Bene o male, un’altra estate è alle porte, e oltre ai problemi delle zanzare tigre, dei cocktail in spiaggia a 10 euro e della musica di merda, si pone un’altra annosa questione: dove cazzo si va in vacanza (o, espressione orrenda usata da chi ormai non è più gggiovane, “in ferie”)?
Se siete tra coloro che rifiutano con gentilezza ma fermezza l’invito dei genitori a passare due settimane con loro in amene località montane dove il massimo del divertimento è sentire il suono delle campane o cagare nei boschi e che tirano il pacco agli amici paxxerelli che vanno a Riccione o Ibiza a “sballarsi di brutto” (leggi: vomitare per sei ore dopo aver bevuto mezza bottiglia di rum dell’Euro Spin e fumato uno spinello di origano) e a “guzzare come ricci” (leggi: praticare malamente autoerotismo guardando xvideos dallo smartphone dopo aver ricevuto 12 due di picche in una sera), avrete sicuramente grandissimi progetti alternativi per questa estate, come interrail o esotici viaggi all’estero. Il problema, presumibilmente, è che in tempi di crisi il vostro budget è pari o inferiore al salario mensile di un operaio FoxConn o di uno stagista laureando in beni culturali.
Niente paura, potete divertirvi alla grande all’estero anche con 300 euro traendo spunto da questa guida del sottoscritto. Il problema è che la guida si riferisce a un “weekend lungo”, cioè alla zingarata da 3-4 giorni al termine della quale sono previste almeno 24 ore di sonno, minestrone, igiene e relax prima di tornare alla vita normale. E se con quei pochi soldi uno volesse farsi magari una settimana all’estero, magari visitando diverse città e non mancando di bere come un disgraziato? Beh, sì può fare, è chiaro. Dovrete però abbassare drasticamente i vostri standard in termini di qualità di vita. Dovrete alloggiare in ostelli. E non parlo di ostelli fighetti da 35 euro a notte per figli di papà “avventurosi”, con il cambio di lenzuola giornaliero e un bagno per camera: sto parlando di VERI ostelli, quelli sotto i 20 euro a notte in città care e sotto i 12 in città economiche, con le lenzuola ingiallite e con macchie inequivocabili, con i “letti” (se così possono essere definite le misere brande che metterebbero in difficoltà un asceta) lunghi 170 cm e con una puzza di piedi aleggiante nell’aria in grado di smorzare istantaneamente il barzottismo causato dalle 3 spagnole con cui condividete la camera.
Sì, perché nonostante il puzzonasismo degli snob (che pagano 100 euro a una notte per un buco di doppia che passa in qualche modo per un tre stelle, con succhi da discount per colazione) possa far pensare diversamente, in ostello ci si può anche divertire, e alla grande. Tra i frammenti di gioventù bruciata che spero che l’alzheimer non mi cancellerà mai, diversi hanno avuto luogo in un ostello; in tali amene strutture ho conosciuto gente di tutti i paesi, bevuto della pessima birra e abbozzato conversazioni più o meno surreali.
Se quindi avete ormai deciso di trascorrere la vostra settimana di vacanze collassato su un letto a castello cigolante a spiegare a stranieri impronosticabili come si ordina una birra in italiano o come si bestemmia, oltre a consigliarvi di guardare con attenzione e spirito critico i commenti su hostelworld e Booking, vi illustrerei, basandomi su esperienze vissute in prima persona o storie che ritengo credibili, alcune categorie di personaggi con i quali potreste dividere la camerata durante le vostre peregrinazioni, ovvero i TIPI DA OSTELLO.
IL FESTAIOLO – E’ forse la creatura da ostello più stereotipica, rigorosamente in divisa con bermuda, cappello da baseball e infradito anche se nevica e con le 6 latte di birra scrausa da ordinanza. Non fa nient’altro che bere, fare casino e invitarvi a chissà quali party; ciò in realtà non sarebbe un problema, se poi non ve lo trovaste collassato nudo davanti al vostro letto dopo aver sboccato nel lavandino e pisciato dentro il vostro zaino. I casi più irritanti di Festaioli sono i receptionist: dopo una levataccia alle 4 del mattino, varie ore di aerei e treni e 5 chilometri a piedi per trovare l’ostello, non c’è niente di peggio di venire accolti da un australiano sbronzo che invece delle chiavi vi passa una canna.
LA SPACCAMARONI – In tempi di crisi, capita di scegliere l’ostello per risparmiare pur non avendo assolutamente la mentalità giusta. Ecco, immaginatevi il peggior caso di turista con reflex e magliette imbarazzanti, che invece di andare a riposarsi nel suo hotel o appartamento si fa trovare nella vostra camerata che urla e si lamenta con il partner o con le amiche nella sua lingua, o se è da sola passa la giornata al telefono con la madre. La spaccamaroni di solito non sa una parola di inglese e sembra non fare altro tutto il giorno che rompere il cazzo perché non le hanno cambiato l’asciugamano o non trova il detergente intimo in bagno.
LO ZOZZONE – Se i cessi degli ostelli sono spesso e volentieri chiazzati di diarrea sulle pareti e il vostro cuscino odora di disgrazia, una causa ci sarà. Versione evoluta (o, meglio, degradata) del Festaiolo, l’obiettivo dello Zozzone, più che di divertirsi, sembra quello di farvi schifo. I suoi comportamenti provocherebbero disgusto nei peggiori degli studentati bolognesi: tra i suoi numeri migliori c’è la cena in camera direttamente dalla padella, poi lasciata a gocciolare sugo sul vostro letto, la flatulenza seriale e il lancio di caccole e tarzanelli: fate in modo di non aver assolutamente uno Zozzone sopra di voi nel letto a castello.
LA ZOCCOLA – Premetto che non ho nulla con le tipe che vogliono divertirsi un po’; credo però che ci sia modo e modo, mentre la Zoccola sembra che abbia scelto di alloggiare in ostello con il solo obiettivo di trombarsi tutta la camerata. Ha due modus operandi: o compare verso l’aperitivo delle 6 facendosi offrire da bere da chi capita per poi sequestrare il più figo o il meno cesso al fine di appartarsi con lui (vista l’impossibilità di un’intimità classica, il coito avviene dove capita: al cesso, nel deposito bagagli o nella parte di sopra del letto a castello dove state disperatamente tentando di farvi due ore di sonno), tornare dopo una ventina di minuti e ripetere l’operazione ad oltranza, oppure arrivare sbronza alle 5 di notte dopo aver combinato chissà cosa in discoteca con l’obiettivo di trasmettere malattie veneree a qualche disperato rimasto a bere fuori dalla porta. Neanche a dirlo, la zoccola la dà a tutta la vostra compagnia di amici tranne che a voi.
LO SCHIZZATO – Può capitare di trovarsi costretti ad alloggiare da soli in un ostello e non avere gran voglia di attaccare bottone con ultras del West Ham o studenti portoghesi, è chiaro; non ci sarebbe alcun problema ad avere un compagno di camera che vi saluta a malapena e passa le giornate su Facebook, se questo non fosse un 40enne texano con la barba folta, la borsa dell’esercito e non avesse il vizio di affilare il coltello contro il bordo del letto. Può non sembrare, ma di Schizzati che girano di città in città e di ostello in ostello a raccontare storie poco credibili e a farvi temere per la vostra incolumità con sguardi allucinati e urla nel cuore della notte ce ne sono tanti. O almeno, io ne trovo sempre uno.
“Beh, ma io non rientro in nessuna di queste categorie!” direte ora voi. Attenzione: se avete un minimo di esperienza di ostelli e non avete mai incontrato un rappresentate delle 5 terribili categorie, vuole dire che quel Tipo da Ostello che non vi sovviene siete proprio voi.
Chiudo il breve ma, temo, significativo elenco di tipi da ostello con un video che inquadra un giovane (sigh) Frullo che rappresenta una tipica “conversazione da ostello” (pls no hate, il mio inglese e le mie camicie sono migliorate da allora, credo).
Se avete storie da ostello da raccontare o tipi da ostello da aggiungere non mancate ovviamente di segnalarmeli in un commento.
10 Marzo 2017
4 Gennaio 2017
16 Novembre 2016
19 Ottobre 2016
17 Settembre 2016
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.