Calcisticamente parlando, Torino (e più in generale il Piemonte) è divisa in due grandi fazioni: da una parte ci sono i tifosi della Juventus, dall’altra stanno quelli che ne capiscono di calcio, più precisamente i tifosi del Toro. Solo un giorno però queste fazioni mettono le ostilità da parte (eccetto gli estremisti che non sono in grado di portare rispetto neanche per un evento simile) ed è quello dell’anniversario della Tragedia di Superga, che va oltre ogni fede calcistica.
Era il giorno 4 maggio 1949, poco dopo le 17, quando l’aereo si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga. Nessun superstite, tutta la squadra del Grande Torino è deceduta sul colpo, assieme a dirigenti, allenatori e membri dell’equipaggio. Il bilancio delle vittime è pari a 31.
Il Grande Torino
Le statistiche parlano chiaro: cinque scudetti consecutivi dal 1943 al 1949, inclusa la pausa avutasi per la seconda guerra mondiale, ben 408 reti segnate nelle stagioni in cui sono stati vinti i 5 campionati, 19 partite su 20 vinte in casa e chi più ne ha più ne metta. La squadra era una fabbrica di vittorie e tuttora quello è un record imbattuto per il club, visto che 5/7 degli scudetti sono stati proprio sotto la presidenza di Ferruccio Novo, che si può definire la migliore di tutta la storia del club Torinese.
Il nuovo presidente introdusse diverse novità fuori dal campo con un miglioramento notevole della gestione e con una scelta oculata dei giocatori, mentre in campo la novità si ebbe con l’adozione del Sistema, un modulo di tipo 3-2-2-3 che permetteva di avere un ottimo controllo del centrocampo e allo stesso tempo, con l’uso della diagonale, permetteva di evitare l’uno contro uno in difesa. L’idea era stata presa dall’Inghilterra, più precisamente da Herbert Chapman, che applicò questo metodo all’Arsenal vincendo ben cinque titoli nella First Division. Tuttavia non era abbastanza e il presidente fece alcuni acquisti che si rivelarono in seguito più che azzeccati: tra tutti si ricordano quelli di Gabetto dalla Juventus, che segnò 86 reti in cinque anni, mentre Mazzola e Loik, dal Venezia, segnarono rispettivamente 97 e 62 reti nello stesso arco di tempo.
Nel ’43 arrivò il primo scudetto, anno in cui il Toro vinse il derby contro la Juventus per ben 5 a 2. Nello stesso anno arrivò anche la vittoria della Coppa Italia con un record impressionante, con cinque partite su cinque vinte e zero reti subite, portando a casa ben due premi nello stesso anno.
Il dominio della squadra granata culminò nel 1948 nella partita disputata allo Stadio Filadelfia, dove si è visto uno dei più pesanti passivi di sempre: il Toro segnò ben 10 goal contro l’Alessandria e Loik mise a segno una tripletta. Il campionato di quell’anno fu il migliore di sempre non solo per il club ma anche nell’intera storia del calcio: 125 reti segnate, solo 33 goal subiti e 65 punti alla fine del campionato, dove pesarono le 29 vittorie su 40 e distaccando di ben 16 punti la seconda classificata, il Milan. Un successo strabiliante che sancì la supremazia della squadra granata.
Il campionato del 1948/1949 fu quello più combattuto, con l’arrivo dell’allenatore Leslie Lievesley. Alcuni giocatori, tra cui il capitano Mazzola, non erano soddisfatti delle condizioni di reingaggio e non scesero in campo durante la prima partita di campionato. Una partenza difficile ma che permise alla squadra tuttavia di porsi prima in classifica, in vantaggio quattro punti sull’Inter fino al giorno 30 aprile 1949, giorno in cui pareggiò proprio con la squadra nerazzurra. Il 3 maggio si giocò il ritorno dell’amichevole organizzata da Francisco Ferreira e da Valentino Mazzola tra Benfica e Torino, che si erano conosciuti in occasione di Italia-Portogallo, per celebrare l’addio al calcio del capitano del Benfica. La squadra granata perse 4-3 nella sua ultima partita disputata.
Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini (all’epoca solo ventunenne a un mese dal suo ventiduesimo compleanno), Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti e Julius Schubert sono i nomi dei giocatori che hanno perso la vita in quel tragico incidente.
Il Torino venne dichiarato vincitore a tavolino del campionato, dove ottenne il suo sesto scudetto, il quinto sotto la presidenza Novo. Un trionfo però portato a casa facendo scendere in campo la formazione giovanile del Torino contro le altre formazioni giovanili, con la tristezza e la malinconia che un evento simile aveva portato in casa granata.
Dicono di loro
Lodevoli alcuni giocatori della Juventus, come Buffon e Dybala che hanno commemorato questo giorno.
Disse Indro Montanelli su di loro:“Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto «in trasferta».”
Il Tifone all’epoca scrisse:“Non credevamo di amarli tanto”.
Ed è ormai abitudine che mantiene acceso il ricordo della squadra la commemorazione che avviene sul luogo dell’incidente, dove è stato costruito il monumento dedicato al Grande Torino.
Tifare spesso non è una scelta, è una tradizione che viene tramandata dai genitori, dai nonni o che può anche essere coltivata grazie agli amici e porta quasi sempre a far propria anche la storia della squadra. Ora più che mai tifare Toro è difficile, perché bisogna fare i conti con una situazione di malinconia e tristezza che porta il ricordo di quel maledetto 4 maggio. Ma tutta la stampa sportiva e la tifoseria concorda, oggi come allora, sul fatto che fu una gran perdita non solo per il club, ma per i tifosi, per il campionato e per le altre squadre che hanno perso un valido rivale. E sono concordi nel dire che solo il fato li vinse.
Studente di ingegneria appassionato di tecnologia, soprattutto smartphone e portatili.
16 Ottobre 2016
Studente di ingegneria appassionato di tecnologia, soprattutto smartphone e portatili.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.