Il 24 agosto l’Italia è stata sconvolta da un nuovo evento sismico che ha portato morte, distruzione, macerie. E, purtroppo, come accade in questi casi tale evento ha riportato a galla tutto lo squallore di “certi personaggi” pronti a cavalcare l’onda emotiva della tragedia, così come d’altro canto ha fatto (ri)scoprire agli italiani il valore della solidarietà. A meno di 24 ore dal sisma, il contributo dalla voce di chi ci è già passato direttamente a chi, da adesso in poi, deve riprendere in mano le redini della propria vita: una lettera cinica da un “vecchio” terremotato ai “nuovi” terremotati.
La Redazione
Avete appena vissuto le prime disgrazie e i primi miracoli.
Avete già fatto il giro di telefonate ad amici, parenti, compagni di classe, colleghi per capire se stessero bene.
Siete stati ore ad aspettare che un vostro conoscente fosse tirato fuori dalle macerie, in pigiama e impolverato, vivo o morto.
State per vivere tanta solidarietà e avrete tanta rilevanza mediatica.
Preparatevi a parecchie bare bianche e a tante storie commoventi sul come e perché qualcuno si è salvato e qualcun altro era al posto sbagliato al momento sbagliato.
Non avrete più un centro storico come lo ricordavate: in realtà non lo avrete e basta. Non avrete più un paese, un tessuto sociale. Chi aveva un negozio o un’impresa, inizi a tenere da parte quel bel ricordo: quello che è crollato difficilmente verrà ricostruito come era prima. Realizzate che, per i prossimi anni, i luoghi in cui avete vissuto saranno delle zone desolate. Se la vostra casa è pericolante, pensate sin da ora a quando verrà alla fine abbattuta dalle ruspe. Non preoccupatevi, non si solleverà tutta la polvere che avete visto ieri notte: i vigili del fuoco useranno degli idranti per evitare di sporcare troppo.
All’inizio vi stupirete dell’erba che crescerà incolta su tutta quella terra smossa, ma col tempo vi ci abituerete.
Preparatevi agli sciacalli: quelli che ruberanno gli ori di famiglia dai resti delle vostre case e quelli che si faranno belli parlando ad un’ignara platea di quello che hanno fatto per voi. E preparatevi anche a combattere contro l’ignoranza della suddetta platea, che dimenticherà in pochi mesi le vostre condizioni. Nel frattempo, godetevi il turismo dell’orrore: tutti quelli che verranno a vedere un paese distrutto.
Vivrete in compagnia della paura. Lo sciame sismico durerà settimane e vi sentirete gelare il sangue ogni volta che sentirete tremare la terra o una porta sbatterà troppo forte. Anzi, quale porta? Rimarrete per mesi nelle tendopoli, se non avete un’altra casa o parenti che possono ospitarvi. Preparatevi quindi al freddo, alle mense e ai bagni comuni.
Preparatevi anche alla mafia che si infiltrerà nella ricostruzione e ai vostri concittadini più insospettabili che mentiranno sui danni riportati dalle loro abitazioni per prendere più sussidi dallo Stato.
Preparatevi, un giorno (vi avverto, non sarà così vicino), ad entrare in un posto che potrete finalmente definire “casa mia”. E preparatevi ad aver paura di nuove scosse anche lì.
A L’Aquila c’è il comitato “3e32”, iniziate a organizzare il comitato “3e36”. D’altronde siamo simili, avete anche voi un campanile bloccato all’ora X.
Preparatevi a fiaccolate e preghiere.
Preparatevi a tanto dolore, a consolare orfani e a vedove.
Soprattutto, questa la cosa più terrificante, preparatevi ad un nuovo anno zero. D’ora in poi qualunque evento sarà classificato in “prima del terremoto” o “dopo il terremoto”.
Se riuscirete a fare diversamente, provate a smentirmi.
Andrea Cucchiella
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