Patata al Peperoncino calda, piccante, unta d’olio.
A tutti piacciono i doppi sensi, non mentite a voi stessi, e noi di IMDI siamo qui a ricordarvelo più spesso di quanto voi possiate accorgervene o siate disposti ad ammettere.
Ma cominciamo con ordine, la cultura alimentare Italiana è un patrimonio che ci invidia tutto il mondo, la Dieta Mediterranea una delle più varie e salutari del pianeta.
C’è un però, un piccolo problemino ingombrante che riguarda gran parte della società occidentale, un demone malcelato dietro ai programmi di cucina e le eccellenze del Made in Italy.
Lo spreco di cibo.
Ogni anno soltanto nel nostro paese e soltanto nelle nostre case migliaia e migliaia di tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile vengono gettati nella spazzatura per incuranza e scarsa cultura igienica.
Quello che manca a noi come a tante altre realtà nazionali (molte, ma molte, messe tremendamente peggio di noi) è una cosa ovvia, sotto il naso di tutti ma alla portata di pochi e che in alcuni, seppur rari, casi viene addirittura insegnata nelle scuole sin da bambini: l’economia domestica.
La cultura del rispetto per ciò che produce la terra e le basilari regole di igiene che ci permettono di mantenerlo a nostra disposizione il più a lungo possibile, nelle nostre case, nelle nostre cucine e nei nostri frigoriferi.
Un giorno approfondirò l’argomento e forse creerò anche un “breve” vademecum per la casalinga modello 2K16/7 (héy, dopotutto sono un uomo, io), MA NON È QUESTO IL GIORNO!
Oggi siamo qui per parlare di patata, patata al peperoncino per la precisione, calda, piccante, unta.
Torniamo al vostro frigorifero, come sarà capitato a molti di voi (a me sicuramente), spesso mi capita di comprare più cibo di quello che consumo, o semplicemente di fare una spesa (magari anche solo di poco) superiore alle mie reali necessità per una ricetta.
Come ho già detto non sono qui per insegnarvi tutto quello che c’è da sapere su come fare in modo che il vostro frigorifero non diventi un unità di compostaggio (non ancora) ma voglio raccontarvi una storia.
Primavera 2016, intorno ad Aprile (non Aprilia) andai a patata per supermercati come mio solito e viste le mie innate doti gourmet di savoir faire e galanteria convinsi la cassiera del Piccol locale a farmi portare via un sacco delle sue migliori bionde a pasta bianca per una modica cifra.
Fatto il misfatto, erano cotte di me e ci siamo goduti insieme alcune serate di fuoco, letteralmente dalla padella alla brace if you know what I mean.
Ma si sa, le sbarbine son timide, non si aprono facilmente e hanno la buccia morbida e liscia, scivolosa alle mani di noi uomini gretti e materialisti…
..Per farla breve, me sò ritrovato ‘na patata in frigo nascosta pé‘n mese dietro le marmellate e questa giustamente ar freddo, all’umido e al buio ha cacciato i germogli.
Oybòh, qual mestizia voi direte, “mò che fai la butti?” ENNÒ, lo vedi che non hai capito un cazzo!
Vivendo fuori città ho la fortuna di abitare una villetta dotata di piccolo giardino, 200 metri quadri circa, con qualche albero da frutto, odori vari e una serra, ma questo fatto non deve scoraggiare nemmeno voi ipercritici animali di città.
Infatti in quel di Maggio decisi di piantare la mia patata sfuggente sì in giardino, ma in un vaso da fiori, un banale vaso da fiori in plastica 10 litri di capacità, con terriccio universale acquistabile in qualsiasi supermercato per pochi spiccioli.
Riempio il vaso di terra, ci infilo la patata coi caccetti verso l’alto, annaffio, lascio al sole ed è fatta.
28 Settimane Dopo:
GG, easy.
Potete farlo tranquillamente in qualsiasi spazio condominiale o su un balcone, vi porterà via zero tempo e lo sforzo massimo di doverci versare sopra due bicchieri d’acqua al giorno.
Certo, con un minimo di cura, magari gettando sulla terra i fondi del KAFFé come fertilizzante e dandogli un supporto rigido su cui farla crescere viene sù meglio, ma sono comunque meri optional.
Visto cosa si può fare con una patata ammuffita in frigorifero? E lo stesso discorso vale per tanta altra frutta e ortaggi, aglio ricicciato, scipola secchia, cuori di sedano, finocchio (n-no homo), carote, eccetera eccetera..
Potrà sembrarvi non molto, ma vi assicuro che si tratta di una soddisfazione non indifferente, in più quelle che avrete ottenuto saranno delle Novelle a buccia sottilissima, fresche e ancora carnosissime poiché non hanno dovuto aspettare ore sotto il sole o settimane in magazzino prima di essere confezionate. Naturalmente la loro dimensione e il loro numero è il limite imposto dalla coltivazione in vaso, su terra libera le radici avrebbero potuto spaziare in profondità e i tuberi trarre maggior spazio vitale per la Germania.
E adesso che abbiamo i nostri patatini da riciclo freschi di terriccio cosa farne?
Per carità non vi azzardate a metterle in frigo un altra volta, altrimenti vi ritroverete in men che non si dica a dover competere con le forniture per la GDO insieme ai Big della grande distribuzione alimentare.
No, le faremo piccanti, Patata al Peperoncino: calda, piccante, unta.
Si da il caso infatti che letteralmente a un cazzo e un barattolo da dove ho piantato le novelle disponga di questo:
L’Aji Amarillo è un capsicum originario del Perù con frutti a corno, giallo/arancio, grandi quanto i friggitelli ma dalla piccantezza spiccata, anche se affatto insopportabile (<10.000 Scoville, altolà alle emorroidi!) e perfetti per le salse e il condimento del pesce.
Questo splendore, anche se di vivaio, mi è stato regalato da un amico all’inizio dell’inverno 2015, costringendomi così a prendermene cura in serra e a dedicargli attenzioni particolari per farla resistere alla morsa del freddo. Il peperoncino infatti è una pianta tropicale che mal sopporta le temperature sotto i 10° e richiede una collocazione riparata per l’inverno.
Nonostante le cure a primavera mi ritrovai praticamente con un palo di legno secco, ma con le radici ancora intatte e un pizzico di fede in Cristo Compagnone ai primi accenni di caldo è esplosa in tutta la sua magnificenza.
Ora, se questa prospettiva di matrimonio non vi mette l’acquolina alla gola io dovrei dimettermi subito.
A seguire: SESSO, AZIONE, DRAMA, AVVENTURA, ECCITAMENTO.
PATATA AL PEPERONCINO
Ingredienti:
Procedete pulendo e mondando accuratamente tutti i vostri ingredienti, le Patate in particolare andranno lavate accuratamente perché le useremo intere, buccia e tutto. Sciacquatele sotto acqua corrente e strofinate bene la superficie, magari con uno spazzolino.
Tagliate a metà il Peperoncino e a seconda dei gusti privatelo dell’anima coi semi per ottenere un gusto più dolce e alleviare la piccantezza, poi affettatelo. Spellate l’aglio e la Cipolla e affettateli finemente. Tagliate il Guanciale a sottili listarelle, spiumate le foglioline del Timo dal rametto, tagliate qualche pezzettino di scorza di Limone. Lavate il basilico e lasciatelo per guarnire alla fine.
Unite gli ingredienti in una pirofila o su una teglia capace di contenere le patate su un unico strato, bagnate con l’aceto, olio a piacere e mescolate bene il tutto con le mani o con un cucchiaio.
Infornate a 200° in forno statico preriscaldato o a 180° in forno ventilato, 30 minuti e…
Patata al Peperoncino, ’nuff said.
Ricetta di una semplicità disarmante, anche senza bisogno di inverdirsi il pollice, basterà reperire le Patate e un buon Peperoncino fresco in qualunque supermercato per spararsi questa botta di calore sulle papille gustative. Il suo punto di forza è il rispetto per i due ingredienti principali, combinati con pochi altri comprimari utili ad esaltarli.
Quindi, se siete disoccupati e avete tempo da perdere per tutta un estate, vi consiglio calorosamente di seguire il mio esempio e concedervi la pace dei sensi che la soddisfazione di aver creato un piatto del genere a partire da degli scarti di frigo può procurarvi.
a marzo la pianti e aspetti che spunti
a aprile la bagni, e cresce
da maggio a settembre le vedi fiorire
a ottobre raccogli e puoi dire
l’ho coltivata io!
NON NE DO VIA NEMMENO UN PO.
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