E’ l’Anno Domini 2013, quindi dovreste già saperne un po’, presumibilmente di prima mano, di quello di cui sto per parlarvi. Groupon, Groupalia, Groupdellamiafava… insomma, i cosiddetti “deal“, o offerte via internet per beni e servizi.
Su questi siti ultimamente si può comprare di tutto: sbiancamento dentale, sbiancamento anale, corsi di fancazzismo applicato, simulazione di scippo davanti alle poste…insomma, da una parte questi deal da una parte permettono di risparmiare su servizi di cui abbiamo comunque bisogno, dall’altra ci danno l’illusione di poterci permettere lussi che prima ci sembravano preclusi (90 euro invece di 250 per fare due giri di pista in lamborghini? Evvai, grazie Groupon, con il tuo efficacissimo marketing hai generato in me un’altra apparente esigenza da appagare di cui in realtà non ho nessun bisogno). Ma questo è un altro discorso, la mia filosofia è che delle cose di cui potevo benissimo fare a meno fino a ieri posso farne a meno anche domani, quindi niente paracadutismo o aromaterapia, mentre per le cose di cui ho bisogno e riguardano la mia salute o la mia formazione professionale preferisco spendere di più ma avere anche qualche garanzia; datemi dello snob, ma non andrei volentieri da un dentista prenotato su groupon e se devo fare un corso online perché non posso permettermi un master da 5mila neuri allora faccio prima a comprarmi qualche libro e consultare qualche sito per i cazzi miei.
E quindi, che scrivo a fare un articolo su sta roba se non mi interessa?
Beh, sapete, io ho due vizi che non vanno d’accordo tra di loro. Mi piace mangiare fuori ogni tanto e sono taccagno. E qui entrano in gioco Groupon, Groupalia etc, che sulla carta mi permettono di pagare 12 euro una cena da 30, o 18 euro una cena da 50. “Minkia zio, trpp fiko” esclamai la prima volta che scoprii Groupon. Del resto, in teoria la formula di questi deal è “win-win”, nel senso che vince sia il cliente, che risparmia, sia il locale, che si fa una pubblicità notevole (e ovviamente vince anche il servizio online, che si intasca il 50% o più del ricavo).
Questo in teoria. Di fatto, i ristoratori (la quasi totalità di quelli che ho provato) non capiscono che con questo meccanismo è normale che vadano in perdita, i guadagni arriveranno quando i nuovi clienti soddisfatti torneranno o lo consiglieranno agli amici/scriveranno recensioni positive online. Costoro vogliono evidentemente la botte piena e la moglie ubriaca, e quindi vai di ingredienti di quantità e qualità inferiore, non sia mai assumere del nuovo personale (che pare sia istruito a trattare i clienti di groupon come degli appestati), ovviamente evitiamo accuratamente di emettere lo scontrino, che scherziamo, cosa pretendono questi barboni? Questi ristoratori non comprendono che se tratti di merda i tuoi nuovi clienti attirati dagli sconti è improbabile che siano tanto coglioni da tornare da te a prezzo pieno. Va beh che abbiamo eletto tre volte berlusconi e sta ancora al 25%, quindi non si può mai dire.
Tra le mie esperienze personali cito un aperitivo di una tristezza infinita, una pizzeria decente ma dove i camerieri ti trattavano più o meno come un ebreo ad Auschwitz, un giapponese che causa vomito, una cena antipasto/primo/secondo/dolce le cui porzioni erano talmente abbondanti e nutrienti che appena uscito mi sono dovuto fare un trancio di pizza per placare la fame, un greco dove ti impedivano di prenotare i weekend e tutte le sere infrasettimanali, un’altra cena completa dove tutto sembrava, incredibile, non dico buono, ma perlomeno decente, fin tanto che non ci hanno servito un’ottima panna cotta generosamente guarnita di formiche morte (e non era un ristorante africano). L’unico posto che ho provato con Groupon dove tornerei è una trattoria sui colli dove la cameriera rumena era sì maleducata e scortese, ma almeno non ti trattava proprio come tu tratti i pr di Mondolibri e i tossici alla stazione.
Quindi, in definitiva, i deal su internet sono sempre delle inculate? Beh, considerata comunque la sensibile differenza di prezzo, non sempre. Ovviamente non vanno pressi ad minchiam, ma bisogna prima informarsi sul locale o guardare le recensioni online, occorre inoltre avere il buonsenso di evitare i baretti che ti propongono delle cene di 5 portate e i ristoranti appena aperti, spesso e volentieri gestiti da emerite teste di cazzo che giocano a fare l’imprenditore prima di fallire dopo massimo 12 mesi. Per il resto, guardandola da un altro punto di vista, i deal di internet sono come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. E con questa metafora del cazzo, vi saluto, che stasera vado a cena con un deal di Groupon, chissà se mi sputeranno nel piatto o se mi verrà la diarrea.
24 Agosto 2013
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