Black lives matter: a movement built on lies (articolo originale)
La buffonata conosciuta come Black Lives Matter è simile ad un maniaco paranoico che: (a) sogna che la sua compagna stia avendo una torrida e illecita relazione; (b) dopo essersi svegliato la rimprovera e la colpisce; e infine (c), quando gli viene fatto notare che era solo un sogno, diventa ancora più furioso per il tradimento di cui è stato presumibilmente vittima mentre dormiva.
Non c’è veramente nessun motivo per continuare la farsa di chiamare Black Lives Matter con il suo nome ipocrita che ha sfruttato dalla sua nascita. Se le vite delle persone di colore importassero veramente agli ignoranti che fanno parte di questo movimento, avrebbero qualcosa – qualsiasi cosa – da dire sul fatto che circa 5.500 delle 6.095 vittime di omicidio di colore nel 2014 sono state uccise non da diavoli bianchi, non da demoni satanici in divise blu, ma da altre persone di colore.
Invece, tutto quello che ci danno è un silenzioso e collettivo sbadiglio sottolineato da un dito medio alzato. Quindi da qui in poi Black Lives Matter sarà chiamato con il suo nome corretto, “Facts Don’t Matter”.
I portavoce di Facts Don’t Matter dicono che la loro missione è di pretendere “la fine immediata” dell’uccisione “di persone di colore” dalle orde di razzisti che presumibilmente fanno parte delle forze di polizia della nostra nazione. Ci dicono che gli Afroamericani sono una specie cacciata e a rischio, falciati da sadici bianchi in uniforme animati da sete di sangue, bigottismo e sogni di genocidio.
Ma aspettate. Viene fuori che di tutte le persone uccise dalla polizia negli Stati Uniti negli ultimi anni, circa il 42% erano bianchi, il 20% ispanici e il 32% neri anche se le persone di colore hanno commesso quasi il 39% dei tipi di crimini efferati che più spesso finiscono con un confronto violento con la polizia. Lo scorso anno è stato caratteristico: 494 bianchi e 258 neri sono stati uccisi dalle forze dell’ordine.
E cosa hanno da dire i demagogi ossessionati dalla razza di Facts Don’t Matter? Nulla. Facts Don’t Matter.
Facts Don’t Matter ci dice che la polizia è particolarmente incline ad abbattere, a sangue freddo, Afroamericani disarmati e che non sono un pericolo per nessuno. Ovviamente le vittime “disarmate” a volte sono colpite mentre stanno assalendo fisicamente un agente o stanno provando a prendere la sua arma. Tuttavia, facciamo finta di niente e guardiamo a – scusatemi l’espressione – i fatti. Nel 2015, la polizia ha sparato e ucciso 38 neri e 32 bianchi disarmati. Queste cifre sono grossomodo proporzionali ai rispettivi numeri di crimini violenti commessi da bianchi e neri in tutta la nazione. Quindi perchè arrabbiarsi? Perchè Facts Don’t Matter. Ricordate?
Ed è importante che, statisticamente, la probabilità che un agente di polizia sia ucciso da un uomo di colore è 18,5 volte maggiore della probabilità che un uomo di colore disarmato sia ucciso da un poliziotto? No. Facts Don’t … beh, sapete come finisce.
La verità è che, cercando prove del razzismo sistematico nelle sparatorie delle forze armate, non si trova nulla al di fuori dell’immaginazione dei razzisti di “Facts Don’t Matter” e degli imbecilli che li supportano. La causa portata avanti da questo movimento è una bugia, una bugia di quelle che si trovano solo nelle fiabe.
Ma naturalmente, niente di tutto questo ha fermato Obama all’indomani di una recente sparatoria che ha coinvolto la polizia in Minnesota e Louisiana dal fare quello che gli riesce meglio: lamentarsi del razzismo intransigente americano, e fomentare l’odio e la sfiducia della popolazione di colore verso la polizia. Qui è dove il Presidente eccelle sempre, e ha doverosamente tirato in ballo alcune delle sue vecchie banalità preferite dalla sua ben conosciuta e inflazionata collezione:
● “C’è una grossa fetta della nostra popolazione che si sente come se, a causa del colore della sua pelle, non venisse trattata nello stesso modo.”
● “I dati mostrano che le persone di colore sono più vulnerabili a questo tipo di incidenti. C’è un fardello particolare che è stato posto su un gruppo di cittadini nostri compagni.”
● “Queste sparatorie fatali non sono incidenti isolati. Sono sintomo di un cambiamento più grande nel nostro sistema giudiziario, le disparità razziali che compaiono nel sistema anno dopo anno, e la mancanza di fiducia risultante che esiste tra le forze dell’ordine e troppe delle comunità che servono.”
Alcune ore dopo una dozzina di poliziotti sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco ad un raduno di Facts Don’t Matter a Dallas e cinque di loro sono stesi senza vita in una pozza del loro stesso sangue.
Questa atrocità è solo una conseguenza del tossico e letale clima anti-polizia che Obama ha aiutato a coltivare con simili affermazioni durante gli ultimi anni.
Infatti gli ufficiali di polizia di tutta la zona urbana dell’America hanno risposto a questo clima preoccupante diventando meno attivi nell’arrestare sospetti criminali, in particolare per i piccoli crimini. Questo, conseguentemente, ha portato ad una crescita drammatica dei crimini in molte città americane. Durante il 2015 le 56 più grandi città americane hanno registrato un incremento del 17% di omicidi; in 10 città con una importante popolazione nera gli omicidi sono incrementati di più del 60%.
Durante il primo trimestre di quest’anno gli omicidi nelle 63 più grandi città sono cresciuti di un ulteriore 9%, mentre le sparatorie non fatali sono salite del 21%. In altre parole è stato fatto un immenso danno alle stesse ‘’black lives’’ per le quali Facts Don’t Matter dice di lavorare.
Se Barack Obama fosse qualcosa di diverso da un rivoluzionario razzista marxista non perderebbe tempo ad affermare inequivocabilmente che il movimento Facts Don’t Matter altro non è che un’orda di degenerati ignoranti che dovrebbero essere ostracizzati come equivalenti morali dei Klansmen che bruciavano le croci. Difficile però aspettarsi ciò da un uomo che ha reso Al Sharpton, un altro evidente razzista, il suo Consigliere di punta per le questioni razziali. Invece Obama si toglie il cappello ai clown di Facts Don’t Matter e li tratta come dignitari.
I leader di Facts Don’t Matter hanno visitato la Casa Bianca di Obama molte volte dal 2013, incontrandosi non solo con il Presidente ma anche con la First Lady e diversi Ufficali Amministrativi di alto livello.
Nel settembre 2015, ad esempio, la leader di Facts Don’t Matter Brittany Packnett – in occasione della sua settima visita alla Casa Bianca – disse ad i reporter che il Presidente ‘’ci ha offerto molto incoraggiamento’’ spingendo gli attivisti a ‘’continuare a dire la verità ai potenti’’. Il mese seguente Obama ha lodato Facts Don’t Matter per aver risposto a ‘’un problema specifico che si trova nelle comunità afroamericane e che non si trova nelle altre comunità’’.
Due mesi dopo ha descritto Facts Don’t Matter come una forza positiva che ‘’versa luce’’ sul fatto che ‘’non vi è famiglia nera che non ha avuto una conversazione a tavola sull’essere stati fermati o interrogati mentre si guidava’’ dalla polizia. E ad un evento del Black History Month nella Casa Bianca in Febbraio, Obama ha invitato rappresentanti di Facts Don’t Matter e ha lodato il loro ‘’incredibile lavoro’’.
Questa è la patetica condizione nella quale la nostra nazione è precipitata sotto Barack Obama: il Presidente degli Stati Uniti appoggia apertamente e inequivocabilmente un gruppo terroristico razzista che è pronto alla stage di poliziotti e alla distruzione dell’ordine pubblico e, per estensione logica, di una ripida e veloce crescita delle morti per omicidio tra i civili di dozzine di città per il paese. Il tutto fatto nel nome della ‘’racial justice’’.
Le persone non potrebbero diventare più pericolose – o stupide – di così.
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