Ok, sono consapevolissimo che parlare oggi di quanto faccia cagare ask.fm e chi lo usa sia “OLD!!1!”, “REPOST!1!!1!” e quant’altro. Non ho mai approfondito l’argomento ask.fm proprio perché pensavo che fosse un fenomeno di internet passeggero destinato all’oblio come tanti altri (senza andare troppo indietro, chi è che si caga ancora le pagine Spotted, per dire?). E invece ask.fm pare più vivo che mai, con l’indubbio merito, diamogliene atto, di portar via sciami di ragazzini bercianti e infoiati dai social network che preferisco usare.
E infatti, dopo averlo usato saltuariamente per alcuni mesi, proprio pochi giorni fa ho disattivato il mio account su Ask. Peccato, perché Facebook e Twitter sono ormai sempre più sommersi da marchette camuffate (beh, ho contribuito anch’io, in effetti) se non da pubblicità bella e buona. Ma, alla fine, meglio le marchette del letale cocktail di ignoranza, minore età e demenza generica che, a conti fatti, è Ask.fm.
Nel caso, per qualche astruso motivo, ve ne fregasse qualcosa, non l’ho disattivato per i beoti che insultano in anonimo (se mi dessero fastidio i beoti che insultano non avrei mai creato una pagina facebook in primo luogo) o per i trollini che cercano di mettere zizzania ghignando mecanicamente nelle loro camerette maleodoranti (vedi come sopra). Ho messo una croce sopra ad ask.fm perché, dopo alcuni mesi di cazzeggio saltuario, l’ho giudicato impossibile da salvare.
Non è per la “popolazione” in sé: faccio uso da anni con soddisfazione di social network dove il 90% della gente ha apparentemente il QI di un bonobo ritardato oppure è più irritante dei fili degli auricolari che si aggrovigliano in tasca, come Tumblr, Twitter e, ovviamente, Facebook. Sono proprio i “meccanismi” alla base dell’originalità e del successo di ask.fm che lo rendono, a mio modesto parere, nient’altro che un simpaticissimo mare di merda digitale.
1)Il “mi piace” (+1, o quel cacchio che è) ai post ha di fatto la stessa funzione del “condividi” di Facebook, cioè rende visibile il post di un soggetto esterno nella tua bacheca se è stato sanzionato positivamente da qualcuno che segui. Questa sulla carta sembrerebbe una buona idea, del resto i contenuti che piacciono a chi seguo dovrebbero essere rilevanti anche per me. Il problema non è tanto la ricerca della viralità nelle maniere più tristi e patetiche, che non vi sto a elencare perché non ci tengo a deprimermi ulteriormente, ma la sistematica forzatura del sistema con il proliferare di “ASKI KI MI PIACE?” e similari.
2)Su ask si possono inserire contenuti solo in risposta alle domande. Anche questa sulla carta è una cosa positiva, perché, in teoria, previene il fenomeno tipico degli altri social network dell’imbecille che scrive ogni volta che si scaccola o si pulisce il culo, o similari. Di fatto, il risultato è che chiunque si trova costretto a ricevere domande per poter scrivere le proprie quattro cazzate, che è evidentemente lo scopo per cui si usa un social network invece di andare a saltare i fossi per il lungo o a imparare a suonare il clavicembalo. Risultato: giri di circlejerking palesemente irritanti praticamente ovunque (non ce n’erano abbastanza altrove) se va bene, pratiche sistematiche di spamming “collaborativo”, tipo quanto accennato per lo scorso punto, se va male. E, ovviamente, va male spesso.
3)A scatenare il potenziale distruttivo dei fattori di cui sopra c’è poi quello che altrove su internet è considerata una virtù: l’anonimato. Su ask infatti non solo si può interagire anonimamente con la gente tramite le domande, ma non sai chi ti segue e non fai sapere agli altri chi segui. Al di là delle più ovvie pratiche di stalkeraggio, già enormemente diffuse sul web e di cui non dovrebbe stupirsi nessuno, e la presenza di orde di trollini della domenica, anche questa non certo una novità, l’anonimato su ask.fm è determinante nel creare le condizioni per diventare quello che di fatto è, cioè la comunità online in assoluto più povera di contenuti interessanti e più fastidiosa, e non è una lotta facile. Questo perché su ask pensi di essere un genio a farti i cazzi dell’altra gente e a importunarla con domande geniali tipo “li fai i poNpini??”, per poi non renderti conto che di fatto, quando rispondi a una stronzata di un anonimo, ti stai rivolgendo a chi ti segue e a chi segue chi ti mette il mi piace. E non hai nessun controllo su di ciò. Puoi evitare di rispondere alle domande, ma poi non avrai più modo di farti sentire, diventando così uno stalker e basta. C’era davvero bisogno di un incentivo?
Ora, non mi metto a elencare ulteriormente i casi di disagio psicofisico e di aberrazione intellettuale che è possibile trovare su ask.fm, anche perché sarebbe fin troppo facile. Comunque, più passa il tempo e più frequentare le community di internet, per lavoro o passione che sia, mette a serio rischio il tuo buonumore, quando va bene, e la tua sanità mentale, quando va male, e cioè spesso, tra la proliferazione di notizie false, il narcisismo aberrante, il riciclo continuo delle solite merdate e quant’altro. Di Facebook, e di altri canali, non ne posso fare ancora a meno. Di ask.fm, a conti fatti, sì. Non sarò uno di quegli “admin” diventati famosi su facebook che passano le giornate in un social network pieno di dodicenni a riciclare battutine e a gonfiarsi l’ego con le menate dei fanboys, ma tutto sommato non ne ho sto gran bisogno.
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