Sì, lo sapete già tutti, ma è bene ripeterlo: in un’epoca dove gli unici miti sono nei cimiteri, Breaking Bad è stata una serie mitica. Ma non sto a perder tempo con panegirici su quanto sia figo BB (se ci tenete, lo trovate qui), devo commentare le prime due del suo figlioccio, Better Call Saul.
I primi commenti sul web sono più o meno tutti euforici, più che altro perché si è dimostrata una serie curata e il timore che uscisse una puttanata si è rivelato infondato (del resto non lo era mai stato, andiamo, Vince Gilligan che lavora a cazzo di cane quando mai si è visto?). Però volevo evitare la solita sequela di complimenti prefabbricati a là Wired. Anche perché queste prime due puntate mi sono piaciute, ma lasciano trapelare due gross rischi. Partiamo un po’ più indietro.
L’idea di basare sulle vicende dell’Azzeccagarbugli Yankee uno spin-off di Breaking Bad, che era inevitabile per motivi commerciali, è stata senz’altro valida: dalla puntata in cui appare Saul Goodman a metà della seconda stagione di BB, del resto, la serie decolla: l’avvocato malavitoso era la figura terza che serviva per far fare il salto di qualità alla strana coppia di cuochi di meth. E poi, diciamocelo, la quasi totalità dei suoi dialoghi fanno cappottare a terra dal ridere.
Ora, dai primi due episodi sappiamo che la fotografia è sempre eccellente, il montaggio pure, la recitazione di Bob Odenkirk non tradisce eccetera eccetera. Pensando al resto delle due stagioni che ci aspettano, restano però due rischi:
1) Il problema di tutti i prequel: la caratterizzazione del protagonista è già ben definita, sappiamo tutti come le cose andranno a parare, vediamo quindi in atto la trasformazione da Jimmy a Saul, da un avvocatucolo sfigato ma con una sua morale nel lercione con la lingua lunga che abbiamo tanto amato in Breaking Bad. E questo vale anche per tutti gli altri personaggi “già visti”. Le prime due puntate sono state godibili, sì, ma sapevo già (SPOILER) che Tuco avrebbe inscenato qualche cazzata da psicato, ovviamente che Jimmy sarebbe sopravvissuto, che prima o poi succederà qualcosa di bizzarro con il parcheggiatore Mike e quant’altro.
2)Ammetto: ritrovarmi nel “mondo” di Breaking Bad, riconoscendo i vari riferimenti, posti, personaggi che si vedono in Better Call Saul, è un colpo al cuore ogni volta. Tuttavia, si tratta pur sempre di un giochetto che a lungo andare rischia di stufare. I riferimenti alla “serie madre” sono molteplici ed evidenti, gli skater mi hanno ricordato non poco Jesse, non stiamo neanche a parlare del facile parallelismo tra i due protagonisti. Il rischio che la gente continui a guardare sta nuova serie solo per le citazioni a quella vecchia secondo me è abbastanza concreto.
O forse Better Call Saul è già eccezionale e sono io ad essere il solito rompicoglioni che deve trovare il pelo nell’uovo a tutto se no non è contento? Vedremo…
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