L’uomo produce il male come le api producono il miele”.
Salve anime in vacanza e non, in questo numero vorrei consigliarvi un libro che, se avete già letto è un bene, se non lo avete ancora fatto, bè, è ora.
Questo oltre ad essere un ottimo libro è ovviamente anche un grande trattato di sociologia, sempre al passo coi tempi.
Ovviamente dalla descrizione e dalle prime pagine può sembrare un normalissimo racconto di avventura per ragazzi e probabilmente buona parte del racconto lo è.
In breve, un aereo cade su un isola deserta e gli unici sopravissuti sono alcuni bambini che devono riuscire a organizzarsi senza l’aiuto degli adulti. E’ l’inizio di una grande avventura ma anche il tentativo di formare una micro-società che abbia come obiettivo la sopravvivenza dei suoi componenti… fino al momento in cui le cose non cominciano a cambiare.
Essendo un romanzo della metà del ‘900, periodo in cui la narrativa seguiva come linea guida tematiche come la guerra, Golding si sofferma nel presentare il male che risiede negli uomini, qualsiasi età essi abbiano, indipendentemente dal luogo in cui ci si trovano. Il particolare che probabilmente rende innovativo questo libro è lo stravolgimento dell’immagine dei bambini, i buoni per antonomasia che anch’essi arrivano a rispecchiare il male.
Questo libro può ovviamente anche spaventare, l’escalation di violenza è incredibile e ben descritta e sicuramente porta a farsi qualche domanda, sull’indole umana e fino a che punto può spingersi.
Il pessimismo di Golding si rispecchia nelle pagine del libro, l’uomo abbandonato a se stesso senza tutte le certezze e possibilità che solo una società ben organizzata può fornirgli, arriva a sviluppare un’indole prevalentemente cattiva.
Che cosa è meglio: essere una banda di negri, di primitivi come voi, o essere ragionevoli come Ralph?”
“Che cosa è meglio: avere delle leggi e andare d’accordo, o andare a caccia e uccidere?”
“Che cosa è meglio: la legge e la salvezza o la caccia e la barbarie?”
Ho detto che è un romanzo al passo coi tempi, basta infatti la paura dell’ignoto (la Bestia) e un leader buono o cattivo che sia, per creare un gruppo pronto a tutto per sopravvivere e morire per difendere questa o quella ideologia, un po’ come oggi se prendessimo come esempio il terrorismo ed un forte capo di stato e tutte le migliaia di persone pronte a mettersi a disposizione, con e senza l’uso della forza, per proteggere l’integrità della società in cui vivono ( vero ‘Murrica?)
Ovviamente ci sono molti caratteri in contrasto fra loro nel romanzo, da una parte abbiamo Piggy che è la figura più razionale ma anche quella maggiormente emerginata, Ralph il primo leader subito però sostituitoda Jack, bramoso di potere.
“Le leggi!” “Tu non rispetti le leggi!”
“A chi gliene importa?”
Ralph chiamò a raccolta tute le sue facoltà.
“Ma le leggi sono l’unica cosa che abbiamo!”
Ma Jack gli guardava in piena rivolta:
“Chi se ne frega delle leggi!”
Quando però la situazione degenera, anche in maniera cruda e fatale per alcuni dei protagonisti la narrazione diventa subito veloce, violenta e appassionante per poi terminare, come se nulla fosse successo.
Allora che sia un libro da leggere, non c’è dubbio, ma ovviamente ci sono alcuni lati negativi che vengono fuori man mano che si procede nella lettura, sia stilistici che di contenuto.
I problemi che emergono sono di natura soprattutto stilistica, nei dialoghi a volte non sempre si capisci chi sta parlando, spesso sono confusionari, alcuni tratti scorrono davvero molto lentamente, ci si sofferma troppo sulle descrizioni ( della foresta e degli altri luoghi) . Quindi per buone parte del libro la lettura scorre lenta solo per poi esplodere nelle ultime pagine lasciando il lettore senza fiato e soprattutto rassicurato dall’aver acquistato un ottimo libro.
Tornando sempre ai dialoghi alcuni oltre ad essere confusionari, sono anche difficili da capire ( come ad esempio quello fra Simone e la Bestia ma qui probabilmente il tutto è da ricondurre all’epilessia da cui è affetto il bambino) ma sono domande che comunque qualsiasi buon libro deve stimolare nel lettore.
In conclusione credo di poter dar ragione sia a chi critica il libro perchè ci mette troppo a decollare e si rileva un semi-capolavoro solo nelle pagine finali, sia a chi sostiene che è una pietra miliare della letteratura dall’inizio alla fine. Ovviamente concordo su alcune critiche che trovano conferma in quello che ho pensato anche io, oltre alla poca accuratezza con cui sembra essere stato scritto il libro, Golding ha commesso, a mio avviso un grosso errore: si è voluto soffermare troppo sulla natura umana, sul male, sulla società trascurando totalmente quelle che sono le emozioni che qualsiasi bambino dovrebbe provare ( nessuno dei bambini sente la mancanza dei genitori ad esempio), ma stiamo parlando di Golding, scrittore d’altri tempi, molto prosaico oltre che Nobel, quindi comprensibile.
Ovviamente mi rendo conto che è un libro facente parte della letteratura che conta, quindi, nonostante le lacune che presenta non me la sento di sconsigliarlo, anzi.
Buona lettura.
Alla prossima,
Tommywarsaw
http://ask.fm/TommyWarsaw
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