Le tragedie servono (ovviamente sempre DOPO che sono avvenute) anche per farci riflettere. Su quello che poteva essere e non è stato, sui responsabili, perfino sulla caducità della vita umana: gli spunti sono molteplici. Peccato, però, che soprattutto in era di social network siano diventate molteplici anche le occasioni per trollare, lucrare, sciacallare e chi più ne ha, più ne metta. Tutti abbiamo chiaro l’identikit dell’utente di FB medio italiano: probabile vita privata piuttosto discutibile (certo, chi più chi meno), ma immagine impeccabile sulla piazza virtuale. Pronto a indignarsi a ogni piè sospinto e a sostenere con fermezza questa o quella causa, viene sfruttato per la sua intrinseca natura di utOnto da una schiera di personaggi dalla moralità dubbia che si costruiscono fama e fortuna un click dopo l’altro. E quale migliore occasione se non una bella strage con decine di morti, per diventare il nuovo idolo del web? Deve averlo pensato anche il fantasiosissimo redattore dell’autorevole sito webnotice.altervista.org, in cui “ogni post rientra nelle forme di satira e di ironia”, che il giorno dopo l’incidente ferroviario di Andria e Corato ha strillato: “Strage ferroviaria, giovane padovano rischia arresto per vilipendio all’onore del popolo pugliese” (articolo il cui collegamento è morto, ma nella home page del sito ancora compare). La “notizia” ha iniziato immediatamente a correre per le bacheche FB, condivisa massivamente soprattutto dai meridionali i quali si sono (giustamente) sentiti particolarmente offesi dall’accaduto. Peccato che di per sé il fatto sia completamente inventato. Di vero c’è solo che un uomo di Padova si è lasciato andare a commenti poco eleganti poi definiti “black humor” su un gruppo chiuso, che tali commenti siano stati screenshottati e diffusi al di fuori del suddetto gruppo e che in pochi ci abbiano trovato (com’è prevedibile in questi casi) del comico. Ma il reato di “vilipendio all’onore del popolo” non può essere contestato perché non esiste. Il Codice Penale di fatto prevede il vilipendio tra i reati, ma solo in ambiti molto circoscritti (da Wikipedia):
Resta da chiedersi, a questo punto, chi sia peggio: se chi inventa di sana pianta queste “cose” (chiamarle notizie sarebbe offensivo nei confronti dei veri fatti che quotidianamente accadono ovunque) o chi ci crede acriticamente solo perché “è scritto su internet”, senza nemmeno controllare qualcosa sulla fonte. È veramente desolante constatare come, nel 2016, così in tanti avrebbero bisogno di un corso accelerato su come usare un pc e una connessione.
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