A parte i mammoni e gli ultraricchi, chiunque abbia fatto l’università (ma non solo) ha passato un periodo della sua vita in un “Appartamento Da Studenti” (ADS). Definizione che è in realtà un eufemismo (spesso infatti non sono abitati da studenti, quanto da lavoratori che stanno risparmiando, da stagisti o da altre forme simbiotiche tra la “persona normale” e il barbone tout court) per “immondezzaio”, “bordello”, “luogo di perversione e follia.” In Paz! sono ricostruiti Appartamenti Da Studenti drammaticamente verosimili (video); chi ha vissuto o ha visitato frequentemente un ADS di quelli tosti lo potrà confermare. Quello che voglio fare con questo ciclo di articoli (se mai avrò voglia di scriverne altri dopo questo) è di buttar giù un compendio di personaggi e situazioni particolarmente drammatiche nella vita da universitario fuori sede, e di offrire delle contromosse per scongiurare la degenerazione (cosa non banale). Tutti gli esempi qui citati sono stati vissuti in prima persona o raccontati da fonti attendibili.
L’ADS, dicevamo, è un habitat innaturale che nasce dal compromesso tra l’esigenza dell’affittuario di spremere soldi da una topaia senza dover prendersi cura di ristrutturarla od occuparsene nel benché minimo modo e quella dello “studente” di avere un posto dove lasciare le poesie di Baudelaire (comprate per far scena ma mai lette) e crashare dopo una serata di quelle giuste, senza dover stare a preoccuparsi di infissi e di manutenzione degli elettrodomestici.
Il ciclo di vita di uno “studente” all’interno di una ADS è estremamente variabile: da alcune settimane all’anno accademico, fino al protrarsi lungo anni e anni di disagio esistenziale, pasta al pesto, puzza di piedi e mozziconi di joint. In ogni caso, però, è destino che ciclicamente lo “studente” venga rimpiazzato da un suo pari. Questo, tenendo conto che un’ADS media ospita “ufficialmente” in media da 3 a 6 persone, significa già un gran casino, anche perché è matematico che ogni “studente” lasci dietro di sé più degrado di quello che lo ha accolto (e di solito non è poco); tuttavia, ciò è aggravato dal fatto che l’ADS, come uno stronzo fresco chiama a sé sciami di mosche, tende ad attirare vari casi umani intorno a sè, che diventano parte dell’ecosistema, compromettendolo ulteriormente. Mi piace definirli I Parassiti. Vi faccio capire meglio di cosa sto parlando buttandovi giù qualche esempio di Parassita (Come anticipato, tutto quanto descritto è True Story. Don’t try this at home).
– La morosa sciattona: nonostante gli stereotipi, la versione femminile di questo esemplare non solo è più comune ma anche più deleteria. Questo perché di solito gli uomini più zozzoni e degradati non hanno comunque speranza di avere una relazione con un membro del sesso opposto, o nel caso sembrano comunque voler mantenere un minimo di dignità in case che non sono la loro, mentre il caso contrario (dove è la donna a fare schifo, ma schifo un bel po’)è più comune di quello che si pensi. Vedremo quindi, in appartamenti di soli maschi, ritagliarsi la presenza costante (e abusiva) della donna di uno dei conquilini. Figo, penseranno ingenuamente gli altri , così questa pulirà, farà da mangiare per tutte e porterà qui le sue amiche porche. Ah, illusi! Una donna che non si fa problemi a vivere a scrocco insieme al suo “ragazzo” e ad altri sconosciuti in una situazione di drammatico degrado difficilmente ha amiche che non siano eroinomani o pazze scriteriate (sta a voi decidere se siete così tanto disperati da fregarvene oppure no). Ma soprattutto, la morosa sciattona non sa/non vuole (non è mai chiaro) cucinare e pulire, mai nella vita tirerà fuori un euro per la bolletta pur passando molto più tempo a casa vostra di voi, lascerà in giro mutande mestruate, schiamazzerà costantemente al telefono con uno dei suoi innumerevoli cuginetti, urlerà mentre farà sesso non in modo eccitante, ma come una gallina sgozzata, annichilendo la vostra libido già compromessa dalla thc.
Contromosse alla Morosa Sciattona: uno crede di potere cacciare di casa tale soggetto prima protestando con il moroso, poi con lei, poi provando a fare così tanto schifo da suscitare in lei ribrezzo. Di solito nessuna di queste opzioni funziona. Il metodo migliore resta quello di scoparsela o di provare a farlo per poi farlo sapere al coinquilino, che non le permetterà più di venire in casa, e in futuro vi ringrazierà pure.
Il Pusher: è abbastanza facile che nell’ADS ci sia almeno un un fattone, o comunque uno a cui piace fumare ma è troppo pigro per crescersela da sola. Tale soggetto avrà per forza qualche contatto con spacciatorini di vario tipo. Se siete dei consumatori occasionali, questo vi sembrerà inizialmente positivo, ma attenti, non commettete l’errore di lasciare che tali soggetti vengano abitualmente a casa vostra. Il pusher, infatti, tende a fiutare subito se l’ADS in questione è compatibile a un insediamento parassitario, e offrendo qualche cannetta in girò riuscirà a guadagnarsi la simpatia degli inquilini. Risultato: nel giro di pochi giorni il pusher sarà sempre a casa vostra, con la scusa che non può stare nella sua, inizierà a spacciare acidi in camera vostra e vi troverete totali sconosciuti svenuti sulla tazza del cesso quando vi scappa da cagare.
Contromosse al Pusher: ovviamente sarete tentati dal fare la morale allo spacciatorino per rompergli i maroni e farlo andare a via, ma non gliene può fregare un cazzo. Invece, fate una finta telefonata o lasciate in giro degli indizi che gli facciano credere che vostro padre sia un pulotto di alto livello livello e stia per venire a farvi visita: è probabile che si caghi in mano.
Il fratellino/la sorellina: dal momento che siamo tutte persone fiduciose e abituate a dare il beneficio del dubbio, potremmo non trovare nulla di male nel fatto che il fratellino o la sorellina del vostro coinquilino si siano piazzati temporaneamente nel vostro ADS perché matricole appena arrivate. Il problema è che 1)di solito il giovinastro non ha nessuna intenzione di muovere il culo perché troppo impegnato a fare il/la paxxerello/a e vomitare in giro 2)il giovinastro è uno stronzo viziato, egoista e insopportabile.
Contromossa al fratellino/sorellina: al contrario della morosa sciattona, in questo caso tentare di scoparsi la sorellina può risultare controproducente, perché c’è il rischio che poi non vi smolli più e il coinquilino se la prenda troppo. Fare veramente schifo, ruttare in faccia mentre prepara l’esame di ammissione, riempire i suoi libri di peli pubici, lanciare caccole addosso ai suoi compagni di corso sono tutte soluzioni estreme ma accettabili.
L’amico del “cuggino”: versione ancora più fastidiosa del fratellino/sorellina, perché in questo caso l’ospite che non ha nessuna intenzione di andarsene non è un parente stretto, ma un parente molto lontano, un amico di amici, in alcuni casi succede anche che nessuno dei coinquilini si ricordi di averlo mai conosciuto prima che fosse finito a dare accidentalmente fuoco al vostro divano e a tirarsi seghe guardando la sezione intimo del catalogo Postalmarket mentre voi pranzate.
Contromossa all’amico del “cuggino”: trattasi di una bestia veramente brutta, perché di solito se ne fotte del vostro comportamento o delle vostre più o meno velate minacce. Le buone, manco a dirlo, non funzionano. Le soluzioni più efficaci restano quelle più drastiche: fategli capire che non è gradito scatarrandogli in faccia, buttate le sue robe dalla finestra, drogatelo di cloroformio e legatelo nudo a un lampione. Di solito prima o poi capisce che la sua presenza non è gradita. Se così non fosse, andatevene via voi.
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