Gli anni passano, l’hype è sempre lo stesso, la procedura per pagare l’account invece è sempre più veloce. Che poi, chi l’avrebbe detto quel giorno di autunno del 2004 che sarebbe andata a finire così…
Comunque sia siamo di nuovo qui, nella nostra Guarnigione a cercare di capire le mille icone luccicanti che ci si palesano davanti ogni volta che rimettiamo piede su Azeroth. L’espansione è alle porte, la patch che la precede è arrivata e mamma Blizzard, com’è consueto, ha fatto la mossa giusta per richiamare tutti all’ordine. Demon Hunter disponibile in anteprima per chi ha pre-ordinato l’espansione. Ecco che ogni dubbio si dissipa e via a strisciare la carta di credito, pronti a salvare il mondo ancora una volta.
Il gioco si presenta esattamente come sei mesi fa. D’altronde non è una novità che il nuovo custom della Blizzard sia di non rilasciare nuovi contenuti nell’anno che intercorre tra la release dell’ultimo tier di raid e quella della nuova espansione. Tra l’altro, questa volta, con Warlords of Draenor, i tier di raid sono stati solo due.
Andare in giro per i server italiani è abbastanza deludente: sono lontani i vecchi fasti in cui sembrava di fare a spintonate in un gioco senza character colliders per trovarsi un angolino davanti l’asta di Orgrimmar, dove mostrare la mount rara appena lootata. Non è però detta ancora l’ultima parola: Warlords of Draenor portò milioni di nuovi (vecchi, ndr) abbonati e non c’è motivo di pensare che Legion non riesca a fare lo stesso. Le impressioni di chi ha provato il gioco in test lasciano trasparire una nuova linea d’azione della Blizzard, auspicabilmente rivolta verso un restauro del gioco, messo a dura prova dalle (deludenti) novità introdotte negli ultimi anni.
A chi ha appena iniziato potrà sembrare un’esagerazione, alle vecchie leve forse si è stretto il cuore.
A Novembre, ad Anaheim festeggeranno il dodicesimo compleanno del gioco e in dodici anni di acqua sotto i ponti di Stormwind ne è passata.
Ricordo il giorno in cui installai il gioco, scelsi un server a caso, creai un personaggio senza fare nemmeno troppa attenzione alla classe e mi tuffai nella trappola per topi che ai tempi era. Pensai di aggiungere il suffisso “ita” alla fine del nome del personaggio perché mica era scontato di beccare altri italiani: magari così qualcuno si sarebbe avvicinato.
Ore e ore e ore di esplorazione a piedi. Per mesi. Perché la prima mount te la davano al 40. E arrivare al 40 non era certo uno scherzo: il materiale di supporto non era lo stesso di ora e spesso si perdevano ore a capire perché non si riusciva a completare una quest, oppure a cercare di passare in mezzo a mille pack di mob senza aggrare tutto.
Ho ancora un senso di angoscia quando mi vengono in mente le quest per ottenere i pet del Warlock: avanti e indietro da un continente all’altro a bordo di caravelle di fortuna col serio rischio di sbagliare rotta e finire dagli elfi di Darnassus. Un incubo.
Poi, dopo settimane di vagabondaggi, si arrivava al 60: gioia incontenibile, sensazione di essere i padroni del mondo, ostentazione vanagloriosa del proprio personaggio nella piazza della città di appartenenza.
È a questo punto che iniziava tutto: il pvp senza pietà sognando di arrivare un giorno a fregiarsi del titolo di Grand Marshal (o High Warlord, per i cugini dell’Orda); le ore di farming senza senso per cercare di racimolare il gold per la mount; il tanto agognato set T1.
Sono stati mesi di pura passione e quando a tutti sembrava di aver raggiunto più o meno un equilibrio, di aver raggiunto qualche traguardo e di intravedere i successivi, ecco che arriva la notizia catastrofica: dopo Natale arriverà l’espansione.
Era ufficiale, col set T2 ci saremmo potuti pulire il c**o.
Ma si sa, il brio che regala l’ignoto supera qualsiasi affezione per la stabilità.
Arrivare al livello 70 è stato piacevole, il miglioramento a livello grafico era notevole e le modifiche alle meccaniche del gioco erano tutte da scoprire. Il fulcro dell’espansione però non aveva a che fare con le meccaniche delle classi, o dei boss in raid o del PvP (anche se l’introduzione delle Arene ha fatto la storia). Il fulcro dell’espansione è stata l’introduzione delle mount volanti. Sogno segreto dei più, ma nessuno immaginava che a distanza di anni si sarebbero rivelate il più grande distruttore di content.
Tutto sommato, The Burning Crusade ci ha regalato un PvE di altissimo spessore, da Karazhan a Sunwell Plateau, passando per le kill, veramente emozionanti, sia per il tenore dei fight che per il rilievo a livello di lore, di Illidan Stormrage e Archimonde.
Sarebbe scorretto non spendere qualche parola per menzionare i set: qualcuno ha qualcosa da criticare al set T5 del Warlock? O al T6 del Warrior, tanto più se corredato di Bulwark of Azzinoth?
Dopo nemmeno due anni arrivò Wrath of the Lich King e con essa le prime nebbie sul gioco.
Il meccanismo che catalizzò le attenzioni e, inevitabilmente, le critiche, fu il dungeon finder. Distrusse tutto ciò che di bello c’era nel fare un dungeon: l’attesa prima del dungeon. Non ci fu più il bisogno di mettere insieme 5 persone, con le classi giuste, magari spammando in general o corrompendo gli amici, offrendo loschi pagamenti in cambio di un’oretta e mezza di tanking in istance. Eh sì, perché fino a Wrath of the Lich King per fare un dungeon serviva un’oretta e mezza.
L’altro fendente è stato sferrato introducendo la possibilità di scegliere la difficoltà del raid. Normal da 10, da 25, Heroic da 10 o da 25. Insomma, alla fine A Trial of the Champion c’erano 4 set (diversi) dello stesso tier. Questo portò anche allo smembramento delle grandi gilde di un tempo, per favorire le crescita di piccole gilde da pochi player in grado di riempire un raid da 10 persone e vedere lo stesso content delle gilde con un roster più sostanzioso. A ognuno le proprie considerazioni.
Ad ogni modo, una gioia Wrath of the Lich King ce la regalò: Ulduar. Probabilmente il miglior raid in assoluto: impegnativo, coinvolgente, modulabile. Ancora lo sfacelo delle difficoltà non si era perfezionato, quindi era affrontabile in 10 o 25 e, una volta dentro, si decideva se affrontare ogni boss in modalità normale o hard. È stato veramente un diamante in mezzo al letame.
Dopo un altro paio di anni è arrivato il cataclisma: Cataclysm, per l’appunto. E in linea con gli eventi nel gioco, gli eventi in real life furono devastanti: gli abbonati, dopo pochi mesi dal lancio dell’espansione, crollano da quasi 12 a poco più di 7 milioni. Sempre un cifra imponente, direte voi, ma si tratta comunque di un drop impressionante. Primo colpevole il Raid Finder, espressione della nuova politica di semplificazione e di introduzione di strumenti noob-friendly, che permettendo di vedere content end game anche ai novizi, hanno distrutto tutto quel senso di mistero intorno a luoghi e personaggi più avanti nella progressione che affascinava tutti quanti ed era sempre stato la locomotiva del gioco. Non era più necessario alcun effort per vedere cosa ci fosse in fondo ai raid.
Se per le cose belle è bene spendere parole (v. set di cui sopra) per quelle brutte è meglio evitare: Mists of Pandaria, per me, non meriterebbe nemmeno di essere menzionata.
Alla Blizzard però non sono per niente fessi, tutt’altro. E quindi ecco che arriva l’annuncio di Warlords of Draenor, l’inizio di un nuovo ciclo vitale per World of Warcraft, un ritorno ai vecchi modelli del gioco. Ci hanno dato un castello personale, degli schiavi da mandare in missione a recuperare due spicci o qualche materiale per conto nostro e… basta. I presupposti erano da far venire le lacrime agli occhi, ci siamo emozionati tutti e il numero di sottoscrizioni fino al terzo mese dall’uscita dell’espansione ne è testimone. Poi il nulla. E per nulla intendo proprio nulla, nemmeno il terzo tier di raid si sono sprecati a rilasciare, con la scusa che avrebbero lanciato la successiva espansione a distanza di un anno dal lancio di WoD. Tutte burle ovviamente e le sottoscrizioni sono scese ai minimi storici.
E così torniamo all’inizio dell’articolo, a Legion, al Demon Hunter in anteprima e alle nuove sottoscrizioni di noi drogati di vecchia data. Le premesse anche questa volta sono ottime, sembrerà un gioco nuovo di zecca una volta uscita l’espansione.
Speriamo però che, almeno questa volta, non si perdano durante il percorso.
Studente di Giurisprudenza, videogiocatore, appassionato di boardsports.
16 Aprile 2017
13 Aprile 2017
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1 Aprile 2017
29 Marzo 2017
Studente di Giurisprudenza, videogiocatore, appassionato di boardsports.
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