« Berlusconi condannato! », è l’urlo unanime che si leva nel paese. C’è chi urla di gioia e chi invece è disperato. Avevo preso in considerazione l’ipotesi di passarci sopra in cavalleria, ignorando bellamente l’evento che – a mio avviso – sancisce una verità già nota (ossia che Berlusconi è un evasore), ma alla fine ho ceduto. Tutti ne parlano, in fondo: meglio dire la mia prima che l’argomento venga a noia (anche se…).
Cominciamo dalla fine: ho sentito che gli avvocati di B. hanno intenzione di ricorrere all’Unione Europea, e la cosa, devo dire, mi lascia perplesso, rappresentando questi qualcuno che si è scagliato contro l’UE ogni 3×2. Facessero, comunque, ché tanto se non hanno avuto fortuna qui difficilmente ce l’avranno sul campo internazionale. E non credo, a ogni modo, che l’UE abbia il potere di annullare una sentenza della magistratura italiana su una simile questione (potrei sbagliarmi, però).
Torniamo alle reazioni, comunque. Grillo evoca un vecchio motto inglese («Il Re è morto, evviva il Re!») e dice che la sua condanna è come la caduta del muro di Berlino. Personalmente, ci credo poco: anche se il Caimano uscisse effettivamente dalla scena politica, i suoi interessi e quelli dei suoi alleati (ricordiamo, al proposito, la sentenza Dell’Utri) rimarranno in campo. Così come tutta la gente che il PDL ha portato alla ribalta: torme di portaborse e peones, corrotti e corruttori, gente indegna e incapace che si ritrova tutt’oggi nei gangli del potere. Sarà difficile liberarsene, e solo a patto che sia possibile sfuggire al berlusconismo – e ancora una volta, ne dubito: la deriva populista che ha preso l’Italia in questi tempi di crisi è indicativa della facilità con cui la gente viene ancora manipolata dai salvatori della patria, per non parlare dell’ignoranza che affligge la classe politica (chi più chi meno, in tutti i partiti), come dimostrano il caso Stamina e la legge “anti-vivisezione”.
Altre reazioni: tralasciamo il PDL e l’ “Esercito di Silvio”, ridicoli come da aspettative, e concentriamoci sul PD, il grande alleato (nonché quota di maggioranza) di questo governo di “larghe intese”. Letta aveva preannunciato che non ci sarebbero stati stravolgimenti, per ora tace, più avanti chissà. Epifani invece auspica una pronta applicazione della sentenza (attirandosi le accuse di giustizialista), ma si augura anche che non ci siano ripercussioni sulla tenuta del governo Letta, ignorando bellamente il fatto che il suo partito si trova, adesso, alleato di un pregiudicato – e se prima si poteva sempre contare sulla (ridicola) presunzione di innocenza, adesso non più. Quindi tanti cazzi se un terzo degli italiani lo ha votato: in questo momento prestarsi ai suoi ricatti e condividere con lui la responsabilità del governo non dovrebbe essere più fattibile, perché quell’aura di presunta potenziale innocenza, velo peloso che come una foglia di fico copriva lo schifo degli accordi con il PDL, è ormai caduta. Ma conosciamo bene il Partito Democratico e, state a vedere, ingoieranno anche questo rospo e faranno finta di niente – con la solita guarnizione di tante belle parole. Divenendo dunque, inevitabilmente e indifendibilmente, definitivamente complici.
Berlusconi, il diretto interessato, ha comunque dichiarato: “sono innocente, parte della magistratura è irresponsabile”. Sorge in me spontanea una domanda: “irresponsabile de che?”. Da quando in qua emettere una sentenza ha qualcosa a che fare con la responsabilità o con l’irresponsabilità, a parte quelle relative all’appurare i fatti e portare avanti una giustizia uguale per tutti? Di seguito, afferma che vuole vincere le prossime elezioni con Forza Italia – candidandosi? Ma anche no!
Da ultimo, visto che stiamo procedendo a ritroso, parliamo un po’ della condanna per frode fiscale (evasione, dunque) al processo Mediaset. La Cassazione ha confermato la pena a quattro anni di carcere (che Berlusconi non sconterà in quanto ha più di settant’anni) di cui tre indultati (da se stesso), e ha rimandato alla Corte d’Appello il compito di verificare la durata dell’interdizione dai pubblici uffici (e non so se l’indulto si applica anche su quella, oppure no). Rimane da considerare, in tutto questo, la legge Severino: il precedente guardasigilli (successore di Alfano e predecessore della Cancellieri) ha infatti durante il governo Monti fatto passare una legge che rende ineleggibile qualsiasi parlamentare condannato in via definitiva a più di due anni. E se è già in carica deve dimettersi – previa autorizzazione della Giunta per le Elezioni. Quindi…
Ok, la condanna dell’ex-Cavaliere (ebbene sì, perde il suo titolo) mi ha finalmente annoiato. Lascio a voi le conclusioni, e di mio dico soltanto questo: se anche adesso la giustizia facesse veramente il suo corso, saremmo comunque il paese che ha permesso a un uomo simile (ricordiamo la condanna per concussione e prostituzione minorile, le numerose prescrizioni, le depenalizzazioni – falso in bilancio su tutte) di governarci per anni. Un paese in cui a dispetto di tutto, un terzo della popolazione lo vota. Facciamoci un bell’esame di coscienza… Prima di prendere torce e forconi, che quando ci vuole ci vuole.
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