La maglia è uno dei primi elementi che un tifoso associa alla propria squadra del cuore. I colori sociali della società calcistiche, inoltre, sono conosciuti anche da chi non è solito approcciarsi allo sport. Le maglie servono per l’appunto a fidelizzare i supporters oltre ad essere un incredibile strumento per racimolare fondi, vista l’odierna difficoltà nel reperirli in altri modi.
I cultori della maglia negli ultimi anni hanno dovuto scontrarsi infatti con le esigenze del marketing, che necessariamente hanno inficiato molto spesso il risultato finale, donando spazio a divise di dubbio gusto.
Abbiamo provato a raccogliere le cinque divise meglio riuscite dalla stagione 2010/2011 all’ordierna 2016/17. Il risultato è puramente soggettivo e ci sono molte esclusioni eccellenti.
Le scelte, ad ogni modo, cercano di essere mediazione tra oculate scelte di mercato e un occhio alla storia.
Le maglie da trasferta sono quelle che molto sovente si prestano a sperimentazioni. In questo caso la Nike vira però verso la tradizione ‘alternativa’ con un giallo ocra che ricorda i tempi di Scirea e della Coppa Italia 1991. Quella squadra in divisa gialloblu diventò lei stessa un’icona rappresentando anche i colori della città di Torino. Colletto stile polo con inserti bianconeri. Una soluzione elegante che rappresenta la penultima soluzione trovata dalla Nike per la Juve, sostituita a partire dalla stagione 2015/16 dall’Adidas.
Durante il precampionato questa maglia sarà più venduta persino della versione Home.
Sotto l’altra sponda della Mole, nella stessa stagione della maglia precedente, il Torino propone un piccolo capolavoro. Il legame tra il Toro e la propria (tragica) storia è indissolubile, il che porta a doversi scontrare con essa in qualunque occasione, figurarsi con le maglie. La divisa riporta immediatamente alla memoria i tempi del Grande Toro: colletto e rifiniture bianche, il resto solo granata.
Sarà una stagione memorabile per il Torino che al termine della stessa raggiungerà l’Europa League aiutati dalla coppia Immobile-Cerci e con Ventura in panchina.
L’Inter del Triplete si presenta alla stagione successiva, la 2010/11, con una maglia sorprendente. La divisa è totalmente bianca con un biscione-drago che si snoda lungo tutto il fianco sinistro, sbucando a bocca aperta sulla manica, sputando fiamme nerazzurre. L’Inter in quella stagione vincerà il Mondiale per Club ma deludendo nel complesso, abdicando il titolo nazionale a favore dei rivali del Milan.
A gennaio del 2015 la società biancoceleste estrae dal cilindro la migliore (e più venduta) maglia della gestione Lotito. La cosiddetta ‘maglia bandiera’ ricorda i tempi della stagione 1986/87, quando la Lazio è in Serie B e si salva nonostante una penalizzazione di 9 punti (effetto del calcioscommesse) e la vittoria valga solamente due punti. La metà superiore è bianca, l’inferiore azzurra con un’aquila stilizzata lungo tutta la parte centrale.
La maglia del 2014/15 portò bene alla compagine biancoceleste, che al termine della stagione riuscì a qualificarsi per i preliminari di Champions League. Un vero e proprio colpaccio della Macron.
La Fiorentina da sempre ha abituato il suo pubblico a maglie particolari, ma in quest’ultima stagione si è davvero superata. Le Coq Sportif, sponsor tecnico dalla scorsa annata, propone una soluzione minimale ma con rifiniture bianche-rosse sia sulle maniche che sul colletto. Questo a dimostrazione del sempreverde ‘less is more’. Chissà che dopo le ultime stagioni in chiaroscuro possa essere di buon auspicio per la Viola.
29 Maggio 2017
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