Le fiabe hanno il potere di spiegare concetti altrimenti complicati tramite la semplificazione della materia trattata, per questo oggi io e Rodolfo racconteremo una fiaba: «c’era una volta, una sera, un uomo che voleva uscire con i suoi amici. Per prima cosa raccolse un po’ di pareri per decidere se ci sarebbero state abbastanza persone, dopodiché propose ai suoi amici un locale in cui andare. In seguito alla sua proposta alcuni amici risposero di sì, altri risposero di no, qualcuno disse che gli era indifferente e qualcun altro infine non si pronunciò affatto.»
Il meccanismo è perfetto: chi vuole venire dice che vuole venire, chi non vuole venire dice che non vuole venire e chi è indifferente lo dice apertamente oppure tace. A nessuna persona sana di mente verrebbe da pensare che chi sta zitto è contrario a uscire, per il semplice fatto che se non si vuole uscire non c’è che da dirlo. Fatico a capire come mai, invece, nei referendum una pratica simile sia considerata normale al punto non soltanto da metterla in conto, ma addirittura da farne una strategia politica, con tanto di inviti all’astensione (un mezzuccio, li definisce Luca Sofri).
Questo referendum in particolare non si sarebbe dovuto fare fin dall’inizio, ma non ha nessun senso dare un significato politico, in un senso o nell’altro, al disinteresse di qualcuno. Chi vuole votare “no” voti “no”, chi vuole votare “sì” voti “sì”, e chi non vuole votare non voti, beninteso. Noi rimaniamo tuttavia disgustati dall’essere stati chiamati a votare su una questione che avrebbe dovuto essere affidata a dei tecnici.
Ci fanno sentire peggio, poi, coloro che provano a dare un’aura di nobiltà alle loro azioni parlando di diritto costituzionalmente garantito all’astensione e simili amenità, quando la loro motivazione è semplicemente un calcolo politico volto al non raggiungimento del quorum. Certamente legittimo, ma la presa per il culo e i richiami ipocriti alla Costituzione si potrebbero tranquillamente evitare. Perché poi si dà adito, per di più abbastanza a ragione, a repliche di questo tipo.
P.S.: Personalmente riteniamo inoltre che in un’elezione gli unici voti che dovrebbero contare sono quelli di chi si è scomodato ad andare a votare. Se non te ne frega abbastanza da votare, perché dovresti condizionare le scelte di quelli a cui importa?
A. & R.
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