Salve Bookafgs,
Quest’oggi vorrei riassumere quello che penso dell’ultimo romanzo di Umberto Eco, ”Il cimitero di Praga”.
Il romanzo narra la storia di un falsario, Simone Simonini (unico personaggio inventato) e di tutti i complotti che hanno avuto luogo in Europa nel XIX secolo, pieno Risorgimento. Eco affida inoltre ad ogni personaggio aforismi e semplici frasi dette veramente da questi.
Il lavoro di Eco è stato davvero notevole, oltre a scrivere un romanzo che è anche un reportage-documento storico, affida grande importanza a una lingua molto complessa (anche se italiana) che se da una parte affida al romanzo quello stampo arcaico, dall’altra lo rende a tratti pesante e tenta il lettore ad abbandonarlo arrendendosi.
L’importanza della lingua rende affascinante il protagonista del romanzo, oltre ovviamente alla sua stravaganza (vedi le ricette) e le sue capacità nel risolvere o creare complotti e falsificare. Il tutto ambientato durante eventi storici realmente accaduti e di fondamentale importanza.
La cosa che sicuramente non premia Eco è l’incapacità di arrivare subito al dunque, il suo dilungarsi troppo fa perdere la pazienza a molti e spinge solo i più coraggiosi a rileggere nuovamente il libro per capirlo meglio (sforzo da inserire fra le fatiche di Ercole).
Per questo credo che, anche se è un libro destinato ad un ampio pubblico, Eco lo abbia ridotto ad uno di nicchia, non adatto a tutti, e questa è un’opinione condivisa da quasi tutti coloro abbiano letto il libro.
Allora mi sono posto una domanda, Eco si è forse voluto spingere un po’ troppo oltre?
Comunque bisogna anche dire che è cazzata paragonare ”Il cimitero di Praga” al Nome della Rosa, ogni libro ha una storia tutta sua e diversa dall’altro, aggiungerei grazie al cielo.
Per chi si aspettava un libro pieno di avventure si sbaglia: si deve faticare per arrivare fino alla fine, sperare nelle vignette per riprendere fiato e tradurre le frasi in francese, la sua ripetività (sempre nelle ricette), l’uso di una lingua bella, ma complessa e troppi particolari inutili. Qualcuno si è addirittura lamentato delle eccessive cattiverie sugli ebrei. Ma ci sono anche molte parti che descrivono e spiegano elementi storici importantissimi, come ad esempio l’antisemitismo sia costruito su dei clichè; come il furbo vince sempre sull’onesto, il complesso funzionamento delle logge massoniche.
Ovviamente da Eco non ci si può aspettare romanzi alla Irvine Wellsh o alla King (ovviamente non parlo dei contenuti) dove tutto scorre in maniera molto veloce, ma purtroppo risulta davvero pesante anche a chi ha già letto Eco (oltre al Nome della Rosa)
Non posso consigliare questo libro, perchè non è un libro per tutti, neanche per il sottoscritto, è ”pesante, davvero pesante”, e se proprio siete masochisti fatevelo regalare in modo da non rimpinagere i vostri soldi, ma ridere di chi li ha spesi per voi.
Ma non possono neanche non consigliarlo, soprattutto a chi piace il romanzo storico, l’eleganza arcaica della scrittura anche se difficile, il ritornare in epoche e riviverle, anche se da noi mai vissute. E in questo Umberto Eco merita pieni e sinceri elogi.
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