Generalmente un economista – così come ogni altro ricercatore – arriva ad una metodologia innovativa per spiegare un fenomeno e tentare di piegare la realtà alla necessità dell’uomo. Partendo dalla sua scintilla divampano incendi accademici che portano numerosi esperti a replicare il metodo secondo variazioni o applicazioni differenti dall’originale; in questo modo si consolida la conoscenza e si estendono i punti fermi di una teoria anche in altri campi (pensate a come il concetto di “transaction cost”, sviluppato negli anni ’30, sia oramai presente in tutti i libri dei corsi universitari di qualsiasi disciplina)
Oggi vogliamo tentare anche noi a riperformare un modello che supponiamo sia stato introdotto da Ne’elam nel 2009 in un articolo pubblicato su NFA. L’autore si domandava, in seguito ad un dibattito sull’inutilità dei corsivi di Francesco Alberoni, se la matematica potesse aiutarci a capire “il laboratorio intellettuale” di questo maestro delle ovvietà. Ne’elam ha preso quindi un articolo del noto autore, ha distinto ogni singola frase numerandola, e ha generato nuovi articoli estraendo le frasi secondo serie matematiche di vario tipo (solo frasi pari, solo dispari, Fibonacci, Tetranacci, numeri primi, Eisenstein…). Il risultato? Ogni nuovo articolo manteneva un senso proprio, a evidenza di come non esista negli articoli di Alberoni un senso logico, una struttura intelligente. “Venti bigliettini dei Baci Perugina fanno un articolo di Alberoni”, si dice con ironia, e l’utilizzo di frasi fatte ed autosufficienti evidenziato dall’articolo di Ne’elam comprovano l’accusa.
Ho dunque voluto replicare questo esperimento prendendo a campione alcuni opinionisti famosi: Severgnini, Rodotà (la figlia), Gramellini e Facci. Ma prima di tutto, ho voluto prima riscaldarmi con l’ultimo articolo di Alberoni. Una sola nota metodologica, prima di cominciare: siccome molte serie matematiche includono l’1, il 2 e il 3, per poi fare salti enormi verso la decina e la ventina, ho preferito usare solo la serie “numeri dispari”. In questo modo ho evitato di inserire l’intero primo blocco dei corsivi, che di solito già include il messaggio dell’autore, e allo stesso tempo ho eliminato “solo” la metà delle frasi degli articoli (mentre Fibonacci e Tetranacci, con i loro salti, non erano applicabili per opinionisti che usano poche frasi molto lunghe). Ed ecco qui di seguito i risultati, con un brevissimo commento: lascio a voi deduzioni più complesse. Ah, se cliccate sui loro nomi appare il testo originale.
Pronti, partenza, via.
Francesco Alberoni (il Maestro non si smentisce mai. Il solito inutile taglio classico, nonostante io abbia tagliato metà articolo)
Da alcuni anni i giovani si sentono continuamente ripetere in tutti i telegiornali, in tutti i dibattiti politici dalla mattina a tarda notte che per loro non c’è lavoro e che non ci sarà per chissà quanto tempo ancora. Altri studiano solo materie tradizionali e partecipano ai concorsi pubblici anche se ci sono diecimila candidati per un solo posto. Ma la depressione chiude le strade, non c’è mercato, migliaia di loro mettono i loro libri, le loro musiche, i loro documentari in internet come i naviganti lasciavano il loro messaggio in un bottiglia. Mi vengono in mente tre strade: studiare, conoscere il mondo, fare oggetti materiali. Bisogna conoscere perfettamente l’inglese, usare internet per trovare le scuole e i master da seguire, per partecipare ai programmi tipo Erasmus. Però non come turisti ma andandovi a studiare, a fare stage in grandi imprese o a lavorare anche facendo lavori umili. La terza strada infine è esprimere la propria creatività nel campo degli oggetti materiali avendo sempre di mira l’altissima qualità e il mercato estero. Lo so che le tre strade indicate richiedono uno sforzo prolungato e non assicurano subito un lavoro come un posto di vigile urbano o di funzionario di banca. Ma ti fanno entrare nell’élite internazionale di un mondo globalizzato formata da persone che sanno e sanno fare.
Beppe Severgnini (rispondendo ad una lettrice allarmata dalle slot machines. Si noti come lo scritto di Penna Bianca Severgnini sia fluente. Vero discepolo del Maestro)
Semplice, Margherita: possiamo reagire e cambiare la legge. Gioco, fumo, alcol: chi vende queste cose sa che gli adulti, più informati, hanno – avrebbero? – gli strumenti per difendersi. Sono vergognosi? Ebbene, bisogna renderli svantaggiosi. Da parte nostra, come cittadini, possiamo privilegiare i bar senza slot. Il gruppo www.senzaslot.it sta creando una mappa di questi locali; l’idea ha avuto immediato successo. Ho in mente la persona adatta: Enrico Letta. Si perdono entrate? Forse: ma si guadagna futuro. Al governo, oltretutto, uno scatto civile servirebbe.
Massimo Gramellini (il taglio crea un’ellissi ironica tra la prima e la seconda frase. Per il resto è il solito tedioso Max).
Anche ieri in Italia diversi negozi hanno chiuso per eccesso di debiti e di creditori insolventi. Riapriranno fra tre giorni (la coincidenza evangelica si presume involontaria), affinché i clienti inconsolabili possano meditare sull’ingratitudine umana, reincarnatasi nelle fattezze di un assessore di Pisapia che ha rinfacciato a D & G la condanna in primo grado per evasione fiscale. La serrata di D & G si è meritata la pronta solidarietà di B (inteso come Briatore), che non aveva sottomano niente da chiudere, ma in compenso si è indignato moltissimo. Non potendo permettersi il lusso di chiudere per indignazione, a loro è concessa la magra consolazione di indignarsi perché sono stati costretti a chiudere.
Maria Laura Rodotà (la figlia, l’inutile figlia. Dalle pagine di Io Donna emana fetore radical-chic. Senza metà delle frasi, emana fetore e basta)
C’è l’amica che ti dice forse cambio vita, tu pensi le stiano per dare un posto importante che avrebbe strameritato, poi scopri che vuole dimettersi e gestire il bed and breakfast in campagna di un amico suo. C’è la compagna di università che ora ha una cattedra universitaria, ma nella sua città non la chiameranno mai, “ti pare che prendono un’ordinario femmina rompiballe di 52 anni piuttosto che un associato maschio di 40 che fa quel che dicono loro?”. Pare, invece, che oltre ai giovani precari ci sia un’altra generazione perduta: la prima di donne italiane competenti in massa, con esperienze, maturità, e straordinarie capacità organizzative sviluppate gestendo famiglie infernali e impieghi pure. È sul lavoro, in genere, che diventano invisibili. Loro, ormai, si arrendono; non riescono neanche più a fare lobby, nessuna di loro conta abbastanza (su di loro in America conta Hillary Clinton, per le presidenziali 2016; qui, al solito, non si sa).
Filippo Facci (l’uomo che arriva al Festival del Giornalismo su una Jaguar con Cruciani e due ragazze. Lontano comunque dalle vette del Maestro, le frasi lunghe permettono inaspettatamente ai suoi articoli di essere autosufficienti. Come il suo unico neurone iroso).
Vorrei solo ripetere una cosa semplice ma che pare ardua da comprendere: che lo scalcagnato esercito «razzista» non si combatte contrapponendogli un altro esercito «antirazzista», il quale, partendo da un’uscita di Calderoli a Treviglio, faccia esplodere una bomba mediatica internazionale. Negli Usa è presidente un uomo nero, ed è stato uno straordinario punto d’arrivo: ma il prossimo grande balzo sarà non notarlo neppure. E via così. È lo stesso Obama a non aver fatto della sua razza un’identità politica, anzi, ha sempre detto che l’epoca delle identità declinate in politica lui avrebbe voluto chiuderla: è americano, punto. Altrimenti l’antirazzismo diventa una forma di razzismo blando, inconsapevole, a fin di bene: perché razzismo non è solo l’essere intolleranti con il diverso, ma è anche il sottolineare, ogni volta, che comunque è diverso. Non dovrebbe impedirti di diventare ministro, il colore, e neppure aiutarti a diventarlo.
Per quelli che la partita doppia è andare allo stadio ubriachi. Prendo un libro o un giornale di economia, lo apro a caso, leggo e – qualche volta – capisco l'argomento, infine lo derido. Prima era il mio metodo di studio, adesso ci scrivo articoli. Sono Dan Marinos, e per paura che mi ritirino la laurea mantengo l’anonimato.
15 Novembre 2016
29 Settembre 2016
16 Settembre 2016
14 Settembre 2016
2 Agosto 2016
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