25\11\2014, via Morone 6, Milano.
Sembra una normalissima, stretta viuzza milanese persa in un intrico di altre vie tutte uguali, ma questa è la sede di una delle più grandi aziende di consulenza informatica d’Italia. Un telefono squilla. Il prefisso è di Genova. Un uomo sulla sessantina, coi lunghi capelli, sospira rassegnato risponde alla chiamata.
“Giuseppe, che vuoi?”
Frasi smezzate si mischiano a invettive incomprensibili, apologie di totalitarismi orrendi, colpi di tosse degni di un fumatore di cherosene e luoghi comuni come se piovesse. Nonostante tutto, dall’altra parte della cornetta arrivano ben distintamente un “600 MILIARDI REGALATI ALLE CONCESSIONARIE DI STATO!!!” e le tonsille dell’interlocutore.
“Piero, per la Madonna, io devo fatturare, ho cose da fare, devi darti una mossa.”
“Belìn, Gianrobe’, è successo di nuovo! Quando l’ho visto non volevo crederci! Ecco cosa è accaduto: http:\\bep.pe\incredibile_dichiarazione_parlamentare.”
“Giuseppe, IO NON POSSO FATTURARMI CLICCANDOMI DA SOLO IL BLOG. Dimmi direttamente che cazzo è successo”
“Altri due hanno deciso di darmi contro, Gianrobe’. Qua mi scappa tutto dalle mani, che combino?”
L’espressione di Casaleggio non muta di un millimetro. Del resto, non muta mai, neanche quando caga o è sotto sforzo.
“Chi sono e cosa hanno detto?”
“Per scoprirlo…”
“NON vado sul blog”
Uno sbuffo contrariato risuona dall’altra parte della cornetta. In mezzo, si sente un borbottio che suona stranamente simile a “però sul sito della ChiareLettere ci vai…”
“Come, prego?”
“Niente, niente. È che due deputati ci hanno criticato per la comunicazione. ‘Sta roba del “successo alle regionali” non se l’è bevuta nessuno. Neanche con un’apologia di fascismo si sono distratti dalle elezioni, io che cazzo devo fare?”
“Buttali fuori”
“Ancora? Ma stanno iniziando a scarseggiare i deputati da cacciare!”
“Due piccioni con una fava: i giornali parlano d’altro e te li levi dalle croste.”
Un altro sospiro scuote la cornetta.
“Gianrobe’, io te lo ripeto: con solo 163 parlamentari non si arriva neanche a fine legislatura…”
Eccoci qui, a scrivere di nuovo di Grillo.
Non mi metterò a fare una dissertazione su una votazione iniziata alle 11 e conclusa alle 19, basata su presupposti falsi, i cui voti sono stati guidati da un post teso più ad accusare che a spiegare, senza possibilità di replica dei diretti interessati, il cui esito non è stato certificato da un ente terzo, su una piattaforma già più volte penetrata da attacchi di hacker, in cui la certificazione di nuovi utenti avviene con tempi biblici e in cui le procedure per l’espulsione non sono state rispettate (prima il gruppo locale, poi il Parlamento, poi il web) perché il boss ammette candidamente che altrimenti non sarebbe riuscito a cacciarli.
Non lo faccio perché davvero non saprei che cazzo dire; già solo l’elenco delle magagne di questa votazione è lungo come la fedina penale di Fabrizio Corona. Le battute che ho a disposizione per un articolo sono limitate e ne ho consumate quasi duecento già solo a scrivere questa simpatica lista. Passerò oltre con aria rassegnata.
Comunque, come molti sanno, questi parlamentari con qualche loro amico hanno poi deciso di fare la marcia sulla villa di Grillo in Toscana, dove questo si era rifugiato per evitare rotture di coglioni. Li ha tenuti alla porta, al freddo, come fossero rappresentanti del Folletto, dopo che avevano passato un’ora al citofono a cercare di convincerlo a scendere mentre lui si rifiutava perché era stanco. Nessun risultato, apparentemente: Pinna e Artini sono fuori e non ci sono cazzi che tengano. Poco importa che i rendiconti siano stati regolarmente pubblicati, solo non sul sito di Grillo, per motivazioni anche sensate (in breve, volevano trasparenza sul sito tirendiconto, e sapere pure perché fosse gestito di merda, visto che loro pubblicano i rendiconti e questi vengono messi online con tutto il loro comodo; questi due, nell’attesa, pubblicavano i rendiconti sui loro siti internet o su Facebook): quei due dovevano essere cacciati e così è stato.
Sui retroscena della votazione getta un po’ di luce (poca, per la verità) la deputata 5S Patrizia Terzoni in un suo commento a questa foto
Allego screenshot nel caso venisse cancellato (intero, con foto, commento e tutto così nessuno può accusarmi di inventarmi i post).
Per chi non volesse zoomare una foto per nani, copincollo qua il commento (per chi non avesse aperto la foto, ricordo che fra le varie accuse mosse ci sono anche l’aver ceduto dati a scopo di phishing):
“Paola perché non dici la verità? Perché non dici che è per colpa tua che si è piantato il server? Perché non dici che hai dato tu le password di modifica del server ad un perfetto sconosciuto andando contro le decisioni del direttivo? Perché non dici pure che il perfetto sconosciuto è stato segnalato da Casaleggio e lo abbiamo assunto noi come gruppo camera per 5 giorni con calusule di riservatezza quindi che non doveva rispondere allo staff ma solo a noi è così non è stato? Perché non dici che sei stata tu che a causa di questo un perfetto sconosciuto ha avuto accesso a tutte le nostre mail? Perché non dici che sei stata tu a non fidarti di Massimo ed Erich che ti avevano detto di non darle ed invece le hai date? Perché non dici che abbiamo chiesto che fossi immediatamente sollevata dal ruolo di capogruppo dopo tutto questo? Perché non dici che è stata l assemblea a dare il mandato a Massimo Artini di seguire il server? Questo perché non lo dici a tutti! Allora se dobbiamo iniziare a toglierci i sassolini dalle scarpe… Bene… Iniziamo a farlo tutti! Di anche perché la commissione difesa ha dovuto fare un sondaggio per conto suo e non sul blog? Di a tutti perché il blog non ha concesso il sondaggio? Perché queste cose non le dite???”
Comunque ormai il danno è fatto, e Artini e Pinna hanno le loro reputazioni rovinate. Artini ha annunciato che si sarebbe tutelato in tribunale; c’è da sperare che vinca e io glie lo auguro sinceramente.
MA
La riunione non è stata senza effetti, in realtà. Ha seguito… beh, questo
29\11\2014, via Morone 6, Milano.
Sempre solito studio. Solita chiamata al solito capellone.
“Giuseppe, dimmi che sono di corsa, sto preparando il discorso da presentare alla gara delle cazzate più improbabili del mondo. Quella della fine dei giornali l’ha battuta la tua apologia di fascismo e mi tocca rifare tutto da capo”
“Scusa, Gianroberto, non volevo. Comunque mi sa che ‘sto giro l’abbiamo fatta fuori dal vaso, ieri sera sono venuti a trovarmi quelli che abbiamo cacciato fuori. Gli attivisti non mi sopportano più, che faccio ora?”
Gianroberto riflette un momento. Alla fine tutti i nodi vengono al pettine; e fra lui e Grillo di nodi ne hanno davvero un sacco. Solo, non riesce a capire dove sia l’errore. Difendere l’ISIS, pubblicare apologie di fascismo, mettere Rocco Casalino alla comunicazione, pubblicare stronzate deliranti sulla macchia rossa a forma di PD alla vigilia delle elezioni europee, fare clickbaiting sfrenato con i peggiori siti di gossip come Tzetze.it, espellere con scomunica un sacco di parlamentari per semplici critiche, continuare a gettare merda addosso a Pizzarotti quando lui da solo alle elezioni prenderebbe più voti di tutto il Movimento insieme, allearsi in Europa coi fascisti invece che coi Verdi… davvero, chissà dove avevano sbagliato. Comunque il danno ormai è fatto e bisogna porre rimedio.
“Oh, ‘sto Beppe Grillo è proprio un leader di merda, uno che sputtana il 25% delle nazionali in meno di due anni senza fare un cazzo. Sbraita sempre contro tutti, posta puttanate antiscientifiche, si smentisce in continuazione, si spaccia per profeta perché posta stronzate che in un caso si avverano e dieci no, come se aver subodorato il crac Parmalat dieci anni fa gli avesse dato doti medianiche… Se avesse un briciolo di dignità, si dimetterebbe subito (1).”
“… Cosa?”
“Seriamente, Giuseppe. Dimettiti.”
“… Gianroberto, ma sei coglione? Senza di me il 5S perderà tutti i voti!”
“Tanto glie li fai perdere comunque. E visto che alla gente ora stai sulle palle, manda gli altri a sbrogliare le grane al posto tuo. Ti ritiri ora che qualcuno ti stima ancora e passi la vita a cazzeggiare in Costa Smeralda, e fanculo tutti; intanto alla gente Dibba piace e un sacco di persone volevano più comunicazione. Lasci che gli altri sistemino il casino che hai fatto tu e fine”
“… Sai che non hai tutti i torti?”
Ora, vorrei fare due considerazioni rapide rapide. Finalmente ora sappiamo quale sia il ruolo di Grillo all’interno del Movimento: lui si ritiene un “garante”.
E ora, qualsiasi cosa sia un garante, abbiamo altri cinque come lui con cui dover fare i conti. Resta irrisolta la domanda “ma che minchia fa un garante?“.
Se io vado nella segreteria di un partito ho diverse persone con cui parlare per le mie varie esigenze. Se desidero sapere qualcosa sui soldi vado a parlare col tesoriere, per dire, se io voglio sapere qualcosa sul programma per il territorio vado a parlare col candidato della zona, se voglio sapere dov’è il bagno vado a parlare con l’usciere. Ma io, a un garante, che gli chiedo? Che cosa fa, di specifico, un garante? Non lo so, e Grillo non lo spiega.
Questa la prima considerazione. La seconda l’ha offerta Gad Lerner. Posto direttamente da qui perché in un meno di dieci moduli ha detto tutto; chi volesse, comunque, trova l’originale qui
“Da Grillo “stanchino” la democrazia è faccenda sbrigativa. Butta giù una lista di cinque fedelissimi ai quali sogna in prospettiva di scaricare una creatura di cui s’è palesemente (e comprensibilmente) disamorato. La pubblica sul blog e chiede di votare Sì o No entro le 19. Complimenti, bel modo di gestire la transizione e di mettere in pratica la democrazia della rete di cui per anni s’ è riempito la bocca. E se uno per sbaglio avesse proposte alternative? E Casaleggio? Resta nell’ombra?
Al posto degli iscritti M5S -per dignità- boicotterei una simile trovata offensiva della loro intelligenza.”
(1) Ripreso pari pari da qui.
5 Aprile 2017
9 Gennaio 2017
7 Gennaio 2017
24 Dicembre 2016
19 Novembre 2016
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.