Vabbè, non pretenderete verament un introduzione per questo articolo, eh??? Non metto i link perché non dovreste avere bisogno di una rinfrescata per ricordarvi di queste canzoni. Spero. Poi, vabbè, il fatto che io sia pigro incide
Sono 18 perché è il mio numero portafortuna, non perché prima avevo voluto farla di 15 ma poi me n’erano venute altre ma non abbastanza da arrivare a 20, eh.
18) NOFX – Linoleum
In realtà questa canzone è infilata dentro alla lista un po’ con la forza, visto che nessuno si caga più i NOFX e quelli che a tempo pogavano come cosacchi su sta roba oggi sono ricercatori o emigrati a Londra. O ricercatori emigrati a Londra. Io comunque i due minuti netti di Linoleum me li ricordo ancora, e pure volentieri
17) Articolo 31 – Tranqui Funky
Personalmente non ho mai sopportato l’hip-hop e tutto quello che gli si avvicina, quindi non ho mai cagato più di tanto gli Articolo 31, ma non si può ignorare la loro influenza sull’imberbe italico, con quel giusto equilibro tra “troppo trasgre” e cronaca di vita quotidiana. Tranqui Funky è una delle più imbarazzanti eppure (o meglio, proprio per questo) più iconiche
Tra l’enorme quantità di one hit wonders che i ’90 ci hanno regalato, tra tutte scelgo di citare i teutonici Liquido, che fecero il bello e il cattivo tempo nell’estate del 1999 con Narcotic, nota in realtà ai più come “para pappa pappa papparara pappa pappa papparara”. La canzone è in qualche modo sopravvissuta all’oblio del tempo, i crucchi che l’hanno fatta non saprei.
15) Jamiroquai – Virtual Insanity
Se devo citare un gruppo che simboleggi i vizi e le virtù dei ’90, beh, Jay Kay e i soci sono i primi che mi vengono in mente: all’epoca erano considerati tanto fighi proprio perché erano perfetti per quell’epoca iperbolica e ironica. Proprio per questo oggi non se li fila più nessuno. Beh, Jay Kay ha una collezione di Ferrari, se ne potrà anche fare una ragione. Virtual Insanity resta meritevole di citazione perché è oggettivamente una figata.
14) Red Hot Chilli Peppers – Scar Tissue
I momenti di gloria dei RHCP sono all’inizio e alla fine del decennio, con “Blood Sugar Sex Magic” prima e “Californication” poi. Una delle immagini più pregnanti, almeno per me, resta quella di John Frusciante, ritornato nel gruppo, che suona l’assolo finale di Scar Tissue dalla decappottabile, in lenta percorrenza di un deserto americano (alla faccia degli stereotipi), per poi accompagnare con delicatezza la chitarra giù dalla macchina.
13) Limp Bizkit – Take a Look Around
Prima dei Toxicity dei System of a Down, che già non è più ’90, l’album preferito dai pre-adolescenti troppo trasgre era indubbiamente “Starfish Chocolate blah blah blah” dei Limp Bizkit. Sì, Fred Durst è un esimia faccia da culo, ma proprio è in quanto tale è assolutamente rappresentativo della sua epoca. Take a look around è poi anche colonna sonora di uno dei pilastri della cinematografia sboron-trash dell’epoca, Mission Impossible 2, quindi, parliamone.
12) Offspring – The Kids Aren’t Alright
Ok, forse avrei dovuto mettere Self Esteem, ma come vedete, per motivi meramente anagrafici la lista tende, con qualche eccezione, ad essere sbilanciata verso i tardi ’90. The Kids Aren’t Alright è del disco dello sputtanamento degli Offspring, Americana, ma rimane cionostante uno spettacolo di traccia, degna rappresentante del pop-punk che è stato uno dei filoni gloriosi dei ’90.
11) Pantera – Walk
Tanto i 50enni che i 16enni, se metallari, tendono a glorificare qualunque cagata sia uscita negli anni ’80 e a snobbare qualunque cosa sia uscita dopo. In realtà, nei ’90 nascono e si diffondono band con i controcoglioni, e si sviluppano veri e propri nuovi generi. Se devo scegliere una canzone metal che rappresenti il decennio, la devo per forza scegliere arrogante, diretta e autocompiaciuta. In una parola, Walk.
Haters gonna hate, le boy band rappresentano una parte cruciale dell’identità culturale pop degli anni ’90, e le Spice Girls sono state il caso più paradigmatico. State tranquilli che dopo la rivalutazione dei Duran Duran prima e dei Take That poi, arriverà il tempo per la riscossa anche per le zoccolette inglesi, o quello che ne resta. Nel frattempo, possiamo mettere in mostra tutta la nostra omosessualità cantando Wannabe al karaoke.
9) Aerosmith – I Don’t Want To Miss a Thing
Sebbene la ballatona rock e la romanticheria in generale sia roba più da tardi ’70 o primi ’80, i due esempi più celebri del genere sono roba dei ’90, Always di Bon Jovi (che mi rifuto però di mettere il lista, è pur sempre Bon Jovi, dai) e questa, che non a caso è colonna sonora di uno dei film più orrendi eppure simbolici dei tempi, Armageddon.
8) Smashing Pumpkins – 1979
La regola dei 20 anni, quelli dopo cui scatta la rivalutazione di un decennio, era ben nota a Billy Corgan, che se in generale è il massimo rappresentante della melancolia e delle teenage angst, è puro uno che di nostalgia ne sa a pacchi. Così, pur non essendo la mia preferita dei Pumpkins, 1979 ha il merito di essere quella più simbolica e non a caso è quella che ha retto meglio il passare degli anni.
7) Lunapop – 50 Special
Su, toglietevi dalla faccia quell’espressione indignata che la sapete a memoria anche voi e quando viene ancora messa verso la 3 e mezza nelle peggiori discoteche la ballate pure come dei deficienti. A volte mi chiedo come sarebbe andato il mondo se Cesare Cremonini avesse continuato a tirar fuori sta roba invece di fare l’intellettuale con la stella di broadway e salcazzi.
6) Goo Goo Dolls – Iris
Questa forse è l’unica posizione della lista un po’ forzata, ma non ne posso fare a meno. Sì, il singolo ha raggiunto la prima posizione in classifica, sì, è ancora abbastanza ricordata, ma se c’è una cosa di cui non mi capacito è di come Iris sia sempre stata poco cagata, pur essendo stupenda. Ma forse è perché mi ricordo di quella volta sul pullman della gita che la ascoltavo in cuffia condivisa con la mia cotta delle medie. Agh.
5) 883 – Sei un Mito
Ok, dopo un lungo periodi di sfottimenti e di oblio generalegenerale, la rivalutazione degli 883 è in pieno corso, rendendo di colpo socialmente accettabile l’ammissione di aver amato gli 883. Io l’avevo prevista prima degli altri, eh. Del loro repertorio, Sei un Mito è quella che racchiude meglio la loro vera anima trash, piacevolmente sfigata ma autentica e credibile.
4) Nirvana – Smell Like Teen Spirit
Ahah. So di avervi fregato, che tutti se la aspettavano come numero uno. Se da un lato è innegabile che “Carcoben” (per me nel 1999 si chiamava così, dopo averlo sentito incessantemente nominare da una miei coetanea che non mi filava) riesca ancora a far bagnare le quattordicenni alternative, 20 anni dopo il suo “BOOM! HEADSHOT!”, dall’altro chi cazzo altro è che si caga ancora i Nirvana?
3) Blur – Song 2
Questa terza posizione potrà spiazzare o scandalizzare molti. Eppure, facciamocene una ragione: i ’90 non sono stati il decennio del Grunge, bensì del Brit Pop. I Blur sono sempre stati i numero due del genere, con tutta la sfiga ma pure il fascino che ciò implica. Song 2, nei suoi due minuti di rutilanza, è tra le poche cose che hanno superato l’oblio del tempo. E poi era colonna sonora di Fifa World Cup 98, non so se mi spiego.
2) Oasis – Wonderwall
Ecco, vi ho fregato di nuovo, ora vi aspettavate questa come numero uno, eh? Wonderwall resta forse la prima canzone dei ’90 ad aver assunto lo status di “classica”, suonata dai chitarristi delle coverband sfigate e dai questuanti per strada di tutto il mondo, e indubbiamente è assolutamente figlia del suo tempo. Ma…
1) Green Day – Basket Case
…ma c’è solo una canzone che è allo stesso tempo fottutamente orecchiabile, iconica di quel periodo, ai tempi rivoluzionaria (i Green Day potranno poi essersi sputtanati nel peggior modo possibile, ma hanno pur sempre inventato il pop punk, gli Offspring in tal senso arrivano di gran lunga secondi), parte di un disco storico (dite quel che ne avete voglia, ma Dookie spaccava), ascoltata ancora oggi dai ragazzini edgy, ascoltata ancora oggi dai nostalgici. Ed è Basket Case.
In questo caso, faccio una dovuta eccezione e allego il fottuto video (così clamorosamente novantiano), così possiamo ancora cantarla insieme come dei deficienti.
Marchetta di fine articolo: se questa lista vi ha fatto venire una pazza voglia di anni ’90, sappiate che ho scritto un e pubblicato un ebook che si chiama proprio Anni ’90, una collezione di ricordi e cazzate varie. Su tutti gli store a 99 cent, non chiedo troppo dai. Lo puoi scoprire qui.
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