Come gli esponenti della “vecchia generazione” (che ora spesso e volentieri hanno superato i 40, sono divorziati e/o in cassa integrazione) non mancano mai di menarla, l’epoca d’oro dei “cartoni giapponesi” (ai tempi a nessuno saltava in mente di chiamarli “anime”) sarebbero gli ’80, quelli dei robottoni con armi dai nomi improponibili e delle varie serie gloriose destinate ad essere poi riproposte in rotazione da mediaset nei secoli a venire. In realtà anche i bambini/ragazzetti dei ’90 sono cresciuti con un’offerta di animazione nipponica di tutto rispetto, con BimBumBam e le varie reti locali che offrivano vecchiume di qualità e nuove amenità del Sol Levante, per poi diventare negli anni successivi frequentatori delle peggiori fumetterie e dei più loschi siti di hentai. Ma questa è un’altra storia.
Di quei tempi si cita spesso Lamù ma meno il suo successore (stessa autrice del manga, Rumiko Takahashi, che tra parentesi non assomiglia per un cazzo ai suoi personaggi essendo un rutto di dio, ma le vogliamo bene lo stesso) Ranma 1/2. Che eppure è stato enormemente influente per la mia generazione. Il successo di Ranma 1/2 dipende dall’efficace mix dei soliti ingredienti: botte da orbi, tematiche amorose, personaggi assurdi, gag demenziali e quant’altro. Stiamo parlando delle avventure di un manipolo di 16enni potentissimi ma infantili e volubili, che cambiano sesso o si trasformano in animali al contatto con l’acqua fredda, quindi il materiale non manca di certo. Ma alcuni dettagli in particolare rendono Ranma 1/2 così iconico:
Riferimenti sessuali espliciti
Non è un mistero che il fascino di molti cartoni giapponesi per l’infante italico risiedesse nei comuni innuendo sessuali, spesso malamente censurati dalle tv locali, ma Ranma 1/2 varcava decisamente la linea. Prima ancora che l’accesso a internet diventasse normalità, tra noi fanciulli giravano già floppy disk saturi di Ranma donna, Akane, Shampoo (la mia preferita) o addirittura quella stronza di Nabiki con bocce al vento e a volte addirittura accenni di pelo pubico in mostra; questo perché i riferimenti osè erano parte integranti del cartone, con Ranma donna ben contenta di mostrare le sue grazie a destra e manca, Shampoo più infoiata di una directioner su twitter e addirittura il mitico nanetto pervertito che rubava le mutandine e toccava il culo alle minorenni ad ogni occasione (una specie di Berlusconi nipponico). Come i 16/17enni di qualunque nazione, i protagonisti di Ranma sono costantemente innamorati/arrapati, ma invece di limonare duro in discoteca o di scambiarsi le foto delle proprie nudità su facebook, le loro pulsioni rimangono sempre e solo platoniche, ma proprio per questo ai tempi erano così allusive.
Demenzialità/Nonsense
Stiamo pur sempre parlando del Giappone, e proprio per questo non è raro trovare situazioni inverosimili nei cartoni animati (i famosi stadi lunghi 3 chilometri e gremiti di folla per una partita tra scolari di Holly e Benji). Tuttavia, per quanto riguarda assurdità e nonsense, Ranma 1/2 ha fatto scuola. Partiamo ancora dai presupposti narrativi: diversi tra i personaggi principali si trasformano in animali (e ovviamente animali assurdi, dal panda all’oca al porcellino) a contatto con l’acqua fredda, e per riuscire a tornare normali sono disposti a sorbirsi qualunque cazzata e vengono buggerati in continuazione. Anche i personaggi che non si trasformano però non sono meno problematici: abbiamo già detto del vecchio maniaco, ma non dimentichiamoci del giovane aristocratico ma sfigatissimo e di quella troia di sua sorella, per non parlare poi del preside della scuola, completamente fuori di melone. Per mascherare l’abuso dello stereotipo narrativo “protagonista incontra il rivale x che è più forte di lui, viene sconfitto, si allena, lo batte e il rivale diventa in qualche modo “buono”, segue intermezzo amoroso random, segue filler, segue altro rivale e via andando”, Rumiko Takahashi non fa altro che creare situazioni sempre più improbabili e assurde: quasi mai duelli a mani nude, ma sfide ginniche o sulla pista di ghiaccio, armate di ninja a gogò, equivoci paradossali e via andare. Ranma 1/2, come tipica opera degli anni ’90, supera il problema del confronti con i “classici” perché non si prende mai sul serio.
Sfiga
Abbiamo visto negli scorsi “episodi” che la sfiga dei personaggi e dei contesti sembra essere un comune denominatore dei ’90, e Ranma 1/2 non fa eccezione. Come al solito, è il geniale pretesto narrativo delle trasformazioni dei personaggi a dettare il passo: tutti i personaggi non sopportano di trasformarsi in bestie o di vedersi comparire le tette appena si bagnano (il doppio senso non era voluto, ma ci sta bene e lo tengo), e fanno di tutto per liberarsi della maledizione della sorgente, ovviamente fallendo. Praticamente tutti i personaggi di Ranma sono fortissimi nelle arti marziali ma delle seghe incredibili nella vita, persino i genitori che sono evidentemente dei pessimi modelli, pure il medico che sembra un brav’uomo in realtà è imbranato, irresponsabile e allupato. Le storie d’amore di Ranma 1/2 sono tutte a senso unico, banalmente più o meno tutti i personaggi femminili sono innamorati di Ranma maschio (si sa che alle donne piacciono gli stronzi) e tutti quelli maschili sono innamorati di quella zoccola di Ranma donna e/o di Akane, che ovviamente finge di tirarsela ma si farebbe volentieri sbattere da Ranma (maschio, eh), se questo non fosse un’emerita testa di cazzo (penso che sia il protagonista più irritante nella storia degli anime, forse battuto solo da Shinji di Evangelion) e probabilmente gay. Ma lo sfigato numero uno è ovviamente anche il migliore personaggio della serie, quello in cui ci siamo tutti identificati almeno una volta nella vita, cioè quando ci siamo trovati persi in culo ai lupi senza ragione apparente: Ryoga Hibiki. Giovane giallovestito, è fortissimo e si impegna al massimo, ma per un motivo o per l’altro quel bastardo di Ranma gli fa sempre il culo. Neanche a dirlo, ovviamente Ryoga è innamorato cotto di quell’ingrata di Akane, non riesce mai a confessarsi e si accontenta di farsi stringere tra le tette beato sottoforma di P-Chan. Più o meno la storia di ciascuno di noi, no? Ryoga è uno dei più grandi eroi degli anni ’90, poco ma sicuro.
Sintesi: Ranma 1/2 è assurdo, pieno di tette e di sfiga e ha creato un sacco di scompensi sessuali ai maschi che l’hanno guardato nella loro infanzia. Purtroppo un po’ dimenticato, la sua eredità su internet rimane l’enorme quantità di hentai ancora presente a distanza di anni, che, non neghiamolo, sarà la prima cosa che cercherete appena avrete finito con questo articolo (se non l’avete già fatto). Buon divertimento. Zzzzip.
23 Ottobre 2017
30 Maggio 2017
2 Maggio 2017
16 Aprile 2017
6 Aprile 2017
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.