Abbiamo avuto la possibilità di intervistare un colonnello dell’esercito moldavo e di raccogliere alcune, preoccupanti, dichiarazioni. L’intervista non l’ho fatta io, ma la pubblico a mio nome in quanto editore per garantire l’anonimità e il rispetto delle fonti. Essendo queste notizie non ancora divulgate e in parte protette da segreto militare, non è stato possibile reperire molte fonti.
Avevo un professore di Management Accounting finlandese, i cui genitori hanno vissuto la guerra d’inverno tra l’Unione Sovietica e la Finlandia tra il 1939 e il 1940. Il figlio crebbe dunque in una famiglia che promuoveva un profondo odio verso l’URSS e ha imparato a temere l’enorme superpotenza vicina.
Un anno fa ebbi l’occasione, durante una chiaccherata nel suo ufficio, di slittare la discussione dall’economia internazionale alla politica e quando ho toccato l’argomento della Russia mi è parso d’aver aperto un forziere di informazioni e opinioni a riguardo. Per lui, nonostante il mondo fosse regolato da un’infinità di trattati internazionali, volti verso la pace e la collaborazione commerciale sin dalla caduta dell’URSS, il mondo era sempre rimasto in bilico, in una difficile rete di equilibri che si sarebbe potuta infrangere in ogni istante, al più piccolo errore. La Russia era secondo lui, dunque soggettivamente, la più grande minaccia per l’Europa a causa delle sue forze e delle sue risorse. Mi raccontò di ogni contesa territoriale che la Russia avrebbe potuto avere con i paesi vicini, dal Baltico al Caucaso. Lo fece con dovizia di particolari, spiegandomi di come aveva funzionato la politica di amalgamazione culturale durante il periodo sovietico e la “russificazione” delle varie repubbliche e aree facenti parte dell’Unione. Mi parlò dell’Est Ucraina. Aveva ragione.
Mi parlò anche della Transnistria.
La Transnistria è un minuscolo paese che ha dichiarato l’indipendenza dalla Repubblica Moldava nel 1990 perché, essendo una regione a maggioranza russa e ucraina piuttosto che moldo-rumena, temeva in seguito all’uscita della Moldavia dalla URSS e il suo brusco avvicinamento alla Romania, un’unione tra i 2 paesi, con conseguente esclusione dei cittadini di etnia slava dalla vita politica. E’ divenuta indipendente dalla Moldavia nella guerra di Indipendenza del 1992, dopo la quale nessun paese le ha riconosciuto l’indipendenza se non la Russia e, successivamente, l’Abkhazia e il Sud Ossetia. Al conflitto avevano partecipato l’esercito moldavo insieme a volontari rumeni e, dalla parte degli indipendentisti, la Guardia Transnistriana insieme a volontari ukraini e kazaki e la 14° armata russa.
La 14° armata è rimasta sul territorio ufficialmente per proteggere i depositi di armi e munizioni sovietici dopo la caduta dell’URSS, essendo stazionata a Tiraspol. Sia prima che dopo la Guerra Transnistriana l’armata è stata fondamentale per la protezione del paese da parte di azioni d’aggressione della Moldavia. Ma dopo non se n’è andata.
Oggi per passare il confine dalla Moldavia alla Transnistria si deve passare attraverso 3 dogane: quella moldava, quella della 14° armata russa e quella della Transnistria. L’economia del paese si basa in gran parte sul traffico di armi verso la Moldavia e verso l’Ucraina, che avviene facilmente a causa della corruttibilità delle forze dell’ordine di tutti e tre i paesi.
Ancora oggi i transnistriani si vantano dell’aver “piegato” la Moldavia ad aver accettato trattati commerciali con loro, riconoscendo di fatto la loro autonomia. Ognitanto la loro resistenza funge da focolaio di rivolta per un’altra regione Moldava lacerata da movimenti indipendentisti vicina, la Gagauzia. E tutto questo è possibile grazie alla permanenza della 14° armata.
Più e più volte i paesi europei e la NATO ha esortato la Russia a rispettare i patti raggiunti alla conferenza OSCE del 1999, e ritirare tali truppe dal paese, ma i russi si sono tappati le orecchie. Oggi ci sono in funzione di “peacekeeping” e protezione dei depositi d’armi, ufficialmente, ancora 1200 soldati russi sul posto, alcuni ancora recanti sulle uniformi la falce e il martello rappresentante l’Unione caduta più di 20 anni fa.
O forse più di 1200?
Con l’invasione in stile Hitleriano della Crimea, la Russia di Putin ha dato il via a una nuova guerra fredda, solo che questa volta, a differenza dell’ultima volta, potrebbe essere l’occidente a crollare. La magra reazione degli Stati Uniti e dell’UE di fronte all’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa ha buttato legna sul fuoco di tutti i movimenti separatisti in Europa: dai Veneti ai Catalani, agli ungheresi rumeni, ai gagauzi, tutti, incuranti della differenza tra loro e la Crimea, scendono in piazza inneggiando a Putin e, vantando una incapacità analitica pari alla loro forza di volontà, esigono la libertà!
In mezzo a questo caos la Russia potrebbe voler fare un altro passo avanti: annettere la Transnistria.
Ci ricordiamo tutti come a inizio marzo Putin avesse giurato e spergiurato che non era sua intenzione annettere la Crimea, ma solo di proteggere i cittadini russofoni, mentre due settimane dopo, con un referendum convenientemente organizzato e probabilmente dai risultati manipolati, era stato dimenticato tutto.
Allo stesso modo, quando il 17 marzo la Transnistria ha chiesto (non si sa se sollecitati dai russi o meno) di venire annessa similmente alla Crimea, Putin ha risposto che non poteva farlo. Eppure ha sempre provato a solidificare la posizione della 14° armata nella zona.
Già ad agosto avevano provato a far arrivare elicotteri e armi di nuova generazione in Transnistria, ma i governi Ucraino e Moldavo si sono fortemente opposti, non permettendolo e lasciando la 14° armata a marcire nell’antiquato, seppur vasto, armamento restato lì dal ’90.
E adesso vi spiego perché le truppe russe attualmente nella zona superano i 1200 uomini. Sin dall’inizio del conflitto, o forse anche da prima, ha provato a spostare truppe nella regione. Lo ha fatto subdolamente: niente spostamenti ufficiali di intere compagnie o unità più piccole ma, sorprendentemente, individualmente. Un soldato russo è stato sorpreso a tentare di passare il confine tra Transnistria e Ucraina negli ultimi giorni in veste da civile ma, “furbamente”, con l’uniforme e i documenti nella sacca e indubbiamente, prima che la polizia di frontiera Ucraina se ne accorgesse, ne sono entrati molti altri. Ma ora, con la frontiera ucraina chiusa e le tensioni altissime, non possono più mobilizzare truppe?
Sì invece!
La mobilizzazione continua ancora!
La rivelazione che sto per farvi mi è stata personalmente spiegata dal Colonnello P. dell’Esercito Moldavo e dimostra a mio parere l’invidiabile immaginazione e opportunismo dei capi di esercito russi, quanto anche il fanatismo dei loro soldati.
Fortuna vuole che non molto tempo fa l’Aeroporto Internazionale di Chisinau, in Moldavia, sia stato dato in concessione alla compagnia russa Avia Invest per 49 anni, in cambio della promessa del misero investimento di 250 milioni di euro. La concessione è avvenuta in dubbie circostanze, tant’è vero che Andrei Donica, leader dell’Associazione per la Prevenzione e la Lotta ai Crimini Economici e alla Corruzione, aveva sostenuto in quella occasione che i documenti di concessione fossero stati falsificati, dicendo “Hanno venduto il nostro aeroporto, così come prima lo Stadio Nazionale” .
Allo stesso modo l’economia della Moldavia è in uno stato infimo e la povertà dilaga, dunque la corruzione è molto frequente.
Ed è qui che il comando russo vede e coglie l’opportunità per una mobilizzazione in segreto, seppur costosa: agevolazioni e corruzione!
Ed è così che le nuove truppe vanno ad infoltire, dice il Colonnello P., l’esercito transnistriano.
Arrivano, disarmati e in veste di civili, in almeno 2 voli al giorno dalla Madre Russia, dai quattro fino alla dozzina o più di uomini per volo. Passano i controlli aeroportuali agevolati dalla gestione e corrompendo i doganieri. Da lì prendono mezzi pubblici verso il confine, la cui prima linea di dogana, quella moldava, passano illegalmente, non visti, o ancora una volta con la corruzione, per essere poi accolti dalla seconda linea , quella dell’esercito che vanno a ingrandire. E’ ammirevole come questi militari, che spesso devono agire individualmente, non si allontanino mai dagli ordini dei superiori. Dopotutto, come hasempre cantato la propaganda in ogni esercito, vanno ad accrescere la gloria della patria. E dei russi che ho incontrato durante la mia vita molti lo farebbero con fanatica decisione, senza farsi domande.
In effetti, dice il Colonnello, adesso dietro il confine è ammassata una quantità di militari molto superiore a quella dichiarata dei 1200. Mi dice anche che data la mobilizzazione “segreta”delle truppe nella zona e viste le esercitazioni provocative che l’armata fa sul confine, quello che Putin sta facendo nel dire che non ha alcuna intenzione per la Transnistria non è altro che un tentativo di stallare la situazione mentre si prepara a una prossima mossa nell’area.
Inoltre, a conferma delle paure del Colonnello, il Comandante supremo alleato in Europa, Philip Breedlove, ha affermato che le truppe sul confine tra Russia e Ucraina sono sufficienti per fare un rush fino in Transnistria.
Le opzioni da lì sono diverse: dall’annessione dalla Transnistria alla formazione di un altro paese nella regione Moldava della Gagauzia, che costituirebbe un’altra perdita territoriale significativa per una paese così piccolo, oltre al portare il conflitto pericolosamente vicino a un paese NATO, la Romania.
Per quanto sia la prossima mossa della Russia, la Transnistria è anche in virtù dei fatti che ho esposto sopra, per il momento il suo target più probabile, e resta una regione da osservare attentamente.
Vi suggerisco pertanto un sito che ci aggiorna in tempo reale, attraverso la stampa internazionale, degli sviluppi militari e diplomatici nella zona di conflitto:
– http://www.conflictmap.org/
– http://www.conflictmap.org/
Umile braccio armato di Frullo. Se avete bisogno di qualcosa, dovete chiedere all'uomo col fucile. Per parlare con me http://ask.fm/ImdiSpina, per richieste particolari inerenti a imdi.it [email protected], per richieste particolari inerenti alla mia persona (n-no homo) [email protected]
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