La partita vinta contro l’Albania ha dato all’Italia la prima grande certezza: gli Azzurri faranno quasi certamente parte delle squadre che andranno almeno agli spareggi per la qualificazione al Mondiale di Russia 2018.
Guardandoci in faccia, quasi impossibile vincere il girone: serve un miracolo in casa della Spagna, senza perdere punti nelle altre gare. Un’impresa notevole, contro una Roja in calo ma comunque qualitativamente di gran lunga superiore alla nostra Nazionale. Una Nazionale che, però, è forse la migliore rappresentativa plasmata in Italia dai Mondiali del 2006, un mix perfetto di giovani e veterani che consentiranno a Ventura di fare bella figura. E proprio il C.T., inizialmente osteggiato da un parte di tifosi e stampa, è in procinto di realizzare una vera e propria utopia degli anni trascorsi: quella di costruire una squadra corretta, giusta, meritocratica.
Mai come nelle ultime convocazioni, infatti, si è notato un vertiginoso crollo di lamentele e proteste. Questo perché l’Italia sembra finalmente composta da calciatori che la convocazione paiono meritarla seriamente. A partire dai portieri: Buffon e Donnarumma sono certezze, Meret una sorpresa che può diventare qualcosa in più. In difesa Zappacosta sembra essere finalmente il terzino destro giusto per il salto di qualità. Inoltre, la chiamata di Spinazzola è un premio allo straordinario campionato dell’esterno, così come a centrocampo quella di Gagliardini, compagno di reparto di un Verratti straordinario senza infortuni e di un De Rossi che, quando veste la maglia della Nazionale, dimostra di essere sempre granitico e decisivo. Anche in attacco le scelte sono “obbligate” ma in effetti corrette: impossibile prescindere attualmente da gente come Immobile, Insigne e Belotti, così come da Candreva che, pur peccando a volte di precisione, garantisce corsa e altruismo.
Anche le poche polemiche presenti possono essere spente facilmente. Astori e Acerbi più o meno si equivalgono e con l’esplosione definitiva di Romagnoli è impossibile pensare di chiamare entrambi. Anche la convocazione di Rugani può starci: fa parte di un gruppo importante è ha comunque giocato con discreta continuità, segnando anche qualche gol. D’Ambrosio sembra rinato con Pioli, perché non chiamarlo dunque? Passando al centrocampo, bene insistere su Parolo – sinonimo di qualità e quantità – e dare una chance a Verdi, in attacco Eder pur essendo una riserva nell’Inter è stato spesso decisivo e sta giocando un più che discreto campionato. Anche la chiamata di Gabbiadini è stata corretta, così come la decisione di far momentaneamente salire di grado Petagna.
Insomma, per una volta la Nazionale sembra aver incontrato il favore di tutti. Il sentore è quello di avere tra le mani – finalmente – una compagine senza “raccomandati”, “fedelissimi” di sorta o testardaggini personali. Una squadra che i numeri e le statistiche promuovono, da singolo a singolo. E Ventura rischia di diventare, a lungo andare, il C.T. del popolo. L’ex allenatore del Torino sembra aver superato i pregiudizi iniziali contro alcuni giocatori (ad esempio Insigne), mentre probabilmente sta facendo bene a tenere fuori ragazzi che a livello mentale non sono ancora pronti, come Berardi e il sempreverde Balotelli. E nell’aria si respira una certa calma, che alla squadra non può di certo far male.
In attesa della tempesta (che sicuramente arriverà, prima o dopo), godiamoci il sereno di una Nazionale che funziona e che, per fortuna, adesso piace a tutti.
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