Tra gli ampi spazi dei cieli della capitale si aggirava uno strano elicottero da guerra, tappezzato di iconografie cristiane, di slogan ecumenici e di pubblicità di Comunione e Liberazione. Seduto ai comandi dell’Apache gesuita, uno sghignazzante Fausto Bertinotti guardava avvicinarsi sul radar il suo obbiettivo, la collina di Monte Mario.
Erano cambiate tante, troppe cose negli ultimi anni. Prima c’era la Guerra Fredda, con quella rassicurante cortina di ferro a separare i buoni dai cattivi. Gli anni di piombo, il compromesso storico, la lotta armata, gli anni ottanta. La tomba della sinistra Novecentesca.
Con il crollo del muro e la vittoria dei nemici, c’era bisogno di un nuovo ideale per cui ricominciare a combattere. Una dottrina forte, a cui abbandonarsi acriticamente, con quell’atteggiamento di cieca appartenenza fideistica che gli ricordava i bei vecchi tempi. Fausto quella via l’aveva trovata nella misericordia di Dio, e voleva distribuirne un po’ ai suoi vecchi compagni.
Arrivato nei pressi della residenza dem, armò il compassionevole cannone del suo elicottero e si preparò a portare la gloria del Signore tra quei maledetti materialisti. Purtroppo per lui aveva incolpevolmente trascurato due particolari. Il primo era il rapimento di Giachetti e la conseguente presenza di Renzi. Il secondo era appena uscito da un imponente Hummer corazzato.
I governi passano, passano anche le ideologie e non c’è niente che si possa dire assoluto; ma se c’era una sola cosa che Angelino Alfano non poteva sopportare, quella era il crimine. E fu in nome della giustizia, della sicurezza e dell’ordine che, imbracciato il suo RPG-4lf4n0 personalizzato, esplose un colpo all’indirizzo del sacro vascello alato di Bertinotti, interrompendo il suo attacco.
«Maria Elena, sono Angelino» disse verso il computer di bordo, indossando un paio di occhiali da sole e voltando le spalle all’esplosione «C’è stata un’interferenza nella missione, ma credo di aver creato un ottimo diversivo».
L’elicottero perdeva quota sempre più velocemente. “Perché mi fai questo, mio Signore? Non sono forse degno di perseguire questo scopo?” pensava Fausto, vedendo la sua fine imminente. Ma non si sarebbe fermato: con le sue ultime forze, virò verso la torre della residenza.
«IL MOVIMENTO OPERAIO È MORTO, VIVA IL POPOLO DI DIO!»
PROSSIMAMENTE IN EBOOK SU QUESTI SCHERMI
[Attenzione: alcune scene di questo testo potrebbero apparire un tantino romanzate. Ma l’autore assicura la piena veridicità del racconto]
Umile braccio armato di Frullo. Se avete bisogno di qualcosa, dovete chiedere all'uomo col fucile. Per parlare con me http://ask.fm/ImdiSpina, per richieste particolari inerenti a imdi.it [email protected], per richieste particolari inerenti alla mia persona (n-no homo) [email protected]
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