stereotipato (come ad esempio Generic call of duty guy Soldier 76), e ricoprono diversi ruoli tra chi attacca, chi difende e chi supporta, proprio come in un MOBA. Ottima anche la varietà di mappe: si passa dalla fredda Russia alla mediterranea Gibilterra. Overwatch dà il meglio di sé quando giocato in presenza di un team competente (munitevi di amici): in partita, palese è la superiorità di una squadra ben organizzata e composta da eroi differenti rispetto ad un team assemblato alla bell’e meglio. L’ultima fatica Blizzard non innova il genere ma lo affina riportandolo ai suoi vecchi splendori; certo, delle hitbox migliori non dispiacerebbero.
Ed ora il titolo che tutti stavano aspettando. Sono passati 12 anni dalla sua ultima apparizione, ma quest’anno è tornato più in forma che mai.
Diciamolo, DOOM 3 non era un granché: non aveva molto dello spirito del predecessore, era più cupo e meno fast paced. Il nuovo DOOM targato ID Software ci riporta agli albori del genere fps: pochi fronzoli, tanta sostanza; orde di demoni da eliminare e tanto, tanto sangue. La trama, in breve, è che è stato aperto un portale per l’inferno (di nuovo) su Marte (aridaje) e noi dovremmo recarci nei più oscuri meandri del luogo da cui provengono i simpatici mostriciattoli che stanno mettendo a ferro e fuoco il pianeta, per riportare tutto alla normalità… A suon di cazzotti e shotgun sul muso. Tutto è ottimamente realizzato: le armi sono molte e ben diversificate, il gameplay è veloce e tagliente, la colonna sonora incalza durante gli scontri e il reparto grafico mostra i muscoli (è pure molto ben ottimizzato, per quanto riguarda la versione pc). I livelli ambientati su Marte sono composti da corridoi alternati a stanzoni e spazi aperti molto ben fatti, ma è una volta giunti all’Inferno che il level design dà il meglio di sé, proiettandoci in un incubo di fiamme e desolazione. Buono anche il comparto multiplayer, che rimane sempre fast paced e skill based anche se la scelta di inserire loadout alla Call of Duty farà storcere il naso ai puristi degli arena shooter. DOOM ci riporta indietro al 1995, quando la vita era più semplice e a nessuno fregava niente se nei giochi non c’era la parità dei sessi o si vedevano un paio di tette. Per farla breve, il Re è tornato.
Classe 1992. Sin dalla tenera età di 6 anni affamato videogiocatore. Cresciuto a pane e pc games, solo negli ultimi anni si è dotato di qualche console, rimanendo comunque fedele al suo credo originale.
30 Maggio 2017
29 Aprile 2017
28 Marzo 2017
25 Marzo 2017
18 Marzo 2017
Classe 1992. Sin dalla tenera età di 6 anni affamato videogiocatore. Cresciuto a pane e pc games, solo negli ultimi anni si è dotato di qualche console, rimanendo comunque fedele al suo credo originale.
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