Secondo capitolo delle avventure del giovine Wilhelm, novello capitano nel gioco Sunless Sea, ambientato nel lovecraftiano mondo di Fallen London. Abbiamo lasciato Wilhelm alle prese con le ultime preparazioni per salpare alla volta di Venderbight, dopo aver conosciuto l’equipaggio ed il proprio carico.
Londra, Wolfstack Docks, 30 Novembre 1887. Dal diario di bordo del capitano:
Un ordine secco, seguito dal brontolare del motore fermo da troppo tempo, è tutto ciò che serve per far scattare la nave lontano dalla banchina. Cancelli distrattamente scattare dal diario, mentre pensi che probabilmente un nuovo motore potrebbe essere un ottimo investimento, se mai dovessi guadagnare qualcosa. Osservi le luci del porto allontanarsi con lenta tristezza, sei sicuro di non essere l’unico. Il porto di Londra lascia presto spazio ad un ampio e desolato orizzonte nero. Ordini al navigatore di rimanere il più vicino possibile alle boe, ancora di salvezza e lucidità in un mare color petrolio. Abbandoni tu stesso la plancia per far partire il proiettore, riesci con non poca difficoltà a far accendere il rivelatorio fascio di luce. Proprio questo fascio di luce illumina uno spettacolo che definiresti quasi ipnotizzante. Sotto le onde, a malapena visibili, scorgi i resti di Low Barnet. L’unico edificio realmente illuminato, una malandata chiesa, emana dei fiochi raggi di luce dalle finestre. Scuoti la testa convinto di essere vittima di una allucinazione.
La tua nave si lascia indietro Low Barnet e la lontana silhouette di Hunter’s Keep. Il navigatore ti ha caldamente sconsigliato di attraccarvi senza un buon motivo, ed intendi vivere una lunga e soddisfacente vita. Lasciandoti indietro ogni traccia di civiltà e sanità, incominci a notare strani comportamenti in un equipaggio che non ti sembrava diverso da ogni altro; piccole preghiere a malapena mormorate a dei antichi ed oscuri, la tendenza costante a concentrarsi sui singoli lavori come a voler ignorare qualcosa. Ora sei genuinamente preoccupato. Le tue preoccupazioni sono ignorate dal navigatore, che ti spiega come lo Zee possa avere il suo peso sulle menti. Ti senti sicuramente molto sollevato. Un piccolo gruppetto di… “cose”, è sicuramente la descrizione più adatta, che ti ricordavano molto dei delfini, luminescenti e senza occhi certo, incomincia a danzare intorno alla nave. Non capisci cosa possa significare, e quando noti come tutti evitino l’argomento preferisci lasciar perdere.
Immerso appieno nell’esperienza del tuo primo viaggio sei disturbato da diffuse grida d’allarme. Ti catapulti sulla plancia ed osservi irrequieto la causa di tanto trambusto: una luce. Nel bel mezzo del nulla. Chiedi al navigatore un ausilio per poter osservare la fonte dello strano fenomeno. Pensavi che la rotta per Venderbight fosse sicura, ed invece ecco che ti ritrovi ad osservare uno steamer, probabilmente pirata. Dai l’ordine di spegnere il proiettore e di impostare la rotta dritto verso la luce. Per un istante non sei nemmeno sicuro da dove provenga tutto questo coraggio. L’avvicinamento avviene senza intoppi, con una manovra magistrale il navigatore riesce a posizionarsi nella scia della nave sconosciuta. L’equipaggio avversario pare accorgersi di qualcosa che non va, ma è già troppo tardi. A distanza di pochi secondi il proiettore a prua illumina a giorno la malcapitata nave, e l’unico vecchio, ma ancora affidabile cannone a bordo incomincia a tuonare. La battaglia termina prima ancora di essere cominciata. Tra le casse galleggianti, unico singolare segno del combattimento appena conclusosi, riuscite persino a recuperare qualche giorno di rifornimenti ancora edibili. Con uno scoppiettio allegro il motore della nave segna il ritorno alla normalità.
L’aria si tinge, come se fotografata con applicato un filtro seppia. In lontananza, due giganteschi bracieri confermano ciò che il colore pareva suggerire: siete quasi a Venderbight. Carissa’s Point introduce il piccolo stretto che precede il porto e poi la città stessa, ed è sicuramente peculiare. Già dall’interno del piccolo lembo di mare oleoso puoi vedere preoccupanti sciami di falene, più o meno variopinte, volare con noncuranza quasi ovunque. Un piccolo sciame di Zee Bats, peculiari pipistrelli tipici dello Zee, effettua una veloce schermaglia con alcune falene. Diversi riescono a fuggire con un prelibato pranzo tra le fauci, ma ti sembrano essere in numero esiguo rispetto a quanti fossero prima. Mentre gestisci l’attracco dalla prua della nave vieni sorpreso da una figura familiare. La donna ricoperta di bende, uscita non sai come dalla cassa con un tempismo perfetto, osserva sconsolata la città. Prima di scendere e congedarsi, ti chiede un ultimo favore: consegnare dieci casse di vino di funghi ad un indirizzo sconosciuto per ravvivarle l’esistenza. Accetti senza entusiasmo e finalmente posi anche tu piede sul suolo di Venderbight. L’aria è stantia, la puzza di marcio è quasi costante. Passeggi lentamente per la banchina per un paio di ore, prendi nota di qualsiasi cosa paia interessante su un piccolo taccuino, poi ti dirigi verso il mercato per smerciare il carico. Il profitto è da fame, ma è comunque meglio di nulla. Torni alla nave con flemma, per strada scacci un paio di falene eccessivamente audaci, ti senti osservato ma decidi di non farci caso. Sulla banchina trovi un’altra cassa, spazientito fai per aprirla e gettare la persona o cosa presente all’interno in acqua. La cassa rifiuta di aprirsi, trovi solo un piccolo biglietto con il nome della tua nave, che fino a quel momento nemmeno conoscevi: Pandora. La fai caricare a bordo e ti prepari a ripartire.
Classe 1995. Videogiocatore dai 5 anni ma appassionato persino da prima. Nel tempo libero non disdegna la lettura, pratica con armi ed il reenacting.
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