Berlusconi condannato per frode fiscale al processo Mediaset tenutosi a Milano. Quattro anni di cui tre già coperti da indulto e manca ancora la Cassazione. Una sconfitta, direte voi, eppure io non la vedo così. Mi permetto di riportare per intero un articolo di Jacopo Fo, risalente a gennaio 2005 (addirittura pre-FB, preistoria).
“Quando il re del Marocco, che domino’ in modo assoluto dal ’56 al ’99, mori’, prese il suo posto il figlio, Mohammed IV. Subito dopo l’incoronazione egli pronuncio’ un discorso nel quale criticava la mancanza di democrazia e i crimini compiuti dal regime del padre.
A distanza di cinque anni il Marocco sta conoscendo una lenta rinascita.
Ma per Mohammed IV non e’ stato semplice liquidare l’oligarchia che aveva depredato il paese per trent’anni.
E poi c’era il problema di cosa fare con gli esponenti del regime che si sono resi responsabili di assassinii e torture.
La soluzione e’ stata quella di creare un tribunale che processasse i colpevoli, senza poi punirli.
Ai nostri occhi questa scelta può apparire sciocca, un modo astuto per far finta di condannare gli amici del padre, sostanzialmente assolvendoli.
Forse e’ veramente cosi’ ma c’e’ un sospetto: che il nuovo Re stia cercando di realizzare qualche cosa di molto importante e molto difficile.
In Africa esiste una cultura della vendetta completamente diversa dalla nostra. E se le gesta di Mohammed IV sembrano condizionate dalla sua oggettiva connivenza con il clan che appoggiava il padre, possiamo andare a vedere cosa ha fatto Mandela in Sud Africa.
Anche li’ si stanno svolgendo da anni i processi per i crimini enormi della dittatura razzista. Anche li’ i colpevoli confessano le loro torture e omicidi davanti alle telecamere e alle loro vittime e poi non vengono puniti.
Per capire che senso abbia questo comportamento bisogna fare un salto filosofico enorme.
Le vittime di violenze terribili hanno una priorità più importante della vendetta.
La vendetta non riesce in alcun modo a sanare il trauma. La gente e’ portata ad ascoltare le storie delle vittime con incredulità. Davanti a narrazioni di torture e umiliazioni feroci viene da chiedersi: “Ma sara’ tutto vero? Oppure esagera un po’?”
E’ importante capire che il dubbio che avvolge l’esperienza delle vittime e’ peggiore dell’assenza di vendetta.
La vittima ha necessita’ che la società riconosca ciò che la vittima ha subito.
Questo e’ un passo essenziale per il processo di recupero psicologico dopo il trauma.
Rende più facile “l’accettazione” di ciò che e’ successo.
Da’ la possibilità di ricomporre un quadro “accettabile” della realtà dopo che la violenza ha cancellato ogni fiducia nell’umanità.
L’esperienza della Seconda Guerra Mondiale ci ha mostrato come la via della persecuzione dei carnefici sia poco efficiente dal punto di vista delle vittime.
Oggi infatti ci troviamo con un orrendo “revisionismo” che nega
addirittura la realtà dei campi di sterminio e delle camere a gas.
Ecco, questo e’ l’obiettivo prioritario della scelta sudafricana: ottenere piena ammissione dell’orrore da parte dei criminali, provare al di la’ di ogni dubbio l’effettiva consistenza dell’abuso.
Nessuno potrà dubitare delle confessioni perché i colpevoli hanno offerto confessioni non influenzate dalla volontà di sfuggire alla punizione.
E, a quanto pare, Mohammed IV sta proprio seguendo questa via ed e’ riuscito a portare gli abusi, le uccisioni e le torture al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica marocchina con dibattiti televisivi e manifestazioni pubbliche.
Solo una società che e’ capace di affrontare la coscienza dei crimini contro l’Umanità, coinvolgendo la popolazione, può pensare di non sperimentare nuovamente quegli orrori.
La filosofia della vendetta porta inevitabilmente a altre violenze come la filosofia della rimozione.
Tito per proteggere l’unita’ nazionale della ex Jugoslavia, cerco’ di cancellare la memoria dello sterminio di più di un milione di Serbi avvenuto durante l’ultima guerra a opera dei Croati filonazisti. Questo crimine taciuto ha covato sotto le ceneri per decenni prima di esplodere nelle guerre jugoslave e nella frammentazione del paese.
Forse la via africana ci può dare speranze.”
Ecco, per me Berlusconi condannato per frode fiscale si inquadra in questa linea. Per sanare i conflitti del Paese, per poter tornare ad un nuovo patto tra Stato e cittadino, bisogna che venga fuori la Verità. Che si sappia chi ha rubato, cosa e quanto. Che venga punito, ovvio, è importante. Ma la cosa fondamentale, secondo me, è il concetto stesso di far uscire la verità che è imprescindibile. Pertanto non vivo come una sconfitta il fatto che molto probabilmente il Berlusconi condannato non finirà in prigione. Vivo come una vittoria il fatto che nonostante tutte le ombre (dalla massoneria alla mafia passando per vicende di tangenti e molto altro) stia venendo alla luce la Verità, sperando che sia merce sempre meno rara in questo Paese che dal dopoguerra in poi non è ancora riuscito a far pace con sé stesso, affinché possano gli attori del disastro rileggersi in una chiave produttiva e non antagonista della società.
Umile braccio armato di Frullo. Se avete bisogno di qualcosa, dovete chiedere all'uomo col fucile. Per parlare con me http://ask.fm/ImdiSpina, per richieste particolari inerenti a imdi.it [email protected], per richieste particolari inerenti alla mia persona (n-no homo) [email protected]
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