Pilota, cantante, attore, playboy e personaggio di un videogioco. Lewis Hamilton è colui che più si avvicina ai piloti-divi degli anni 70′ come James Hunt. ma la domanda è: chi è Lewis Hamilton in realtà?
Infanzia.
Lewis Hamilton nasce il 7 gennaio del 1985 a Stevenage, una città dell’Hertfordshire. Il nonno arrivò in Gran Bretagna dall’isola di Grenada nei Caraibi dove faceva l’autista dello scuolabus. Lasciò i Caraibi per raggiungere l’Inghilterra dove lavorare per la London Underground proprio come farà qualche anno dopo il padre di Lewis, Anthony. Il primo contatto con i motori per il piccolo Lewis avviene nel 1991, quando il padre gli regala una macchinina radiocomandata per poter partecipare alle competizioni che si tenevano nei club. Competizioni che Lewis vinceva contro persone con il triplo della sua età. Visto che il giovane Lewis sembrava promettente il padre Anthony puntò tutto sul talento del figlio, arrivando ad indebitarsi di decine di migliaia di sterline per permettergli di iscriversi ai campionati sui Kart. Lewis fa faville anche in questo caso e all’età di 10 anni, nel 1995, vince il campionato cadetto britannico organizzato dalla rivista Autosport. Vincere la serie cadetta gli permette di poter incontrare Ron Dennis, il “Boss” della McLaren. Lewis va dritto al sodo e in quell’incontro dirà al Boss del team di Woking :” Signor Dennis, un giorno mi piacerebbe guidare una delle sue auto”. Il piccolo Lewis vuole salire sulla McLaren per un motivo ben chiaro, con un nome e un cognome: Ayrton Senna. Il brasiliano fu dal 1988 al 1983 il pilota di punta della McLaren ed è, appunto, anche l’idolo di Hamilton, come si evince dall’utilizzo della stessa livrea del pilota brasiliano sul casco.
L’inizio del sogno.
A 12 anni Lewis vince il campionato britannico di Kart e Ron Dennis lo aggiunge al programma della McLaren per i giovani piloti, inserendo nel contratto un’opzione per la Formula 1. Con la sponsorizzazione di McLaren e Autosport nel 2000 è campione europeo di Kart Formula A, dove guida al fianco di un certo Nico Rosberg. L’anno successivo passa alla Formula Renault 2.0 e nel 2003 ne diventa campione, con il record di 10 vittorie in 15 gare. Hamilton è speciale e lo si vede quando due anni più tardi diventa campione di Formula 3 (categoria in cui incontra Sebastian Vettel dando vita a uno dei migliori duelli della storia della categoria). Ormai la strada è spianata e si parla già di un ipotetico salto di categoria, che però non avviene. Hamilton infatti guadagna in GP2
il sedile della ART Grand prix prendendo il posto del campione uscente, sempre Nico Rosberg. Lewis in GP2 incontra altri futuri piloti di F1 come Grosjean, Hulkenberg, Glock e Piquet Jr. Anche la Gp2 per Hamilton è una passeggiata: vittoria del campionato da rookie. I tempi per la promozione sono maturi.
Succede davvero?
Il 24 novembre alla McLaren serve un secondo pilota, per via della cessione di Kimi Raikkonen ai rivali della Ferrari orfani di Schumacher e la risoluzione del contratto anticipata di Juan Pablo Montoya che passerà in NASCAR dopo il Gp di Francia. Si concretizza dunque l’occasione d’oro per Lewis che diventerà la seconda guida della scuderia di Woking. La prima stagione per Hamilton è incredibile: complice un inizio in cui la Ferrari stenta, il giovane Lewis porta a casa un terzo posto alla sua prima gara in Australia. In Spagna Lewis replica il piazzamento e a Montecarlo si trova in prima posizione ma deve cedere la piazza al compagno di scuderia. In Canada non c’è storia: complice una gara pazza Hamilton porta a casa la prima vittoria, ripetendosi poi negli Stati Uniti (gara in cui tra l’altro debutta Sebastian Vettel per sostituire Kubica). In Francia Lewis porta a casa un terzo posto alle spalle delle due Ferrari di Raikkonen e Massa. Nel Gp di casa, invece, Hamilton guadagna un’altra terza posizione alle spalle di Raikkonen e Alonso. Nel Gran Premio d’Europa Hamilton non va oltre il nono posto. In Ungheria risulta invece più forte delle polemiche che intasano il box riguardanti presunti rallentamenti ai danni di Alonso e vince il gran premio portandosi in testa alla classifica prima delle tre settimane di pausa estive. In Italia arriva un’altra doppietta McLaren e il primo a uscire dai giochi per il titolo finale è Felipe Massa. In Giappone Lewis viene dato per campione del mondo visti i suoi 12 punti di vantaggio su Alonso e 17 su Raikkonen. Manca poco. In Cina torna la pioggia, Lewis si pianta sulla ghiaia e il mondiale si riapre visto che Alonso è soltanto a -2 e Raikkonen a -7. In Brasile accade l’inaspettato: Lewis preme per sbaglio il tasto della procedura di partenza e perde posizioni a destra e a manca. Raikkonen, invece, grazie ad una strategia azzeccata porta a casa l’ultimo mondiale della Ferrari. Bisogna rinviare il sogno.
Stavolta è vero.
Il 2008 inizia nel migliore dei modi per Lewis: a Gennaio firma un contratto per cifra incredibile di 138 milioni di dollari con la McLaren fino al 2012.
Durante i test pre-mondiali della stagione 2008, a Barcellona, dei tifosi di Fernando Alonso lo scherniscono con striscioni e magliette offensive e razziste sull’argomento del colore della pelle e credenze religiose. In tutta risposta il 13 febbraio 2008 la FIA lancia una campagna anti-razzismo. Si chiamerà Racing Against Racism con Hamilton come portavoce.
La stagione 2008 inizia con una vittoria, seguita però da due gare in cui il pilota commette vari errori. A Montecarlo, dopo una gara molto movimentata e segnata da un urto contro una barriera che lo ha costretto al rientro ai box, riesce a trionfare. Nella gara successiva, in Canada, dopo una sosta ai box nella quale han preso parte altri piloti, è andato a tamponare Raikkonen il quale stava uscendo anche lui dalla Pit Lane trovando però il semaforo rosso. Il ferrarista alza il piede ma Lewis, un po’ disattento, non si accorge del semaforo, urtando il retrotreno della monoposto dell’avversario e compromettendo la gara sua e del finlandese, consegnando la prima vittoria al pilota polacco Kubica.
Dopo una gara opaca in Francia, Hamilton conquista due vittorie consecutive in Gran Bretagna e in Germania: a Silverstone, sul bagnato come il suo idolo, Lewis dà il meglio di sé tirando fuori una delle sue migliori gare; ad Hockenheim, invece, il pilota inglese controlla per tutta la gara e solo nei giri finali, dopo l’ingresso della safety car, deve impegnarsi per riprendere la prima posizione.
Dopo queste due vittorie il pilota britannico subisce un leggero stop nel GP d’Ungheria nel quale, dopo aver forato una gomma, riesce a classificarsi solo quinto. Le cose andranno meglio nel GP successivo dove arriva secondo alle spalle del ferrarista Felipe Massa.
Al Gran Premio del Belgio 2008 conquista la pole e vince la gara sotto un improvviso diluvio dopo un discusso sorpasso a Kimi Raikkonen a due giri dalla fine. I commissari di gara però, nonostante il direttore di gara Charlie Whiting avesse, durante la corsa, comunicato due volte al team la regolarità della manovra, decidono in serata di infliggere 25 secondi di penalità per taglio di chicane, che declassano Lewis al terzo posto.
Nella prima edizione del Gran Premio di Singapore Hamilton lotta con Felipe Massa e Kimi Raikkonen per la prima posizione, ma il famoso incidente di Nelson Piquet jr. costringe la safety car ad entrare in pista stravolgendo la classifica. Hamilton riesce a limitare i danni recuperando posizioni e classificandosi terzo, mentre la discussa vittoria va al rivale Alonso. Successivamente nel Gran Premio del Giappone 2008 Hamilton parte in pole deciso a dominare la gara, ma al via il finlandese Raikkonen riesce abilmente a scavalcarlo. Inoltre, pensando di avere uno spiraglio in cui infilarsi, Hamilton finisce “lungo” trascinandosi dietro le due Ferrari. Quattro vetture finiscono lunghe nelle due curve successive perdendo posizioni, con Hamilton dietro all’avversario principale per il titolo Felipe Massa, che supera dopo poche tornate. Il brasiliano però non molla e tagliando la chicane tocca con l’anteriore destra l’inglese, mandandolo in testacoda. Hamilton si trova così in ultima posizione. Successivamente Massa sarà penalizzato con un drive-through per il sorpasso pericoloso, sanzione comminata anche ad Hamilton per aver forzato Raikkonen nella prima curva ad andare lungo. Tra i due litiganti, a godere è Fernando Alonso, ancora vincitore.
Dopo la vittoria nel Gran Premio della Cina Hamilton ha 7 punti di vantaggio su Massa: ciò significa che gli è sufficiente un quinto posto nell’ultimo Gp del Brasile per laurearsi campione del mondo: riesce nell’impresa, dopo un Gran Premio rocambolesco, superando alla terz’ultima curva dell’ultimo giro la Toyota di Timo Glock. Vana è quindi la vittoria di Massa e grande la delusione per la Ferrari. A 23 anni 9 mesi e 26 giorni, Hamilton diventa così il più giovane campione di sempre in Formula 1, strappando il record proprio al suo ex compagno di squadra Alonso. Un premio certamente meritato.
Limbo.
Le stagioni che vanno dal 2009 al 2012 rappresentano per Lewis un limbo. Nonostante il ruolo di prima guida l’inglese non brilla più come dovrebbe, complice anche uno sviluppo lento della macchina. Nel 2009 chiude il campionato al quinto posto dietro al connazionale Jenson Button, a Sebastian Vettel, Rubens Barrichello e Mark Webber. Nel 2010 le premesse per far bene ci sono tutte visto che Lewis al suo fianco avrà l’iridato Jenson Button. La macchina è buona e il feeling è quello giusto ma i risultati scarseggiano ad arrivare fino a metà stagione, quando Lewis rientra inaspettatamente nella lotta per il titolo che perderà e che andrà poi a Sebastian Vettel nell’ultima gara ad Abu Dhabi, nella quale Hamilton arriverà soltanto quarto. La stagione 2011 è caratterizzata dalla poca affidabilità della macchina e dai vari contatti con Felipe Massa, oltre che dal quinto posto in campionato. La stagione 2012 è quella dell’addio alla McLaren. L’ultima annata inizia in modo positivo con la pole nel GP d’Australia ma a causa di una pessima strategia Lewis non va oltre il terzo posto. La prima vittoria stagionale arriva nel GP del Canada e grazie a questo exploit Lewis ritorna in testa al mondiale. A due gare dalla fine, però, esce dalla lotta per il titolo, affare di Vettel e Alonso. Il 28 Settembre dal sito ufficiale del team arriva l’ufficialità: Lewis Hamilton sarà un pilota Mercedes.
Adattamento.
La decisione di lasciare la McLaren si rivela una decisione vincente per Lewis e per il suo portafogli, con un contratto da 20 milioni di sterline l’anno, bonus esclusi. Se alla McLaren Hamilton rappresentava un punto di riferimento, godendo di un trattamento di riguardo, alla Mercedes Toto Wolff non vuole prime donne e Lewis Hamilton si trova alla pari del suo ex compagno di squadra nel mondiale Kart Nico Rosberg. La macchina si rivela competitiva da subito sul giro secco ma nel passo gara non è all’altezza di RedBull, Ferrari e Lotus. Nonostante ciò Hamilton conquista diversi terzi posti e una vittoria nel Gran Premio d’Ungheria. Termina la stagione con il quarto posto finale. Ma questo è solo l’inizio.
Bis.
L’arrivo della tecnologia ibrida e la rivoluzione del regolamento rimescolano tutte le carte in tavola. Le Ferrari risultano lente, le RedBull inaffidabili e le Lotus sono in fondo alla classifica. In Mercedes avevano calcolato tutto e l’approdo di Aldo Costa dalla Ferrari nel 2011 servì proprio a farsi trovare pronti per la “rivoluzione ibrida”. Le due Mercedes si danno subito battaglia. In Australia vince Rosberg ma poi è Hamilton a dettare il ritmo portando a casa quattro vittorie consecutive in Malesia, Cina, Bahrain e Spagna. A proposito di ritmo, nello stesso periodo Lewis si dedica parallelamente alla musica e inizia a registrare le sue prime hit. A Monaco Nico Rosberg si riprende la testa del mondiale e vince anche in Austria. In Canada entrambe le Mercedes hanno problemi tecnici e Lewis è costretto al ritiro. A quel punto Nico sembra avere il mondiale in tasca, nonostante la vittoria in Inghilterra Lewis. Nelle tre gare successive si accendono gli animi e al Gp di SPA-Francoschamps le due Frecce d’argento arrivano al contatto. A quel punto Lewis si sveglia e porta a casa cinque vittorie consecutive da Monza ad Austin, con Rosberg che prova soltanto a limitare i danni. L’illusione di Nico di essere alla pari del suo compagno viene distrutta soltanto in due settimane, quelle che hanno separato il gran premio di Interlagos dall’ultimo appuntamento di Abu Dhabi in cui Hamilton si laurea campione del mondo per la seconda volta.
Cambiamenti.
Se nel 2014 le Mercedes risultano imbattibili, nel 2015 arriva la consacrazione per le frecce d’argento. Ad animare la stagione sarà di nuovo il duello Hamilton-Rosberg, che finisce in favore del pilota inglese. Hamilton domina tutta la stagione e a Monza ha già in tasca il campionato. Lewis in pista fa la parte del “cannibale” e si diverte a fare il bello e il cattivo tempo. La stagione in pista ha visto poco oltre alle dieci vittorie di Hamilton e le posizioni fuori dal podio sono soltanto due per il pilota inglese. Ormai l’inglese è un personaggio mediatico a tutto tondo. Si tinge i capelli biondo platino, continua a incidere il suo album insieme a cantanti come Kanye West e appare nel film Zoolander 2. Lewis nel 2015 si alterna tra i podi e le copertine delle riviste scandalistiche, con ben 48 milioni di euro annui è tra gli sportivi più pagati al mondo e tra quelli con più followers sui social network. A fine stagione inizia a girare la voce di un possibile addio al mondo della F1, voce subito smentita dal diretto interessato. In tutto questo Lewis arriva a quota 3 mondiali, proprio come il suo idolo Ayrton Senna, che sicuramente si sarà divertito guardando Lewis fare il cannibale e passare gli avversari come solo lui sa fare. Il sogno è realtà.
Per quanto riguarda la stagione 2016, abbiamo già approfondito tutto in un articolo apposito, che riassume il percorso mondiale di quest’anno.
Ma alla fine chi è Lewis Hamilton?
Dopo aver letto tutta la sua storia si potrebbe dire di Lewis Hamilton che sia uno di quei piloti che hanno sempre avuto la macchina giusta. Questa però sarebbe una chiave di lettura sbagliata e qualunquista: Lewis Hamilton è il primo pilota di colore arrivato in Formula 1, ha sconfitto i pregiudizi ed è sempre stato più veloce delle critiche. Lewis Hamilton è, per molti, la cosa migliore che sia mai accaduta alla Formula 1 dal 2006 a oggi.
18 anni, appassionato di motori e tifoso della Fiorentina, aspirante giornalista sportivo, una volta ho preso 8 a Latino.
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