Salve o giovani, nodosi ed enoürmi peni di scimpanzé.
Ieri, mentre preparavo gli scatoloni per un imminente trasloco, mi sono ritrovato tra le mani i vecchi appunti ammuffiti dell’università. Srotolando le pergamene, rileggendole con antico affetto e ricordando il nostro ottuagenario professoüre (che ormai sarà sottoterra, presumo), ho deciso di parlarvi di un argomento che ai tempi dell’università mi aveva affascinato non poco: le differenze di genere.
Non starò a parlarvi delle ovvie distinzioni anatomiche e fisiologiche evidenti a tutti :ifyouknowwhatimean:, ma di come le neuroscienze si interroghino da decenni su ciò che distingue a livello comportamentale, psicologico e cerebrale maschi e femmine. Cosa ci fa diventare quello che siamo? Siamo realmente così diversi? E quali sono le differenze, se ce ne sono? Spingitori di cavalieri?
Partiamo con il classico interrogativo con cui gli scienziati si tafazzano incessantemente i maroni su qualsiasi aspetto della psiche, ovvero: natura o cultura (Nature or Nurture)? Uomini e donne si nasce o si diventa? Ancora non sappiamo quanto di quello che siamo sia predeterminato dai geni e quanto invece dalle influenze culturali e affettive, ma queste ultime hanno sicuramente un peso maggiore di quanto si creda. Pensateci: se nasciamo con una vagina, il primo giocattolo che ci ficcheranno in mano sarà un mini servizio da tè e ci diranno BRAVIIIIISSIMA quando faremo il giochetto della mamma inda kitchen che prepara minestre di fango. Viceversa, se siamo dei piccoli pene-muniti i nostri genitori ci applaudiranno quando ruttiamo forte, il babbo giocherà con noi a fare la lotta e ci misureremo i peni a vicen- no ok, questo no. Posso dire senza tema di smentita che almeno una bella fetta del comportamento sesso-specifico è influenzata dalle aspettative esterne, tant’è che gli stessi generi cambiano molto il loro livello di mascolinità o femminilità nelle diverse culture. Ad esempio, è difficile immaginare una donna svedese che sbucci la mela al maritino e gliela porti mentre lui si scaccola in canottiera davanti alla partita, mentre non facciamo fatica a pensare la stessa scena in una casa sicula.
Ora, di sicuro i machomen qui dentro diranno: ma yo sò ke il maskio he piu intelignete xkè à il crevelo piu gradne!!!11! Anche in questo caso la risposta però è Nì, (inteso come “sì e no”, non nel senso del tizio del gattolicesimo): innanzitutto perché non c’è ancora una definizione univoca di intelligenza. Se la intendiamo come quoziente intellettivo, cioè quello misurato con i classici test degli psicologi, pare che non ci siano differenze significative tra i due sessi. Alcuni studi hanno effettivamente rivelato che i maschi hanno il cervello di qualche decina di grammi più pesante delle donne, ma questo non significa nulla, perché la dimensione del cervello dipende anche dalla struttura corporea: un corpo più grande avrà in proporzione più materia cerebrale. Se togliamo l’influenza di altezza e peso, questa differenza tende a scomparire.
Pensiamo ora ai risultati scolastici: ho letto di recente qualche statistica sulla distribuzione di uomini e donne in ambito scolastico e universitario. A quanto pare il gentil sesso comincia a superarci in numero perfino nell’istruzione universitaria e nei dottorati! ‘Ste fetenti completano gli studi in maggior numero rispetto a noi, e sono pronto a scommettere che presto verranno anche a soffiarci il primato dei posti da barone universitario. Accidenti a loro!
Alcune differenze cognitive specifiche tra uomini e donne effettivamente emergono, ma gli scienziati non si sono ancora dati una spiegazione univoca in merito. Anche qui non si capisce in quale misura queste differenze, ad esempio nelle abilità spaziali/matematiche (più sviluppate nei maschi) siano dovute a influenze culturali: infatti, solitamente non ci si aspetta che una bambina sia brava in matematica, quindi la donna da grande tenderà a yaomingare su questo aspetto. Un maschio che prende 3 in matematica invece verrà spronato a fare di più e a impegnarsi.
Secondo la prospettiva evoluzionistica, questa differenza avrebbe origini nei diversi ruoli che un tempo ricoprivamo nella savana: noi uomini siamo diventati più bravi nei compiti spaziali perché si è sviluppata di più la parte di cervello incaricata di ricordarsi la strada verso la caverna, mentre le nostre signore hanno sviluppato maggiori capacità nel distinguere oggetti naturali e simili tra loro, perché un tempo dovevano principalmente raccogliere bacche, e sopravvivevano -literally- solo coloro che sapevano distinguere i frutti buoni da quelli velenosi. Pare proprio infatti che le donne siano più brave nel classificare gli elementi appartenenti al mondo naturale di quanto lo siamo noi. Ad oggi però, quanto queste discrepanze siano radicate nel nostro sistema cerebrale e quanto invece siano influenzate dalle aspettative della società, ancora non lo sappiamo.
Bene, spero di avervi confuso abbastanza le idee. Ora vi saluto e vado a ribadire la mia mascolinità con una bella gara a chi piscia più lontano insieme a un ordinario di Cambridge.
Dr Sucks.
Per finire, linko una lettura consigliata per chi volesse approfondire l’argomento.
Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
21 Marzo 2017
29 Dicembre 2016
30 Novembre 2016
15 Settembre 2016
17 Agosto 2016
Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.