Una bufala è una notizia falsa. Nell’epoca del web 2.0 la diffusione di notizie ha subito un drastico cambiamento. Strumenti come i social network hanno contribuito ad una condivisione più diretta dell’informazione, e questo comporta il diffondersi anche di bufale, notizie false, disinformazione volontaria o meno, consapevole o non.
Ma arriviamo al punto. Come si fa ad identificare una bufala? Questa può diventare un’operazione piuttosto ostica, tanto che sta diventando frequente vedere notizie satiriche scambiate per vere.
Vediamo quali possano essere dei criteri pratici per non cadere in errore di fronte ad una notizia di dubbia origine.
Partiamo dalle basi: se vedete un’immagine che riporta una frase di Laura Boldrini o Cecile Kyenge, partite dal presupposto che sia una bufala. Le notizie che circolano su questi due personaggi sono quasi sempre false.
Stabilito questo, la prima cosa da fare per distinguere le bufale è controllare l’origine della notizia in questione, ovvero la testata/rivista/blog/sito internet da cui si legge e poi la fonte da cui la notizia è tratta. Innanzitutto bisogna accertarsi che non provenga da un sito chiaramente satirico. Esempi di queste sono Lercio o Il corriere del corsaro, tra le tante. Spesso questi siti riportano sotto forma di disclaimer (visualizzabile nella parte inferiore del sito) il fatto che le le loro notizie sono frutto di invenzione. Esclusa questa eventualità, esaminiamo diverse categorie di articoli.
Se abbiamo a che fare con un articolo scientifico, la priorità assoluta è verificare che le fonti siano riviste scientifiche accreditate o pubblicazioni verificate dalla comunità scientifica. Se mancano questi presupposti, è meglio diffidare.
Nel caso di un articolo di cronaca o di costume, soprattutto se proveniente dalla rete, la situazione è più complessa. Chiunque può mettere in circolo informazioni, notizie false o falsate e la loro diffusione può portarle ad assumere un carattere di verità, di fatto oggettivo, rendendo difficoltoso risalire all’origine dei fatti. L’unico atteggiamento corretto di fronte ad una notizia è una “sana” diffidenza, un atteggiamento critico e non passivo, visto che un’informazione oggettivamente documentata è l’eccezione.
A questo proposito, è estremamente importante capire chi c’è dietro la notizia. Allo scopo di capire se considerare un testo una fonte valida ci sono alcuni aspetti da considerare. Il primo è capire se esiste un responsabile legale dietro quanto viene scritto. Una testata giornalistica regolarmente registrata lo deve avere per legge. Perciò quando si entra in un sito nuovo è una priorità controllare la sezione Chi siamo, verificando se c’è un responsabile che possa essere chiaramente identificato, con un nome, un cognome, eventualmente una partita IVA, altri tipi di contatti e, perché no, una foto.
Quick tip: un sito che usa un dominio del tipo .wordpress.com NON è una fonte, poiché molto probabilmente non rispetta quanto appena detto.
A questo proposito, neanche Wikipedia è una fonte. Però può risultare un eccellente strumento di ricerca, dal momento che i loro articoli di fonti affidabili ne citano. Naturalmente, è bene non fidarsi neanche in questo caso e verificare se lo siano realmente.
Altro fattore importante da tenere d’occhio per distinguere le bufale è lo stile della notizia stessa.
Un articolo che presenta toni sensazionalistici o, peggio, un titolo mirato per fare clickbait è più probabile che tenga in scarsa considerazione la veridicità della notizia e lo faccia solo per attirare visualizzazioni. In ogni caso, anche qui è bene verificare le fonti e, nel caso di clickbait, astenersi dall’aprire l’articolo in questione.
Un’altra categoria è quella degli articoli che, pur assumendo un registro moderato, affrontano una data tematica in maniera smaccatamente positiva. Anche in questo caso, il fatto che non vengano presentati aspetti negativi è sospetto. Questo modo di scrivere è tipico degli articoli pseudoscientifici, che spesso supportano con forza posizioni che non hanno alcun riscontro scientifico e che mirano alla pubblicizzazione di uno specifico prodotto.
In breve, di fronte ad una notizia è bene assumere un forte scetticismo e procedere ad una ricerca ed un controllo delle fonti originarie, senza perdere di vista il percorso della notizia, che potrebbe essere stata distorta da “interpretazioni” fallaci. Per chi fosse interessato ad approfondire questo argomento suggerisco un saggio del 1994, di Claudio Fracassi, Sotto la notizia niente. Saggio sull’informazione planetaria, Libera Informazione Editrice, Roma. Infine, un atteggiamento che può aiutare in questo processo di fact-checking è un confronto tra diverse fonti che riportano la stessa notizia.
Sempre a proposito di fact-checking, un’altra risorsa molto utile sono i vari siti che si occupano attivamente di debunking, come Snopes, Butac e Il Disinformatico, senza dimenticare la nostra sezione di debunking. Generalmente una banale ricerca su Google si rivela sufficiente a smascherare la stragrande maggioranza delle menzogne che passano sui social network. Inoltre, può sempre valer la pena di controllare la sezione dei commenti di un articolo, se il sito dove è pubblicato li consente. Spesso si creano discussioni, costruttive o meno, che però possono mettere in luce se il contenuto dell’articolo in questione è falso.
Comunque, nel dubbio che una notizia non sia effettivamente vera, è meglio evitare di condividerla con toni esaltati prima di aver affrontato la tematica. A meno che non lo si faccia ironicamente, ma questo è un altro discorso.
20 anni, sono uno studente di Fisica che cerca di fare debunking attraverso un po' di informazione scientifica e si diletta di musica.
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20 anni, sono uno studente di Fisica che cerca di fare debunking attraverso un po' di informazione scientifica e si diletta di musica.
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