La Stampa ha pubblicato le risposte di un sondaggio su “il giornalismo che vorrei” cui ha partecipato un migliaio di persone.
Le richieste più in voga riguardano un giornalismo ricco di approfondimenti, libero da influenze politiche, aperto alle critiche e che sappia chiedere scusa; probabilmente l’esatto contrario di quanto viene spesso offerto dal panorama dell’informazione italiana.
Buoni propositi, giusto? C’è tuttavia un problema, ed è un problema di numeri. Internazionale ha 811.000 like su Facebook, The Post Internazionale ne ha 611.000 e il Post appena 198.000. Tutte buone testate, con ottime firme, che spesso, con stili e punti di vista diversi, pubblicano approfondimenti, inchieste e notizie rilevanti di politica interna ed estera. Eppure Il Fatto Quotidiano, da solo, totalizza più like di queste tre testate insieme. E consegue un simile risultato dando spazio al giornalisti del calibro della Borromeo e di Scanzi – per non parlare degli editoriali di Travaglio.
Il cortocircuito è evidente. La legge di mercato della domanda e dell’offerta parla chiaro: i giornali italiani pubblicano spazzatura perché siamo noi a chiedergliela con insistenza. Non la chiedessimo, resterebbero solo i giornali di qualità. E i giornalisti che non sanno neanche controllare le proprie fonti sparirebbero.
A. & R.
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