Nell’era dell’informazione, l’ignoranza è una scelta. Non è possibile che il recente dibattito sul referendum sia sotteso da improbabili letture di riforma “tecniche” che prescindono totalmente dal lavoro “politico” del Parlamento, dalle sue votazioni e dagli emendamenti. Non è possibile che chiunque sia ammesso all’agone del dibattito a prescindere dalla sua preparazione, che attrici e attricette o pseudo intellettuali sostengano questa o quella posizione, o che la costruzione del consenso impedisca un sereno dibattito.
E sapete perché non è possibile un sereno dibattito?
Perché non c’è proprio nulla di cui dibattere.
Questa è una legge del Parlamento, frutto del lavoro trasversale di 900 persone per 4 anni, che hanno votato ben 122 volte al fine di garantire tutti gli equilibri possibili. Pare quindi più che un legittimo sospetto pensare che chi questa riforma l’ha votata e scritta in Parlamento possa anche averla azzoppata, creando argomenti per poterla attaccare in una campagna per il NO. Trovo profondamente avvilente, in uno scenario macroeconomico di profonda crisi e trasformazione in cui la Gran Bretagna esce dall’area europea, con guerre alle porte e situazioni monetarie complesse, con uno scenario interno di stagnazione in cui la ripresa va continuamente nutrita, con un paese affamato di riforme tra cui quella fiscale e quella della giustizia, con la riforma della pubblica amministrazione ai primi passi nella sua applicazione, dibattere su un referendum che è null’altro che il frutto del Parlamento. Non del Governo. Del Parlamento.
Com’è possibile arrivare a portare quella che è ancora la nona economia mondiale, nelle prime tre economie manifatturiere dell’Eurozona, a produrre ricchezza se siamo frenati da sterili dibattiti utili solamente a produrre voti per microbacini elettorali, alla spartizione partitica di ruoli che ormai sono in fase di autoalimentazione, senza produrre nulla? Possibile che per paura del ritorno al Fascismo si consegni il paese alla dittatura delle minoranze, dove un Civati qualsiasi può ricattare un governo, dove viene ancora considerata importante la presenza di soggetti come Bobo Craxi? Dove a parte qualche risatina di scherno nessuno si stupisce se Fausto Bertinotti passa dal Comunismo a Comunione e Liberazione?
Ma dove siete, leoni da tastiera, quando bisogna incazzarsi? Ma dove siete, intellettuali da strapazzo, quando occorre fare un’analisi serena? Dei vostri SECONDO ME, popolo di studentelli al quarto esame di diritto, ancora con la bocca sporca di latte, le banche di investimento si fanno ben poco. Delle analisi costituzionali dei collettivi sociali, ancora meno.
Non esiste più, in questo Paese, il sacro valore dell’Umiltà. Se non so una cosa, la studio. Se la conosco nel dettaglio, formulo un’opinione dubitativa. Oggi invece, chi non sa straparla. E Di Maio, un nessuno qualsiasi fuoricorso a Giurisprudenza, è Vicepresidente della Camera dei Deputati. Siete davvero sicuri di volere tutto questo?
Umile braccio armato di Frullo. Se avete bisogno di qualcosa, dovete chiedere all'uomo col fucile. Per parlare con me http://ask.fm/ImdiSpina, per richieste particolari inerenti a imdi.it [email protected], per richieste particolari inerenti alla mia persona (n-no homo) [email protected]
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