“Il genio abita semplicemente al piano di sopra della follia.”, diceva Schopenhauer. Aphex Twin, invece, abita in una banca. Richard David James, noto ai più tramite il suo pseudonimo Aphex Twin, poliedrico e innovativo scrittore di musica elettronica, conduce una vita sregolata quanto la sua composizione, e altrettanto interessante. I racconti su di lui si intrecciano andando a formare un misto di realtà e leggenda dove è complicato distinguere cosa è vero da quella che è solo mistificazione, con lo stesso artista che spesso si diverte a confermare le storie più improbabili e difficili da verificare sul suo conto.
I motivi per cui fa ciò che fa sono spesso strani tanto quanto le azioni stesse; durante un’intervista per Loaded motivò la sua scelta di vivere nell’edificio che una volta ospitava una banca appartenente alla HSBC con queste parole: “Volevo il karma di vivere in un posto dove entrano soldi in continuazione”. E pare funzioni, dato che lui stesso ci dice che “Ho guadagnato tre volte tanto da quando son lì. Il denaro mi si versa in casa attraverso la buca delle lettere”. Per esser più precisi, lui ci dice di stare nel caveau della banca, che gli garantirebbe ottimo isolamento acustico, oltre ad essere un eccellente deterrente per i malintenzionati. Malintenzionati che comunque non si sarebbero mai avvicinati alla casa di un uomo che guida un Daimler Ferret Mark 3.
Aphex Twin ama parecchio il suo bestione da 9.500 libbre, non tanto “[…] per il posto che occupa a livello storico, ma per quello che occupa nel giardino dei miei genitori”. Questo ammasso di cavalli e cattiveria riesce a far diventare realtà il sogno erotico di ogni automobilista, ovvero dominare sopra tutti coloro che fanno il nostro stesso percorso: “Diventi il colosso della strada. Non devi neanche segnalare – la gente si leva di mezzo da sola”. In fondo, nonostante il successo internazionale, Richard è sempre rimasto un po’ un bambino alla ricerca di nuovi giochi, infatti ci conferma questa sua visione della vita quando dichiara che “Il veicolo caga in testa alla realtà virtuale o qualsiasi gioco per computer io abbia mai giocato” e del bambino conserva anche la sensibilità, ammettendo che la forte corazza del Daimler gli offre protezione non solo fisica ma anche a un livello più profondo: “C’è una piacevole sensazione di pace interiore, perché sai che niente ti farà mai del male. È come un grembo… armato”.
Quando non gioca a far la guerra James fa anche le cose che ci si aspetterebbe da un musicista elettronico, come frequentare locali e discoteche, ma anche lì si è sempre dovuto distinguere. Nel 1994, mentre visitava un club a lui caro, il Disobey, fu invitato a salire alla console e suonare qualcosa. Non essendo realmente capace di suonare i vinili il nostro eroe fece la scelta più ovvia: “Ho semplicemente suonato della cartavetra. Pensavo fosse un’idea divertente”. La cosa invece non fece ridere i padroni del locale che, contro ogni previsione, amarono l’idea e lo invitarono a ripetere a loro spese il suo DJ set oltreoceano, in America. Lì si esibì in una performance ormai entrata nella storia, dove suonò della cartavetra mentre con un microfono amplificava il rumore di un frullatore che lanciò sulla folla in delirio, colpendo un fan in testa: “Credevo sarei stato denunciato, ma invece più tardi mi chiese di autografarlo. Disse ‘Conserverò questo frullatore per sempre’ ”.
Non che Aphex Twin si sia mai preoccupato di mantenere una reputazione rispettabile, come pare chiaro dal suo rapporto col mondo dei remix. La leggenda narra che fu commissionato dal gruppo alternative The Lemonheads per fare un remix di un loro pezzo ma che, per totale mancanza di interesse, al giorno della consegna vendette loro la prima registrazione trovata in giro per casa: “Non persi nemmeno tempo ad ascoltare la canzone perché sapevo che l’avrei odiata […] Stranamente, non la rilasciarono mai. Si sarebbero dovuti sentire onorati, ritengo. Sarebbe suonata sicuramente meglio di qualsiasi porcheria avessero scritto”
Richard negli anni ha fatto della sua pigrizia un vanto, al punto che è passato dal comporre nel sonno a cercare modi per non dover più fare nemmeno quello: “Sì, un tempo andavo a letto per scrivere canzoni, ma ora dormo e ogni tanto mi sveglio con una nuova. Al momento sto cominciando a inventare cose durante il sonno, invece. […] Questa è la mia intenzione: pensare a un’idea meravigliosamente semplice che cambi il mondo e ritirarmi!”. Durante i suoi sogni lavora anche all’idea definitiva che possa risolvergli la vita e liberarlo da ogni responsabilità: “Inventerò un programma per computer che faccia musica per me così che io possa passare più tempo a scopare […] L’ho quasi fatto! Cazzo, è bellissimo! Il miglior programma di sempre, incredibile! Gli dai qualche idea e fa tutto il lavoro per te. Dunque smetterò di fare musica a breve”, ma dato che gli anni son passati e abbiamo potuto ascoltare altre sue creazioni non possiamo che esser grati del suo fallire in questo intento.
Nonostante tutte le sue stranezze e l’apparente disprezzo per i fan, in un ennesimo colpo di scena Aphex Twin si dimostra di una disponibilità estremamente rara per un artista del suo calibro. Infatti il caro Richard è disposto a suonare per chiunque in (quasi) qualsiasi situazione: “Sì, ho suonato in case private. Il mese scorso ho ricevuto una mail da un tizio che diceva ‘Mia nonna è morta e mi ha lasciato un sacco di soldi’. Abbiamo pensato, pare figo, e siamo andati con un enorme bus da tour” racconta l’artista, che aggiunge “Quelli sono i miei eventi preferiti: un misto di amici e gente dalla strada”. Nessun evento pare troppo piccolo per lui, che accetta praticamente qualsiasi cosa lo interessi “A breve suonerò a un matrimonio e recentemente una ragazza mi ha chiesto se avrei potuto suonare Gabba alla sua festa perché aveva finito i suoi esami in storia dell’arte. Quindi ho detto “Sì, certo!”. Finché è a Londra e ho tempo, mi piace farlo”. Insomma, se volete fare un bel regalo di laurea ora sapete che fare (sto guardando te, mamma).
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