Il nuovo iPhone 7, sicuramente il protagonista della presentazione che si è svolta ieri sera, era uno dei prodotti più attesi del 2016. Non solo perché è la risposta di Apple ai nuovi top di gamma (tra cui Samsung S7 che è stato il dispositivo di maggior successo di quest’anno, grazie alle sue caratteristiche premium), ma anche perché segna un netto cambiamento nelle strategie di marketing. A partire dall’iPhone 3GS la casa di Cupertino ha optato per un rinnovamento considerevole del design ogni due anni (come mostrato nell’immagine qui sotto), relegando alla versione “S” dei suoi dispositivi solo miglioramenti hardware o peculiarità software (si pensi a Siri, inizialmente esclusiva di iPhone 4S). Apple ha presentato ieri un dispositivo più rifinito esteticamente e potenziato a livello hardware, molto probabilmente perché vuole riservare alla decima versione del suo smartphone le novità più importanti (come nuovo design o display OLED, già presente su Apple Watch).
Iniziamo a parlare del display, che riprende le caratteristiche dei modelli precedenti. iPhone 7 avrà una risoluzione di 1334*750 pixel, mentre la variante Plus avrà una risoluzione Full HD. Le risoluzioni adottate sicuramente non sono al passo coi tempi, ma sono più che sufficienti per un utilizzo a 360 gradi dello smartphone. Migliorate anche la luminosità e la gamma cromatica.
Per quanto riguarda il SoC, l’azienda della Mela ci ha sempre abituati bene: il processore A10 non fa sconti e adotta l’architettura big.LITTLE per aumentare l’efficienza (due core a basso consumo per l’efficienza e due core ad alte prestazioni per le applicazioni più pesanti). Sempre al top la GPU che, sebbene sia ancora priva di un annuncio ufficiale, aumenta del 50% le prestazioni rispetto al modello precedente. La RAM invece, secondo le indiscrezioni che vanno verificate nei modelli definitivi, è pari a 3GB per il modello Plus.
Totalmente nuovo il comparto multimediale. iPhone 7 porta il diaframma dell’ottica (ora a 6 elementi) a F/1.8, supportato da un sensore più rapido nel catturare gli scatti e da un nuovo flash questa volta a 4 LED. Il modello Plus raddoppia i sensori, introducendo un’ottica “tele” che garantisce uno zoom ottico 2X. Verrà anche introdotta la possibilità di realizzare effetti “bokeh” come avveniva con l’ormai quasi in pensione HTC M8, anch’esso dotato di due fotocamere. Entrambi i modelli migliorano la fotocamera frontale, che vede salire la risoluzione a 7MP. Per quanto riguarda l’audio, ora gli altoparlanti diventano stereo e manca il connettore jack. Male ma non malissimo, in quanto Apple ha promesso che includerà un adattatore nella confezione.
Vediamo inoltre l’abbandono del taglio di memoria da 16GB in favore di quello da 32GB per il modello base di gamma. Gli altri tagli saranno 128GB e 256GB, sicuramente più che sufficienti per ogni utente. Inoltre saranno finalmente presenti le nuove colorazioni “Black” (che sostituisce “Space Grey”) e “Jet Black”, che non è altro che un nero lucido. Benvenuta anche la batteria migliorata, che dovrebbe vedere la propria durata aumentare del 25% circa sul modello base e del 10% sul modello Plus, che comunque godeva già di un’autonomia eccellente.
Tutte queste novità si fanno pagare caro. In Italia iPhone 7 partirà da 799€ nella versione 32GB, per salire a 909€ nella versione 128GB e infine a 1019€ per avere il massimo della memoria. Per iPhone 7 Plus i prezzi saranno rispettivamente 939€ e 1049€, per arrivare infine a 1159€ nella versione top di gamma. Si tratta di prezzi esorbitanti che sicuramente spingeranno la gente a stipulare un contratto con gli operatori (e viene da chiedersi se la cosa sia studiata appositamente a tavolino).
Insomma, troviamo tanti piccoli miglioramenti che non stravolgono e che si faranno pagare molto cari, forse troppo, delineando anche una chiara volontà di inseguimento della concorrenza ormai impegnata ad implementare tecnologie ancora più nuove. Si pensi al nuovo TouchID che ora è un tasto soft touch che integra il lettore di impronte digitali, oppure all’adozione dell’architettura big.LITTLE per il SoC o all’impermeabilità che Samsung aveva introdotto già con il Galaxy S5. Tutti piccoli cambiamenti che la concorrenza aveva portato sul mercato più di due anni fa.
Poche le novità del nuovo Apple Watch. Migliorata la batteria grazie ad una riduzione dello spessore del display (dovrebbe garantire un’autonomia di due giorni di uso medio o una giornata di uso intenso) e al nuovo processore dual core che aumenta le prestazioni del 50% (a dir poco scandalose sul modello precedente) e riduce i consumi. Le due grosse novità sono l’antenna GPS, decisamente attesa per gli sportivi, e l’impermeabilità fino a 50 metri.
Il GPS permette ad Apple Watch di essere più indipendente da iPhone durante le sessioni di allenamento e ciò è sicuramente un gran pregio, soprattutto per chi pratica jogging o escursionismo e vuole lasciare lo smartphone a casa, anche se bisogna aspettare di vedere l’autonomia dell’orologio con GPS attivo per verificare la sua effettiva appetibilità. Un’autonomia di sole 2 ore, ad esempio, sarebbe insufficiente per chiunque voglia praticare trekking in modo serio. L’impermeabilità invece è benvenuta per chi pratica nuoto e ora lo speaker è stato progettato per repellere l’acqua, in modo che l’orologio sia perfettamente utilizzabile subito dopo la sessione di allenamento.
Altre novità minori sono il display più luminoso (nonostante quello di Apple Watch di prima generazione fosse più che sufficiente alla luce del sole) e l’introduzione della variante Nike, che a detta di Apple si concentra sull’utente motivandolo ad essere più sportivo.
Il prezzo sale di 20€ e viene portato a 439€ per la versione base. Il vecchio Apple Watch rimane a listino, in una variante aggiornata con il processore dual core, a 339€, rendendolo appetibile a chi non necessita delle principali novità del nuovo modello. Sparisce invece, a sorpresa, la versione Gold da 11.000€.
Questo Keynote, nonostante abbia portato sul mercato ben due nuovi dispositivi, indica come Apple abbia perso definitivamente la sua componente innovativa che la caratterizzò con iPod e i primi iPhone rendendola un’azienda leader e competitiva nella corsa alla prossima grossa novità. Sul lato smartphone notiamo come si stia avvicinando sempre di più alle esigenze degli utenti (si pensi all’adattatore Lightning-Jack, che solo due o tre anni fa la casa di Cupertino non si sarebbe nemmeno sognata di includere nella confezione), migliorando i propri terminali in modo da renderli più adatti a qualsiasi utilizzo (si pensi alla batteria, ora finalmente in linea con la concorrenza). Sul lato smartwatch, invece, nonostante Apple sia seconda solo a Rolex in quanto a vendite, manca completamente di innovazione. Apple Watch vende ma non stravolge il mercato, ed è questa la tendenza seguita dalla casa di Cupertino: non è più un’azienda che crea esigenze, ma si limita a soddisfarle. Sarà una strategia vincente? Solo il mercato potrà dirlo. Per ora sappiamo solo che iPhone ha sfondato il miliardo di dispositivi venduti.
Studente di ingegneria appassionato di tecnologia, soprattutto smartphone e portatili.
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Studente di ingegneria appassionato di tecnologia, soprattutto smartphone e portatili.
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