“Se sei felice e tu lo sai, vai affanculo.”
Bene. L’estate è passata. Non c’è più il bel tempo cari miei, ora siete tutti rintanati in casa a cazzeggiare allegramente su internet. Alcuni di voi si danno alla lettura. E i più sfortunati leggeranno quest’articolo. A loro lo dedico. Voglio proprio regalarvi un sacco di tristezza. Voglio collaborare col mio amico “tempo di merda” per peggiorare la vostra giornata e ricordarvi che non v’è malattia peggiore della vita e non razza più merdosa di quella umana.
Adrian uses Montale (after his wife’s death). It’s super effective.
“Avevamo studiato per l’aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.”
4, Xenia I
“Ascoltare era il solo tuo modo di vedere.
Il conto del telefono s’è ridotto a ben poco.”
9, Xenia I
E, per chi non la conoscesse già:
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.”
5, Xenia II
Mi ricordano un po’ questa (inb4: old):
Vorrei anche parlarvi di un film che amo molto. Premetto però che, se non ve ne frega niente della storia della Jugoslavia, è difficile da reggere.
S’intitola “Underground” ed è uno (forse il maggiore) dei capolavori di Emir Kusturica.
La trama è alquanto complessa. Mi limito a dire che è principalmente una metafora dell’Ex Jugoslavia. Vediamo scorrere cinquant’anni di storia (dalla II Guerra Mondiale alla Guerra Civile) dietro le vicende di due amici/nemici. Festeggiamenti, allegria e utopia, ma anche tradimenti, morti e realtà.
La scena clou, secondo me, arriva verso la fine del film. Siamo durante la guerra civile. Uno dei protagonisti, morente sulla sedia a rotelle, dice le sue ultime parole:
“Nessuna guerra è guerra, finché il fratello non alza il braccio sul fratello.”
Sullo sfondo abbiamo bombardamenti, spari e un crocefisso capovolto.
A voi la scelta di guardarla o meno.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=AbzcxsqZzYM#t=329s
Detto ciò, ci tengo a premiare i folli che sono arrivati fino a questo punto dell’articolo (se vi aspettate un messaggio di speranza potete già chiudere la scheda).
Quest’estate, un po’ grazie al mio lavoro un po’ grazie ad un mio caro amico, ho imparato ad amare le opere di Puccini. Due in particolare.
Qui la trama della prima.
In sintesi (per i più pigri):
Tizio A scappa dal carcere. Lo accoglie, facendogli trovare il travestimento in una chiesa, sua sorella. Tizio B ritrae in un dipinto, nella stessa chiesa, la sorella del tipo A. Tizio B scopre che Tizio A è un suo vecchio amico. Naa ci rinuncio. Trama troppo complicata. Insomma c’è sta tipa di nome Tosca che, con la sua donnaggine, fa morire il suo fidanzato e un poliziotto/nobile per poi suicidarsi.
Vi propongo dunque la fine del primo atto.
Amate l’umanità ascoltando la musica e pensando a ciò che è in grado di creare. Odiatela pensando alla trama e ascoltando le parole.
Il nome della seconda, invece, inizia per “T” e finisce per “urandot”.
L’ultima opera di Puccini (infatti rimase incompiuta). La storia? Una schiava che muore affinché l’uomo che ama possa sposare una principessa figa di legno. Be-bello.
Tuttavia non ci sono parole per descriverne la musica. Penso sia la cosa più bella che abbia mai ascoltato e che mai ascolterò. Tutto rispetto per Wagner.
http://www.youtube.com/watch?v=tQgt3mU1Puk
Premetto che ho sentito versioni di gran lunga migliori. Ma, tra quelle complete presenti su Youtube, questa mi sembra la scelta più adatta. Se, invece, c’avete voglia di scaricarla vi consiglio quella del ‘65 (registrata al Teatro dell’Opera a Roma) diretta da Francesco Molinari Pradelli. In caso contrario non vi resta che aprire il link e passare 2 ore e mezza in un altro mondo. Un mondo bello. Un mondo che solo l’arte riesce a regalarci, anche se per pochi istanti.
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