Dario Fo è morto. E come tanti altri colleghi ad un certo punto della sua vita ha deciso di usare il suo peso nell’immaginazione e nel sentimento popolare della sua figura di uomo libero, quasi anarchico, di sinistra, vicino alle persone, per fare politica. Ma non politica nel senso tradizionale del termine, ovvero candidandosi in un partito e subendone la linea nel bene e nel male, ma nel senso più vigliacco e partigiano del termine, ovvero dando sponda a delle battaglie in cui credeva senza però essere presente sulle parti negative. Questa partigianeria a targhe alterne, tipica dell’intellettuale da salotto, addomesticato e accucciato accanto al camino del padrone, pronto a leccare la mano che lo nutre, ovviamente non è solo del buon Fo (purtroppo), ma di tanti, tantissimi, troppi personaggi che popolano il sottobosco intellettuale italiano e non solo.
Come può un intellettuale, sia pure nobel, sia pure di grande lucidità e intelligenza, giudicare la bontà o meno di una riforma che divide i costituzionalisti stessi? Come può un intellettuale, sia pure nobel, sia pure di grande lucidità e intelligenza, farsi bandiera di un movimento politico che impone il vincolo di mandato ai suoi eletti, di fascistissima memoria? Come può un intellettuale, sia pure nobel, sia pure di grande lucidità e intelligenza, tradire la sua eredità culturale e rendere un dibattito da “oggettivo” a “soggettivo”?
Queste sono scelte tipiche della politica, da cui gli intellettuali dovrebbero distaccarsi per ergere giudizi super partes, per fungere da controllori, e non da manovratori. Per questo e per molti altri motivi io ti odio, Dario Fo. Ti odio per avere ancora una volta, insieme a molti altri, preso la Cultura, che dovrebbe essere di tutti, e averla resa a servizio di una parte politica. La cosa positiva è che ora che sei lassù potrai farti insegnare cos’è la Cultura senza il Partito da Umberto Eco, Anna Marchesini e tanti altri, che pur essendo fieri fustigatori del malo costume, non si sono abbassati ad appoggiare un partito fascista nei modi e nelle intenzioni.
Che la terra ti sia lieve, Dario. Perché il mio giudizio non lo è.
PS IL GRAMELOT MI HA SEMPRE FATTO CAGARE
Umile braccio armato di Frullo. Se avete bisogno di qualcosa, dovete chiedere all'uomo col fucile. Per parlare con me http://ask.fm/ImdiSpina, per richieste particolari inerenti a imdi.it ilmegliodiinternet@gmail.com, per richieste particolari inerenti alla mia persona (n-no homo) imdidirector@gmail.com
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