Per chi se le fosse perse e avesse particolare voglia di recuperarle prima di leggere questa pappardella, ecco la prima parte e la seconda parte. Dopo aver raccontato un po’ la storia “antica” della sottocultura e dei tempi d’oro di 4chan, ora parlerò del’epoca contemporanea, se vogliamo definirla così.
“Facebook!” dirà qualche sapientone dell’ultima ora.
“Non proprio” lo correggerò io. Certo, nel web italiano la sottocultura si è manifestata nelle sue forme più diffuse (e, se vogliamo dirlo, peggiori) nel social network zuckerberghiano, coinvolgendo un pubblico che, secondo alcuni, non dovrebbe averci niente a che fare; a parte alcune nicchie poco significative (chan privati italiani, forum) in effetti la realtà memica italiota è tutta lì (questo stesso sito, lo confesso, gravita intorno a Facebook per il momento). Ma la sottocultura internettiana angloamericana, che è quella che conta veramente, e pure quella sudamericana, in fortissima espansione negli ultimi mesi, sono in realtà molto meno facebookdipendenti di quanto si possa pensare. A farla da padrone sono altri siti, tutti social oriented, nati come cassa di risonanza di 4chan e che col tempo hanno visto la nascita di vere e proprie comunità di memehunters in grado non solo di dare nuova diffusione a meme preesistenti, ma di crearne di nuovi. Un tratto in comune di questi siti è che sono basati su una meritocrazia democratica, che mette in evidenza le immagini con più like e meno dislike, dando così grande visibilità ai contenuti ritenuti più meritevoli dalla comunità. Un’altra prerogativa di questi siti è l’intertestualità, la nascita di immagini che remixano altre contribuendo così di fatto alla diffusione di una singola unità di forma e di contenuto, cioè quello che noi siamo abituati a chiamare meme.
E’ così che funziona Reddit, popolare sito di di social bookmarking, che di fatto ha superato il rivale Digg per importanza proprio grazie all’enorme successo di subreddit come /f7u12 o /adviceanimals, che hanno in generale portato a un enorme proliferazione di OC (original content) su tutto il sito. Reddit è una figata per aggiornarsi sugli ultimi trend.
Simile è il caso di Tumblr, rete che riunisce vari microblog in un’interfaccia comune basata sul reshare dei post meritevoli; aldilà di un numero particolarmente fastidioso di 14enni con la reflex e hipster che la riempiono di foto e post di merda, se si riescono ad evitare tali soggetti tumblr risulta un’ottima repository di meme che io stesso uso spesso per fare le raccolte tematiche, checché dicano alcuni detrattori con la puzza sotto il naso.
E poi ci sono altri siti che funzionano in modo simili, come Funnyjunk, Memebase, Canv.as e altri meno noti. C’è poi il caso di 9GAG, odiatissimo da 4chan e in generale screditato dai più esperti perché ritenuto infantile, pieno di repost, e quindi di cancer (termine che, nel gergo della sottocultura, indica l’uso inopportuno dei meme a là IPDI ed equivale più o meno al nostro “bimbominchia”). Per me non è poi così da buttare, il problema è che il suo successo è dovuto più che altro a quei watermark di merda applicato a immagini prodotte dalle comunità di altri siti.
Ci sono poi siti che fungono da “enciclopedia” della sottocultura su base partecipativa, come Know Your Meme, che classifica e spiega tutti i fenomeni di internet (e c’è pure la pagina di Er Pelliccia creata da me, I’m proud), o come supporto che rende la creazione di contenuto originale possibile anche a chi non è capace nemmeno di usare paint, contribuendo così alla diffusione massiccia di nuove immagini, come Memegenerator per gli advice animal o Rage Maker per i rage comics.
Bene, siamo arrivati alla storia temporanea. I meme, ora più che mai, sono usciti da una nicchia di basement dweller smanettatori e hanno raggiunto un pubblico più ampio, non necessariamente più giovane o più stupido, ma sicuramente meno “nerd”, almeno nel senso convenzionale del termine. Oggi non è difficile trovare ragazzini sull’autobus che sciorinano meme come se fossero figurine della panini, e la volta che ci scappa di citare qualche nerdata in real life c’è addirittura la possibilità che qualcuno ci possa capire. Non siamo più soli. E’ una cosa positiva questa? Non lo so e credo che non sia possibile dirlo ora come ora.
Non ho parlato ancora nei dettagli della realtà italiana e nemmeno del futuro che ci aspetta. Qualche idea a proposito in realtà ce l’ho, magari ve ne parlerò un’altra volta, se ne avrò voglia. Per il resto, grazie per la lettura, e spero che abbiate trovato qualche spunto utile. E se non così non fosse, scusate ma yaomingo.
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