Quest’anno verso Marzo è accaduto un fatto grandioso. No, non sto parlando dell’ultima sconfitta della squadra campione d’Europa, né dell’exploit di chi ha messo Chavez al Fantamorto. Il satellite Planck, dell’Agenzia Spaziale Europea, ha prodotto i primi risultati riguardo al suo studio sulla radiazione cosmica di fondo, utile per capire le origini dell’universo. Ora, probabilmente in voi sorgeranno alcune domande: andiamo a rispondere.
Subito dopo il Big Bang l’universo era un miscuglio di varie schifezze assomiglianti alla marmellata, che a causa delle elevatissime temperature e pressioni non riuscivano a formare la materia o la luce come la conosciamo oggi. Fino ad un certo punto però: infatti dopo 380.000 anni la situazione si stabilizzò e finalmente dei fotoni liberi (=luce) poterono partire in viaggio per il cosmo. Quando sentite dire che l’universo ha una temperatura di 3 gradi kelvin (-270°C), ci si sta riferendo al residuo proveniente dalla prima luce del cosmo, ossia alla Radiazione di fondo (CMB), nata 13,8 miliardi di anni fa.
Planck si incarica di fare una mappatura completa del cielo analizzando le lievissime irregolarità della CMB. Secondo voi perché in alcuni punti si sono formate delle galassie mentre tra di esse ci sono regioni vuote quasi come la testa di un complottista? All’inizio i fotoni non erano distribuiti uniformemente in giro, ma in alcune aree erano più concentrati. Più concentrazione = più energia e calore = più aggregazione = più materia = stelle = pianeti = TU (yeeeee!). Oggi noi possiamo distinguere queste aree calde dalle altre grazie alla loro differenza di temperatura. Sembra una cosa semplice, ma sappiate che la differenza tra un punto caldo e un punto freddo è…. 0,00000001°. UN CENTOMILIONESIMO DI GRADO. MISURATO AD UNA DISTANZA DI 13,8 MILIARDI DI ANNI LUCE. E ci siamo riusciti? Che domande, ovviamente sì! It’s science, bitches!
Come ogni progetto scientifico che si rispetti, gli scienziati hanno sicuramente fatto un’enorme attenzione ai dettagli. Non avete idea (neanche io a dire il vero) della marea di aggiustamenti che vanno fatti per avere la mappa ad inizio pagina. Ne elenchiamo giusto i 3 più eclatanti:
Finora, a meno che tu non sia un astrofisico, poco o nulla. Ma quando si guarda alla ricerca scientifica , e in generale ad ogni campo della conoscenza, bisogna sempre pensare di non limitarsi al proprio orticello, ma di spingersi ad ampliare il proprio orizzonte. Qui in questo articolo siamo arrivati ai confini dell’universo! Altre osservazioni: dei due rilevatori presenti su Planck, uno (LFI) è Italiano per la maggior parte; molti dei fondi spesi per questo progetto sono nostri, e ne dobbiamo andare molto fieri! La nostra tecnologia e i nostri cervelli sono all’avanguardia nei settori della fisica, astronomia e astrofisica. Senza considerare poi che un esperimento del genere necessita di tecnologie avanzate che miglioreranno la nostra vita in futuro!
Inoltre, perché farlo? Perché noi possiamo!
Qualcuno si chiederà: Eammechecazzomenefregaammé (cit.)
Niente, infatti. Dai muoviti, che alle 19 c’è il Geordie Shore su MTV, non vorrai mica perdertelo, giusto?
Alla prossima!
Marco Pallavera – Fisici si Nasce
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