Buongiorno avventurieri!
Sono riemerso or ora da una delle mie ennesime avventure. Oserei dire una delle più impegnative, che mi ha portato a dover compiere decisioni cruciali e definitive, talmente importanti da mettere a repentaglio l’esistenza del mio stesso gruppo di compagni di ventura.
No, non abbiamo affrontato un drago di plutonio.
Una legione di amazzoni nude? Neanche.
La crisi di governo? Sarebbe stato molto più facile.
Una prima al teatro di poesia Vogon? Ancora niente.
Un’invasione di cavallette mutanti dalla testa di cavallo in taverna? Bazzecole al confronto!
Se non l’avete capito (nonostante l’immagine del cortometraggio The Gamers abbinata e il titolo dell’articolo) abbiamo dovuto far fronte alla morte definitiva di uno dei nostri compagni!
Direte voi “E che volete che sia? È morto, piangiamolo quanto basta, organizziamogli un funerale degno e sbattiamo le sue ceneri (disintegrazione a parte) dal precipizio più alto che riusciamo a trovare!”
Non è così semplice in realtà.
Il punto più difficile infatti inizia alla fine delle esequie, o a volte anche prima, quando si deve decidere che fine faranno tutti gli oggetti magici e di valore dell’ormai defunto avventuriero. Una cosa che il più delle volte va a intaccare persino amicizie di decenni tra giocatori.
In realtà tutto tace fino al momento in cui qualcuno (di solito il ladro della compagnia, o il mago avido, o il nano di qualsiasi classe che considera tutti quanti dei sacchetti di soldi con le gambe) solleva la questione, momento che di solito viene preceduto da uno sguardo morboso di tutti quelli che hanno già Individuazione del Magico attiva e quelli che hanno spiato ogni singola mossa del prossimo per sapere quanto possa valere quello che si porta.Si racconta che come abitudine alcuni maghi abbiano degli incantesimi contingenti che si attivano SOLO quanto uno dei suoi compagni muore, così da avere quei 6-12 secondi di vantaggio su tutti gli altri.
Di solito, all’espressione “Bene, ora che è tutto risolto io mi prenderei la sua…” si innesca una reazione paragonabile a quella che viene generata entrando in un fanclub di Star Trek e chiedendo dove sono le spade laser.
La spartizione sarà di carattere pacifico in caso di riferimenti lineari e univoci, tipo:
– Armi destinate al guerriero
– Pergamene, vesti, armi di distruzione di massa e bastoni al mago
– Reliquie o componenti strettamente divini al chierico
– Aggeggi, bacchette, verghe, oggetti meravigliosi, pugnali, roba da lancio o oggettini di minor utilità al ladro (chiamasi pattumiera degli scarti)
– Scarti, oggetti inutili, cose stupide al bardo (chiamasi discarica)
– Al monaco niente, ma la promessa che quando troveranno qualcosa di utile (credici) sarà suo
– Frecce o armi da tiro al ranger
– Soldi a qualsiasi personaggio di razza nanica o spartizione equa (ma il nano avrà da ridire)
Il problema inizia quando si tratta della ripartizione di anelli, armature, amuleti, mantelli, stivali e tutto quell’agglomerato d’equipaggiamento pseudouniversale che salvano le chiappe un po’ a tutti.
Nessuno sa come debbano essere risolte queste dispute, si va dalla sagra dello schiaffone alle gare di resistenza all’ascolto della nuova e segretissima esibizione del bardo, fino all’offesa delle madri; fatto sta che prima o poi tutti ne escono quasi tutti più o meno d’accordo, tranne il nano che avrà sempre da ridire sul fatto di aver preso troppo poco, e il monaco che avrà con sé solo un sacco di promesse.
E voi, come risolvete le vostre dispute sul “a-chi-tocca-cosa” nel vostro gruppo?
Ve lo chiedo, perchè anche l’ultima volta qualcuno è uscito dalla stanza di gioco con un occhio pesto e molti familiari insultati.
Alla prossima puntata, e che il ladro del gruppo non vi pugnali nel sonno!
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