Ciao bestie, sono lieto di annunciarvi l’apertura di questa nuova rubrica su IMDI. Il titolo della rubrica, come avrete visto, è “Economics for dummies”, ma non sempre scenderemo nei dettagli tecnici per evitare di tediare troppo gli IMDIani. IMDI è, però, una community con gente di un certo livello culturale, community sviluppatasi in questo senso grazie al grande lavoro degli Admin aiutati da due strumenti: il butthurt (che ci fa godere di un’autoselezione) e il banhammer. Questo lo sapete già. Passiamo all’obiettivo principale della rubrica: la lotta al qualunquismo e ai miti/leggende/favole che lo alimentano, specie in campo economico. Non voglio un singolo fottutissimo IMDIano che creda a balle e storielle come quella del signoraggio e via discorrendo. Qualunquismo è anche deresponsabilizzazione, per esser precisi verso noi stessi. Sfatando molti di questi miti sull’economia e la finanza spero di far capire a qualcuno qual è la sua responsabilità nel sistema economico-politico-sociale. Si deve ammettere che su IMDI il livello è già abbastanza elevato (rispetto alla merda che gira sulle altre pagine), quindi nessuno si senta preso di mira ingiustamente se ogni tanto faccio dei commenti rivolti al lettore, piuttosto consideri che io cerco esprimermi come se di fronte a me avessi un italiano medio (partiamo subito con qualunquista, ignorante ed incivile). Bando alle ciance, passiamo al primo argomento che vi propongo.
Iniziamo con un argomento delicato, che potrà essere utile a chi non studia economia per capirci qualcosina di più, magari anche a chi la studia per sport. Parliamo di politica monetaria arrivando alla questione, molto in voga di recente, di una eventuale uscita dall’euro. Spendo anche qualche parolina sul concetto di indipendenza della politica monetaria, con scappellamento a destra.
Mi è venuto in mente questo argomento perché ho notato qualcosa di davvero curioso: l’italiano medio non si limita a non capire un piffero di politica monetaria (da ora in avanti PM), ma commenta ogni singola “mossa” della BCE come se fosse qualcosa che vada contro di lui. Le prove? Da quando ho cominciato il corso di macroeconomia (lo scorso anno) ho iniziato a leggere per bene le notizie riguardanti la PM e vi cito alcune tipologie di commenti dei lettori del Sole24Ore su alcuni eventi:
Primavera 2011, gli effetti della crisi (del 2007) sembrano esser svaniti, i mercati iniziano a surriscaldarsi, rischio inflazione, Trichet (allora Presidente della BCE) decide di alzare i tassi;
Commenti tipici: “Schiavo delle banche! Ci hanno rubato la sovranità!! Alza i tassi per far guadagnare le banche!!”
Fine 2011, crisi dei debiti sovrani, Draghi (neopresidente della BCE) annuncia la decisione di abbassare i tassi e prepara una PM espansiva che si tradurrà nelle due tranche del LTRO (i famosi 1000 miliardi alle banche EU).
Commenti tipici: “Draghi Massone!! Schiavo delle banche! Ci hanno rubato la sovranità!! Abbassa i tassi così le banche si indebitano meno, vuol fare guadagnare le banche!”
La BCE alza i tassi, le banche guadagnano; la BCE abbassa i tassi, le banche guadagnano. Cosa succede veramente? Vi piacerebbe se ora scrivessi “le banche guadagnano sempre!!!111!”? Eh no, non lo scriverò, e chi di voi lo ha pensato è stronzo perché mi ritiene un tale imbecille oppure è stronzo perché crede a qualcosa del genere. La realtà è molto diversa, infatti. Questi individui trascurano un concetto fondamentale (perché lo ignorano o perché sono dei qualunquisti dimmerda): una banca, così come qualsiasi forma di impresa privata, ha nei propri bilanci delle attività e delle passività. Di queste attività e passività, soltanto una parte è sensibile ad un cambiamento dei tassi, o lo è nel breve periodo. Questo perché se una banca emette una obbligazione (passività) a tasso fisso o la acquista da un’altra società (attività), non potrà più rinegoziare quel tasso, che non sarà influenzato da cambiamenti dei tassi di riferimento nel breve periodo. In realtà, le uniche attività/passività sensibili alla variazione dei tassi sono le attività/passività che scadranno a breve (e dovranno essere riacquistate e rinegoziate) e quelle a tasso variabile. Ne converrete che una banca potrebbe ottenere plusvalenze o minusvalenze da una variazione del tasso di riferimento (tra l’altro non direttamente, solo se questo porterà a cambiamenti nei tassi di mercato) e questo dipende solo e soltanto dalla quantità di attività e passività e dai tassi negoziati in precedenza per le attività e passività. Quindi, la risposta alla domanda è: non lo so. Non lo so io, non lo sa Mario Draghi. In realtà ci sono degli strumenti (che usano i banchieri, dall’interno) per prevedere cosa succede ad un bilancio di una banca se i tassi cambiano (in genere viene usato per shock sui tassi di mercato, che sono influenzati anche da quello di riferimento dato dalla BCE), ma le banche hanno assunto dimensioni e complessità così elevate da rendere meno precisi questi strumenti (chi vuole approfondire rimanendo su concetti semplici cerchi su google: Maturity Gap e Duration Gap). Sarebbe impensabile, quindi, per il Presidente della BCE prevedere effetti su tutte le banche e favorirle: semplicemente, qualcuno sarà favorito mentre qualcuno sarà sfavorito. Ribadisco ancora che stiamo parlando del tasso di riferimento della BCE, che dovrebbe influenzare i tassi di mercato ma non per forza lo farà (e quando non lo fa in genere sono cazzi). Qualcuno disse “l’Italia è un Paese di allenatori”, adesso anche esperti di Politica Monetaria (quanto sono mainstream, nevahfugget anti hipster week).
I commiefags non si preoccupino, di certo non li farò felici ma arriverà, in uno dei prossimi articoli, qualcosina anche sulle banche italiane e la mia opinione sul perché il LTRO tardi ad arrivare all’economia reale (fonti interne ad alcune banche sostengono, anonimamente, che non arriverà mai). Ricordo ancora che il LTRO (long term refinancing operation) sono i famosi 1000 miliardi. Vi sto annoiando abbastanza, quindi concludo con l’Euro e rinvio questa discussione a prossimi articoli, probabilmente uno inizierà con le basi di PM (così anche i non economisti capiscono perché si abbassano/alzano i tassi) e finirà con quella questione.
Euro o non Euro? Personalmente mi ritengo un Europeista convinto, accanito, massone, soldato del NWO, nipote di Monti, tuttequesteminchiatecheattribuiteachicredenelprogettoeuropeo, e sono fortemente a favore della moneta unica. Comunque sia, non voglio star qui a far politica, propaganda o robe del genere, ma vorrei spendere due paroline su una eventuale uscita dall’Euro e su quegli stronzi ignoranti (spesso laureati) che tramite social network e televisione continuano a sparare a zero. Il filo del discorso segue quasi sempre questo schema:
prodi, ladro, meglio “che moriva”, ci ha venduto agli speculatori;
con mille lire compravo 145 litri di latte;
abbiamo perso la sovranità monetaria*;
esci dall’euro, svaluti, esporti, PROFIT!
*Parentesi sull’indipendenza della PM:la perdita di sovranità monetaria per come la penso io (e non solo) è più un bene che un male. Parte della letteratura economica parla di una Banca Centrale indipendente dalla politica, perché stampare soldi quando ci sono problemi, piuttosto che agire fiscalmente o in modo strutturale, è un metodo rapido ed apparentemente indolore. In realtà la stampa dei soldi la paghiamo noi tramite l’inflazione e le conseguenze derivanti. La sovranità non era nostra, era del Berlusconi di turno che alzava la cornetta e dettava legge su quello che è uno dei campi più complessi poiché fonde principi economici, sociali, ecc… (chi ha studiato macroeconomia, l’influenza delle aspettative, ecc.. sa di cosa parlo, chi non l’ha studiata lo sappia!). Sulla carta la BCE ha una struttura notevolmente superiore alla FED in questi termini, ma il populismo e l’ignoranza potrebbero portare a cambiamenti nel prossimo futuro.
Tornando all’Euro, non voglio scendere nei dettagli perché è un discorso complesso (anche se ribadisco di essere pro-Euro). Mi prendo, però, la libertà di dire a questi signori che quello di cui parlano, cioè la svalutazione della moneta, non è qualcosa che porterebbe soltanto ad aspetti positivi. Non hanno pensato ad una probabile vampata inflattiva, che porterebbe incertezza nelle famiglie e negli investitori, che ci presterebbero i soldi a tassi assurdi poiché avrebbero paura di ulteriori perdite di potere della nostra valuta (significa che il soldi che gli diamo indietro valgono meno di quelli che ci hanno prestato); l’Italia è un Paese che importa tantissimo gas ed elettricità, che ci costerebbero di più. Si, hai capito bene stronzo, esporti più facilmente ma importi con più difficoltà e noi importiamo beni di cui difficilmente riusciremmo a ridurre il consumo. In poche parole, avete rotto le palle con le svalutazioni, non fornirebbero solo scenari futuri rosei e positivi, e spesso ne parlano gli stessi che si dicono contro il “signoraggio” (che non esiste per come lo intendono loro) e si lamentano delle perdite di potere d’acquisto. Quindi credi nella teoria del signoraggio ma vuoi che le banche centrali stampino soldi (come vorresti svalutare, deficiente?), ti lamenti delle perdite di potere di acquisto ma saresti disposto a prendere una strada che potrebbe dimezzarlo in poco tempo. Coherence.
Aggiungerei, e questa volta chiudo davvero, che il debito lo abbiamo contratto in Euro: quando si passò da lira ad euro, il debito fu trasformato secondo un cambio prefissato poiché la lira sarebbe scomparsa, non accadrà il contrario uscendo dall’euro poiché l’euro continuerà ad esistere. Significa che svalutando per noi sarà sempre più difficile pagare i debiti (ci vorranno sempre più lire per rimborsare un euro!). Se non paghiamo i debiti, invece, scordatevi politiche espansive e che regalino soldi a parassiti ed imprese non autosufficienti perché dovremo stare lontani dai mercati finanziari per un po’, cioé: non si spende più di quello che entra tramite le imposte.
Per chi voglia capire bene e senza sforzi gli effetti dell’inflazione o della deflazione, due giochini firmati BCE:
Mi auguro che il primo articolo sia stato apprezzato. Il primo che dice “quei gioki sono d parteee, lì fannO i Masson1 della CEB!1” deve morire. MALE.
Presto su Economics for Dummies:
PS: Nomi sparati a caso, in ordine sparso, sono argomenti che toccherò ma non fate affidamento alla lista o ai titoli. Di solito non rileggo ciò che scrivo, liberate i grammarnazi!
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