Sono talmente tante le situazioni che meritano un approfondimento in questo periodo che non riesco purtroppo ad analizzarle separatamente.
Le orde di immigrati che sbarcano, quando sono fortunati, sulle nostre coste ogni giorno.
La cosiddetta primavera araba, ancora in corso in Siria, che si è mescolata all’inarrestabile ascesa dell’Isis (o Is, oppure Isil, oppure ancora dei tagliagole).
la situazione ucraina. I bombardamenti su Gaza.
La Libia, il Boko Haram in Nigeria, l’ebola e l’elezione di Tavecchio. Il governo Renzi, il movimento cinque stelle e il buon vecchio Berlusconi. La crisi internazionale, l’Ice Bucket Challenge e la casa editrice di Frullo ( di questa non parlerò ma sembra che debba essere citata in ogni articolo).
Tutte queste cose sono tra loro collegate, nessuno ha completamente ragione ma molti hanno sicuramente torto (tipo frullo ndr). Quello che va bene il lunedì, al mercoledì è inaccettabile. Non si può stare da una parte o dall’altra. È un po’ come la serie Gomorra, ci provi a simpatizzare per quello o quell’altro camorrista. Dopo un po’ speri solo che da lì alla fine della serie ne muoiano il più possibile ( e poi muore Zecchinetta).
Quello che possiamo fare è cercare di ragionare a piccoli passi, seguendo un filo logico, con lo scopo non di trovare una soluzione ma di farsi almeno passare il mal di testa.
Per esempio l’immigrazione:
È vero, non deve essere un problema solo italiano ma di tutta l’europa.
È vero che la situazione è insostenibile, l’Italia è allo stremo, Mare Nostrum è costoso, inefficiente e purtroppo tardivo ed inutile.
È vero che una percentuale di chi arriva non è mosso da spirito di integrazione (una mia passione sono gli eufemismi).
È falso che quando c’era Gheddafi il problema era stato risolto. L’aver pagato un dittatore perché intercettasse, imprigionasse e spesso facesse sparire, a pagamento nostro sotto la scusa dei rimborsi coloniali delle persone è una delle aberrazioni più grandi della storia del nostro paese.
Passando quindi alla primavera araba e all’eliminazione di dittatori come lo stesso Gheddafi, l’Alì tunisino e lo zio di Ruby, è vero che in alcuni di questi paesi la situazione non è affatto migliorata.
È vero che queste rivolte sono state spalleggiate anche da interessi che non riguardavano prettamente i bisogni dei popoli oppressi.
È vero che la popolazione di questi territori è di difficile gestione e le forze in gioco sono spesso manovrate da poteri anche peggiori di quelli appena deposti ( questo a seconda della parte in cui state, ovviamente).
È falso, cazzo, che sia lecito sostenere dittatori o giunte militari perché tengano la situazione “tranquilla”, che si possa rovesciare un governo regolarmente eletto, come quello di Morsi in Egitto, solo perché “i fratelli musulmani alla fine sono quasi dei terroristi”.
È aberrante che si tollerino, d’altra parte, situazioni come quella ungherese o bielorussa, dove l’unica differenza tra i loro dittatori e quelli africani, è l’appoggio di Mosca.
Passando alla questione Ucraina, siamo di fronte ad una contraddizione, presumendo di stare dalla parte degli invasi, in quanto anche a Kiev è stato rovesciato un governo regolarmente eletto.
Ma è inaccettabile che un altro stato finanzi impunemente delle brigate paramilitari che hanno come unico scopo quello di annettere i loro territori allo stato finanziatore.
E che questi, chiamiamoli guerriglieri, oppure ribelli oppure fascisti, impunemente abbattano un aereo passeggeri di un terzo stato neutrale, e che vengano protetti dallo stato finanziatore e non accusati dagli altri stati europei.
(se pensate che siano stati gli ucraini ad abbattere l’aereo della Malaysia Airlines, potete smettere di leggere).
Quelli stessi stati europei che, a braccetto degli Stati Uniti, sempre pronti ad esportare la loro idea di democrazia e civilizzazione, giustificano il bombardamento di Gaza come risposta ai razzi di Hamas, in quanto partendo da principio:
è vero che sono stati rapiti e uccisi tre ragazzi ebrei in Cisgiordania.
È anche vero che non ci sono state rivendicazioni sull’uccisione, né ci sono state mostrate prove che fosse realmente opera di terroristi (o indipendentisti, o patrioti oppure partigiani) palestinesi.
È anche vero che Hamas lancia sistematicamente razzi sulle città israeliane, razzi che vengono sistematicamente intercettati dai costosissimi sistemi di sicurezza sionisti ( o israeliani o ebrei o come volete voi).
Sarebbe facile argomentare che non esiste al mondo che l’uccisione di tre uomini di un determinato paese giustifichino l’invasione e il massacro della popolazione civile a cui appartengono i presunti ( o probabile o ritenuti) assassini, ma ritengo più immorale il fatto che si giustifichi l’attacco come risposta ai missili palestinesi. Come se potessi giustificare un pestaggio mortale da parte mia verso un bambino di dieci anni asserendo che “è vero, l’ho massacrato, ma lui prima mi ha tirato dei pugnetti sulla schiena.
Spostandoci appena più ad est, troviamo i famigerati tagliagole dell’Isis, che stanno seminando il terrore in quella ridente terra compresa tra l’Iraq e la Siria. Tralasciando quanto già detto, cioè che l’estrema crudeltà loro non rende giustificabile un dittatore altrettanto sanguinario quanto Assad, e che non è possibile scegliere a chi far governare un paese a seconda dei nostri gusti e necessità, come insegna l’Iraq, la questione su cui volevo esporre il mio pensiero è come sia facile chiamare barbari, terroristi e assassini delle persone e trascurarne completamente altre altrettanto aberranti.
Il mafioso che scioglie il figlio di un altro mafioso nell’acido non è peggio del Dj britannico che taglia la gola ad un giornalista americano? La stagione delle bombe non è stata come la cavalcata dell’Isis? Quel grillino ha detto una stronzata sull’aprire il dialogo con gli uomini di Al-Baghdani, ma non è forse un abominio aver aperto il dialogo con Totò Riina, invece di combatterlo e cercare di estirparlo?
L’unica differenza che riesco a vedere nitidamente tra l’Isis e la nostra mafia, tutta, è che forse i primi verranno sconfitti e annientati, i secondi hanno già vinto, e da tempo.
Quasi dimenticavo Tavecchio! Beh ha espresso un concetto quasi del tutto giusto in maniera completamente idiota, oltre che razzista. C’è chi ha detto che faceva più schifo il silenzio intorno alle sue dichiarazioni che le dichiarazioni stesse. Beh, si torna sempre lì, una merda più puzzolente non fa profumare le altre. E quindi Tavecchio non doveva essere né eletto né candidato, la parte divertente verrà quando un calciatore chiamerà “mangiabanane” un altro calciatore. Ma temo che se ne usciranno con la solita supercazzola.
Suerte…
Già attore di scarso successo (La prima cosa bella), scrittore decisamente ignorato (Junk Words - un libro di carne putrida) e pittore a tempo perso (F.lli Salvadoreson); adesso anche giornalista per IMDI, oltre che impiegato di banca.
30 Maggio 2017
17 Maggio 2017
12 Aprile 2017
15 Marzo 2017
8 Febbraio 2017
Già attore di scarso successo (La prima cosa bella), scrittore decisamente ignorato (Junk Words - un libro di carne putrida) e pittore a tempo perso (F.lli Salvadoreson); adesso anche giornalista per IMDI, oltre che impiegato di banca.
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