L’autore lo definisce come “romanzo di finzione o racconto di realtà”, sebbene in questo caso la finzione esista e tutto si sviluppi intorno a questa. È la nuova fatica del giornalista e scrittore spagnolo Javier Cercas, L’impostore, che tratta della vita e della storia di Enric Marco, sindacalista ed ex deportato in un campo di concentramento nazista che nel 2005 fu smascherato da uno storico, dopo aver ricevuto premi e riconoscimenti per le sue testimonianze.
Attraverso un’indagine sugli eventi che hanno caratterizzato la sua vita, Cercas traccia il ritratto di un uomo assolutamente normale, che ha partecipato alla storia del Novecento seguendo l’opinione della maggioranza – adattandosi quindi inevitabilmente alla dittatura – e che è divenuto il personaggio chiave della Spagna contemporanea, alla ricerca di un passato troppo spesso taciuto, solo per placare la sua sete di protagonismo.
Questa è la ragione della condanna collettiva al suo comportamento; e al tempo stesso la motivazione per cui Cercas tenta di spiegarla. Nella società dello spettacolo, di cui anche Marco è vittima, l’assenza di qualunque punto di riferimento culturale si scontra con la necessità dell’uomo di una guida, di una meta, cioè di uno scopo da attribuire al percorso di vita che ognuno di noi intraprende. E in assenza di uno slancio metafisico o di un Dio che funga da spettatore, solo ergersi a protagonisti può salvare. Marco, precursore dei nostri tempi, gioca d’anticipo e per non rassegnarsi passivamente a una vita da pensionato si lancia in una nuova avventura, giustificata dal tentativo di far conoscere una realtà troppo a lungo taciuta.
È vero, la Spagna non ha affrontato la guerra mondiale e per quasi quarant’anni ha vissuto sotto una dittatura di estrema destra, superata con l’istituzione di una democrazia che vedeva gli stessi politici come protagonisti: non esattamente lo scenario ideale perché si parlasse di Olocausto. In Spagna ancora oggi l’argomento viene studiato a fatica, e voler avvicinare un popolo a un evento tanto sconvolgente è senza dubbio un intento nobile. Ma probabilmente non se il protagonista prende parola spacciandosi per ciò che non è.
I dubbi di Cercas in ogni caso sono legittimi: non c’è forse narcisismo in ognuno di noi? Non c’è onestà nell’impegno che Marco si è preso? In che misura cercare di capire e di spiegare equivale a giustificare? E non è forse più corretto che giudicare? A queste domande Cercas prova a rispondere in maniera dissacrante e ironica, attraverso una analisi del rapporto tra individuo e Storia. Perché per quanto ci possa costare ammetterlo, tutti siamo un po’ Enric Marco.
12 Febbraio 2017
21 Ottobre 2016
4 Aprile 2014
7 Novembre 2013
8 Gennaio 2013
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.