Qualche giorno fa avrete sicuramente sentito parlare dell’accordo raggiunto tra Alitalia, il nostro carrozzone di bandiera, ed Etihad Airways, giovane e dinamica compagnia araba basata ad Abu Dhabi, che ne ha acquisito il 49%. Questa nuova partnership promette, stando alle dichiarazioni, una miriade di vantaggi per il nostro paese: mantenimento di una buona parte dei posti di lavoro, aumento della flotta e delle destinazioni a lungo raggio, razionalizzazione delle risorse, scomparsa di possibli “magna magna” tipici del made in Italy. Sembra tutto rose e fiori agli occhi dell’uomo comune, ma vi assicuro che non è così, e vi spiego perché.
In generale, ogni volta che una compagnia aerea compra una concorrente, lo fa per avere una succursale al proprio servizio, esattamente come ci era già successo con l’Air France allo scorso giro di boa. Avere una succursale nel campo dell’aviazione commerciale significa avere aerei in più che alimentano la tua base d’armamento, ossia l’HUB.
Ma che è l’HUB?
Con Hub, o meglio Hub&Spoke, si vuole indicare il sistema che usano le grandi compagnie aeree con voli intercontinentali per mantenere aperte molte rotte che non sarebbero in grado di autosostenersi se fossero tratte “isolate”. Faccio un esempio: sulla rotta Amsterdam-San Francisco si spostano ogni giorno un centinaio di persone, troppo poche per poter sostenere con profitto un volo diretto. Dovete però sapere che ad Amsterdam c’è l’Hub della KLM, compagnia di bandiera olandese. Esattamente come per i treni, la KLM ha fatto sì che molti suoi aerei provenienti da tutta europa confluissero più o meno alla stessa ora in maniera da poter prendere la coincidenza per San Francisco. Così l’aereo si riempie, e un ipotetico disgraziato che abita a Bari è in grado di arrivare in California facendo un solo scalo di 1 ora ad Amsterdam. Ed inoltre, il volo Bari-Amsterdam sarà pieno di gente che va anche a New York, Toronto, Tokyo eccetera.
Si capisce subito che, con questo meccanismo, più voli in coincidenza ci sono, più si alimenta il proprio Hub. Il vantaggio economico è indiscutibile: il tizio che si fa Bari-San Francisco versa i soldi agli olandesi, che inizialmente non c’entravano nulla.
Il più grande aeroporto del mondo è ad Atlanta. Secondo voi ci sono 100 milioni di passegggeri all’anno che vanno a visitare lo stabilimento della Coca Cola? Oppure semplicemente raccolgono l’agricoltore di Albuquerque e lo spediscono dalla nonna che vive a Pittsburgh?
C’è però un problema, l’Hub non si può fare ovunque: per prima cosa serve un aeroporto in grado di sostenere un grande numero di movimenti orari, per far arrivare più coincidenze contemporaneamente e offrire quindi tante combinazioni ai paseggeri. Inoltre c’è bisogno di un grande traffico a livello locale, per poter fare massa critica e concentrare tutto in un unico aeroporto. E qui veniamo al punto principale dell’articolo: MILANO.
Milano ha due aeroporti: Malpensa e Linate. Escludiamo dalla casistica tutti gli aeroporti low cost come Bergamo, Ciampino ecc., che non interessano questi meccanismi.
Se si vuole fare un Hub, avere due aeroporti significa essere un cane che si mangia la coda. Infatti Linate ciuccia inevitabilmente tantissima massa critica a Malpensa, che ha l’handicap di essere a 40 km da Milano. Questo impedisce fisicamente di far decollare l’aeroporto della brughiera e inesorabilmente va ad alimentare gli Hub esteri, che riescono ad avere più frequenze e combinazioni di rotte.
La soluzione, lo dimostra la storia, è chiudere uno dei due aeroporti e sviluppare l’altro. Da una parte Linate non ha spazio ed è pericolosamente al limite, dall’altra Malpensa è lontano. La soluzione? LINATE RASO AL SUOLO CON RICONVERSIONE IN PARCO GIOCHI.
Facciamo qualche esempio proveniente dall’estero:
Esistono delle eccezioni, cioè città che si possono permettere di avere i voli divisi su più aeroporti:
E poi…
5. Milano: 5 milioni di abitanti, 30 milioni di passeggeri e 2 aeroporti.
Nonostante questo, tutti sanno che il potenziale di Milano è enorme, infatti ci sono stati ben 3 tentativi per creare un Hub a Malpensa:
Alla luce di questo, la Eithad afferma di voler potenziare Linate. Perché, secondo voi, non ci si mobilita per impedire questo futuro disastro? Perché i milanesi sono una gran massa di CO******I, scritto a chiare lettere: per non farsi 20 minuti in più di macchina o di treno sono disposti a svendere la propria economia alle compagnie estere. Un Hub in brughiera non porterebbe solo aerei: porterebbe soldi, turisti, giri d’affari, multinazionali, nuove strutture, posti di lavoro come indotto, e noi nel frattempo che facciamo?
Per venti fottuti minuti preferiamo andare ad alimentare gli hub stranieri, magari perdendo un’ora per la coincidenza, e ce lo facciamo mettere a quel servizio dal primo arabo o francese che passa.
Quando Dio creò Milano vide che era troppo bella, e per compensare, creò i milanesi.
Se siete milanesi, la prossima volta che prenderete un volo da Linate, saprete il meccanismo autodistruttivo che state alimentando. Mi raccomando.
Marco Pallavera
28 Maggio 2017
22 Gennaio 2017
28 Ottobre 2016
23 Settembre 2016
9 Aprile 2014
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.