Mie piccole matassine neurofibrillari,
eccoci al nostro consueto appuntamento col mondo della psiche e del cervello.
Quest’oggi mi è venuta voglia di parlarvi degli stereotipi associati al mondo di noi professionisti della salute mentale: ovvero, tutte le cazzate colossali che ci sentiamo affibbiare da parte di coloro che non fanno il nostro lavoro. Non si tratta di una critica alla gente comune (anche io non so esattamente in cosa consista il lavoro di un ingegnere gestionale, ad esempio) ma di un’opera di sensibilizzazione e informazione. No va be’, è che mi sono anche rotto il cazzo di dover spiegare le stesse cose ogni volta e di sentirmi fare sempre le stesse domande quando dico il lavoro che faccio. Quindi, ho stilato per voi un freddo campionario (cit.) di tutto ciò che mi sono sentito dire nella mia pluridecennale e decoratissima carriera e che sempre ha provocato in me potenti facciapalmi contusivi.
Un classico: “ah, sei uno psicologo/psichiatra? Allora devo stare attento a quello che dico perché in questo momento mi starai psicanalizzando! Ah ah ah!”. Questo è un must. Chiunque faccia il mio mestiere ha dovuto sorridere amaramente almeno una volta nella sua vita ad un commento simile reprimendo la voglia di sputare in un occhio al simpaticone di turno. Dunque, PRIMO: psicologo/psichiatra NON equivale ad essere psicoanalista. La psicoanalisi è una delle tecniche di psicoterapia, che richiede anni di formazione, che va ad esplorare l’inconscio, i meccanismi di difesa, il Super Io, blabla gli amici di Freud insomma. E quindi non necessariamente tutti gli psicoqualcosa sono anche psicoanalisti (aggiungerei: per fortuna; ma questa è un’altra storia). SECONDO: ma secondo te, ci siamo appena conosciuti e ti ho appena stretto la mano, ti pare che io possa evincere che siccome avevi la mano fredda e molliccia allora tuo padre era un essere autoritario e violento che ti chiudeva nello sgabuzzino e ti ha reso una checca cacasotto? Ovviamente NO. Se per comprendere appieno i problemi di un paziente ci vogliono mesi di colloqui, ti pare che in mezza conversazione sul treno io sia in grado di fare una diagnosi? Sono uno psicologo, non un fottuto medium.
“ah, sei psico-qualcosa? Ti racconto il sogno di ieri notte [segue racconto dettagliato], secondo te sono pazzo?”. Ma santo dio. Non ti conosco, non sono il tuo terapeuta, ma veramente la gente crede che da un sogno buttato lì a caso io possa dire qual è il suo problema? A parte che NON tutti facciamo uso dell’interpretazione dei sogni –che appartiene all’approccio psicoanalitico di cui sopra- ma anche qualora la utilizzassi, andrebbe contestualizzata all’interno di tutta la storia del paziente, delle sedute svolte finora, di tutte le tematiche già emerse durante gli incontri. Non ha un cazzo di senso analizzare un sogno a caso senza conoscere per bene la persona che te lo racconta.
“Ah, fai lo psicologo? Bello, senti, secondo te, io sto prendendo il prozac, mi farà ingrassare?”. What. Io ci rimango malissimo quando mi rendo conto che anche gente con un certo livello di istruzione non ha ancora capito la differenza tra Psicologo e Psichiatra. Ve lo dico una volta per tutte: lo psichiatra è un laureato in medicina, specializzato in psichiatria, che PUO’ prescrivere farmaci. Lo psicologo è laureato in psicologia e di farmacologia non sa una banana. Spero sia chiara la differenza. Lo PSICOTERAPEUTA invece può essere sia uno psicologo che un medico, che ha intrapreso un’ulteriore specializzazione quadriennale in psicoterapia dopo la laurea magistrale. Sappiate che chi non ha la specializzazione NON PUO’ esercitare la psicoterapia ma può fare solo counseling o colloqui di sostegno. Brotip: se andate da un professionista e volete fare psicoterapia, controllate sempre sul sito dell’albo: a) che sia iscritto, ovviamente; b) che sia abilitato come psicoterapeuta.
“Sono andato dallo psicoterapeuta! Cazzo che ladro, 70 euro all’ora, molto probabilmente gli sto finanziando la villa con piscina”. Amico, lo sai che più della metà di quei soldi se ne va in tasse? Lo sai che per riuscire a sopportarti anche il tuo terapeuta deve a sua volta pagarsi una terapia di supervisione per non finire in burnout? E mi spieghi perché se viene l’idraulico con la terza elementare a ripararti un rubinetto gli sganci senza batter ciglio 50 euro per dieci minuti di lavoro, mentre a un professionista che si è fatto molto probabilmente 10 anni il culo con studi e tirocini non pagati, e che è tuttora in costante aggiornamento con corsi di formazione ti dà fastidio pagarlo? Pensaci la prossima volta che lo tedierai parlandogli di come la tua morosa ti ha innervosito durante l’ultimo weekend in montagna, mentre lui molto probabilmente ha trascorso la sua domenica stendendo relazioni sui suoi pazienti.
“Certo che voi psicologi/psichiatri siete tutti un po’ picchiatelli”. Purtroppo mi tocca ammettere che questa non è del tutto una cagata. Quando mi guardo intorno noto che ben pochi dei miei colleghi sono esenti da pecche personali. La differenza tra noi e voi sta nel fatto che noi ne siamo consapevoli, quindi abbiamo imparato negli anni a convivere con le nostre tare e a saperle gestire (vedi le supervisioni di cui parlavo sopra), mentre se voi vi rivolgete a noi ci sarà pure un motivo.
E per ultimo vi lascio con il top del fastidio: “Senti, ho un problema di [inserire disturbo psichico a caso], mi consigli uno psicologo dalle mie parti?”. Uno si sbatte, chiama colleghi, cerca numeri e contatti referenziati, li fornisce all’amico-conoscente di turno per poi sentirsi dire dopo qualche mese “ah, sai, alla fine ho pensato di andare dal naturopata che mi ha consigliato una cura di gocce omeopatiche per il mio problema”. No va be’ ma allora vaffanculo. Vai vai dal naturopata, ne riparliamo fra un anno quando ti cagherai sotto anche a uscire di casa per buttare la differenziata. Io sarò là, ad aspettare il tuo cadavere impanicato, seduto sulla sponda del fiume con un biglietto da visita in mano.
E con questo è tutto, o perlomeno mi sono tolto i sassetti più grossi dalle scarpe. C’è ancora qualche granello che mi dà fastidio ma ve lo risparmio.
A presto, miei cari.
Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
21 Settembre 2014
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10 Settembre 2012
Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
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