Siamo ancora in pieno revival della musica (e non solo) anni 90 e, sebbene fino a pochi anni fa non ne vedessi l’ora, ora non ne posso già più.
Mi riferisco in particolare alle “serate anni 90” che promoter molto originali stanno organizzando a profusione nelle peggiori discoteche d’Italia: le riconosci perché hanno sempre Kevin McAllister, il Principe di Bel Air, Bart Simpson e altri personaggi finzionali piuttosto irritanti nella locandina (che poi non è violazione di copyright?). Non so a voi, ma le inserzioni a pagamento di sta roba mi intasano spesso e volentieri il news feed di Facebook, e dire che stanno sbagliando clamorosamente targetizzazione: tutti sanno che i 30enni di oggi non hanno voglia di uscire, oppure non hanno soldi per farlo.
In ogni caso, io non andrei mai a queste serate. “Ma come,” dirà qualcuno “proprio tu che rompi tanto gli zebedei con gli anni 90 di qua e gli anni 90 di là?”
Il motivo è semplice: quella là non è certo la vera musica degli anni 90. Può anche essere divertente sentire roba tipo All the Small Things o Baby One More Time se non la senti da 15 anni, ma non è che sia QUELLA la musica degli Anni 90. E non è nemmeno un coacervo di grunge, eurodance e pop tamarro: quelle erano le MODE degli anni 90, ma ci sono anche gruppi venuti fuori nei ’70 e ’80 che nei ’90 hanno fatto dischi cazzutissimi ma che oggi non si fila nessuno. E soprattutto: come oggi non si ascolta solo musica appena uscita (per fortuna, cazzo), così un quattordicenne nel 1994 non ascoltava mica solo 883, Soundgarden e Articolo 31.
Tra l’altro io ho sempre voluto scrivere un romanzo ambientato negli anni 90 (non l’ebook “Anni 90″… un romanzo serio!) ma non ho avuto lo sbattimento per farlo sul serio, così mi sono fatto furbo e sono diventato editore, trovando così qualcuno che lo facesse per me: Matteo Giordano con “novantaquattro”. E dal momento che l’autore ha pure fatto delle Playlist sulla vera musica del ’94, ecco che ho pensato bene di cogliere l’opportunità per sfruttarle biecamente per questo articolo. Eccole qui: come i più sagaci potranno intuire, cliccando le immagini andrete alle playlist su Spotify.
Il Disco Verde: nella wordline alternativa di “novantaquattro” non succede un certo fattaccio (sarà merito di John Titor?) e quindi i Nirvana e i Rem in quell’anno pubblicano un album congiunto noto come il “Disco Verde”. Nella nostra triste realtà, le canzoni di questo discono non esistono, e quindi vi dovete accontentare con una compilation.
Novantaquattro Festivalbar: beh, sì, le canzoni estive all’epoca andavano forte, e in fondo non si può parlare di musica degli anni 90 italiani senza parlare di Festivalbar.
Novantaquattro International Superhits: una selezione delle più pregnanti canzoni citate nel libro, un must per l’edgy kid novantaquattriano
Novantaquattro (colonna sonora): tutte le canzoni citate nel romanzo. Sì, come potete dedurre dal numero ingente di brani, la musica è tra i fili conduttori principali di “novantaquattro”. Il mio consiglio a questo punto è di procurarvi l’ebook o il mattone cartaceo e di ascoltarvele tutte mentre lo leggete.
30 Maggio 2017
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