Quando, nell’ormai lontano settembre del 2013, diedi il la a Nativi Digitali Edizioni, avevo già in testa di trarre frutto dalla mia precedente vita da dank memer non tanto direttamente, quanto pubblicando libri scritti da altri admin di pagine. Il motivo è banale: ti potrà sembrare sfigato finché vuoi, ma chi gestisce una pagina feisbuc un po’ seguita ha un suo pubblico e un certo quantitativo di fan che comprerebbero qualsiasi stronzata gli venga propinata, o quasi.
Questo piano è andato un po’ in merda per una serie di motivi, ovviamente tutti indipendenti dalla mia volontà e relativi agli admin in questione, che spesso e volentieri:
Per questo motivo, con NDE ci siamo poi dedicati ad altro tipo di pubblicazioni, con discrete soddisfazioni, tralasciando la collana originariamente chiamata “For The Lulz”. Per fortuna, c’è stata un’eccezione. Nel più recente 2015, tramite un losco contatto dell’internets che chiamerò E.N., venni a sapere che gli admin di una pagina piuttosto grossa avevano scritto un libro e cercavano un editore: quella pagina era “L’Umorismo di Piton”. Dal momento che anni di gestione de Il Meglio di Internet mi hanno reso uno snob elitista, inizialmente nutrii dubbi sull’effettiva serietà dell’intento di questi giovini, al secolo Rinald Sefa e Luca Gariboldi. Poi mi misi a lurkare i post della pagina, e vidi che non si trattava del caso di un tizio che diventa famoso rubando memes e poi vuole vendere libri sugli Anni ’90 (ehm…), ma che nei post della pagina avevano strutturato quello che nelle web agency gli hipster chiamerebbero Storytelling. Partendo da un background culturale comune un po’ a tutti, cioè Harry Potter, sti qua non si sono limitati a storpiare i personaggi con effetto parodico (Ron diventa mezzo ritardato, Harry un bimbominkia, Silente più gay di quanto non fosse nel libro, Neville uno psicopatico, Draco un nazistoide etc), ma si sono persino inventati uno originale: tale Gustav Lafav (risate registrate in sottofondo), un messicano grezzo e violento che non si capisce che cazzo ci faccia in una scuola di magia.
La genialata è questa: invece di una semplice parodia, che avrebbe rotto le palle dopo 10 minuti e, soprattutto, portato a numerose querele, inserire un protagonista inedito e reinterpretare anche pesantemente la trama originaria si è rivelato vincente per la pagina e anche per il primo libro, “Gustav Lafav – Uno studente dimenticato”, che, se mi permettete la vanteria, ha regalato le sue belle soddisfazioni.
E così, prevedibilmente, stiamo per pubblicare il sequel: “Gustav Lafav e la camera segreta”. Il titolo originale doveva essere “Gustav Lafav e la camera a gas”, ma il mio entourage di avvocati mi ha consigliato diversamente. Se il primo libro seguiva in modo piuttosto fedele la trama di “La pietra filosofale”, prendendo una tangente delirante solo nella seconda metà, questo ha una struttura ben più solida, fatta di due piani narrativi paralleli e altrettanto deliranti, che oltre dalla saga della Rowling prendono pesantemente in prestito da Il Signore degli Anelli, i Digimon (?!) e altre perle che non voglio spoilerarvi. Questa volta ho lavorato passo passo con gli autori fin dall’inizio, cosa che di solito non ho mai voglia di fare, e credo che i risultati si vedano: il libro supera le 160 pagine di lunghezza e, pur rimanendo nell’ambito della parodia demenziale, è decisamente più “letterario” del primo GL, senza per questo diventare una mattonata negli zebedei.
Penso sinceramente che possa piacere anche molto ad un pubblico di IMDIani, ed è per questo che mi congedo con un bel markettone: qui trovi l’estratto gratuito del nuovo libro, in vendita sui vari store di ebook a 3.99€ o in cartaceo su Amazon, mentre se vuoi partire dal primo titolo, l’ebook è in offerta a 1.99€ fino al 15 dicembre. Se non ti fidi, consiglio comunque di seguire la pagina “L’umorismo di Piton” , magari ti verrà voglia poi.
22 Febbraio 2017
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