Salve a tutti.
Oggi è il 1° Maggio.
Ma non parlerò di questo, visto che un qualsiasi ritardato che sappia leggere può andare ad approfondire il significato di questa giornata con una semplice ricerca su Wikipedia.
In generale cercherò di non trattare argomenti politici/sociali. Perché? Perché voglio esporre cose belle nella mia rubrica. Parlerò quindi di letteratura, pittura, cinema, tradizioni, musica e così via.
Ebbene vorrei iniziare parlandovi di due libri fortemente autobiografici che mi stanno molto a cuore (o meglio, kuore!!11!1).
Molti di voi avranno sicuramente letto “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift. Fatemi pensare: molti di voi l’hanno fatto in tenera età. Bon, avete fatto una cazzata.
Questa Meraviglia non ha un cazzo a che fare con la letteratura infantile. I viaggi immaginari sono solo un pretesto per criticare praticamente ogni attività umana: dalla filosofia, alla scienza, alla politica. Ogni capitolo è un contenitore di autentico odio che sfocia poi, nell’ultimo fantastico capitolo, in pura Misantropia.
L’odio per gli yahoo, quel grumolo di odio che eruppe come un vulcano dal profondo del cuore per invadere ogni pezzettino del nostro insignificante corpo. Quella voglia che abbiamo di bruciare gente quando ci guardiamo intorno e vediamo cos’è il mondo. Fabio Volo più conosciuto di Calvino. Vasco Rossi che vende più di un qualunque altro jazzista. Un cinepanettone che incassa quanto Truffaut in tutta la sua carriera. Il cancer. E non prendo esempi dalla politica che è meglio.
Precisazione: capire questo volume non è da tutti. Però è proprio questo il bello, non trovate? Fa da filtro agli imbecilli. Insomma non conoscerete mai un fan del Grande Fratello che, dopo averlo letto, ne abbia colto il vero significato. Inoltre potrete scoprire se siete idioti o meno. Pensate che opportunità!
Vi sconsiglio, ammesso che vogliate leggerlo, di fare ulteriori ricerche poiché potreste rovinarvi la trama.
Il secondo romanzo è più evoluto. Va al di là del semplice odio per la razza umana. Michail Bulgakov, più che l’odio, usa il sarcasmo come arma d’autodifesa contro la stupidità, la violenza, e l’avidità dell’uomo.
Scritto a Mosca negli anni Quaranta, ma ambientato negli anni Trenta, non era stato molto gradito al regime visto che metteva nero su bianco una verità scomoda: i moscoviti, anche dopo la rivoluzione, restavano umani e quindi meschini, avari e stupidi.
Almeno questa è la sensazione che ho avuto leggendo “Il Maestro e Margherita”.
Provare a sintetizzarlo risulta difficile e sicuramente inefficace vista la complessità della trama. Cercherò quindi di descriverlo come se fosse il trailer di uno di quei film d’azione hollywoodiani:
Mosca anni 30.
Un gruppo di letterati.
Satana.
Un gatto enorme che parla.
Uno scrittore perseguitato.
Un patto faustiano.
La storia alternativa di Ponzio Pilato e Gesù Cristo.
(Seguono varie esplosioni a caso e le informazioni sull’uscita del film).
Non voglio aggiungere altro perché rischio di rovinarvi alcune sorprese (prepare your anus). L’unica puntualizzazione che vorrei fare riguarda il possibile acquisto dell’opera.
Il libro uscì solo negli anni Sessanta (l’autore era già morto da circa vent’anni) con un’infinità di paragrafi censurati. State quindi attenti all’edizione, io consiglio quella della Mondadori.
Spero d’aver suscitato anche un minimo di curiosità nei confronti di questi capolavori.
Citazione del mese:
“Gli uomini sono esseri che non desiderano in alcun modo la libertà allo stato puro, e nemmeno un dio perfetto. Una libertà moderata, un dio moderato, non chiedono di più.”
(Takeshi Kitano, “Nascita di un guru”, 1990)
Concludo ringraziando Yvonne, lo staff IMDI e in generale tutti gli oldfags della pagina.
Regardz.
13 Dicembre 2013
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