Oggi mi sento polemico, lancio una provocazione: sono pronto a scommetterci i sandali coi calzini di Frullo che il tanto acclamato smartphone Phonebloks non verrà mai commercializzato, ma che dico, non verrà mai realizzato! Raramente sono così incline a stroncare pienamente un progetto, di solito tendo a capire e valorizzare gli aspetti positivi di un progetto open source, sgangherato e utopico che sia. Non è questo il caso.
Vediamo innanzitutto, per chi non fosse stato letteralmente BOMBARDATO nelle scorse settimane su Facebook, Twitter e quant’altro, di cosa tratta il progetto.
Un giorno un designer crucco di nome Dave Hakkens si svegliò la mattina e pensò: voglio eliminare il problema dei rifiuti elettronici, del grosso spreco di materiale tecnologico che ai giorni nostri sta diventando non più sostenibile. Soprattutto i cellulari, molto diffusi, vengono gettati alla prima rottura perchè è più economico comprarsene uno nuovo che ripararlo. La soluzione? Un telefono modulare!
Il video-concept di lancio del telefono. Visto che non vi eravate scartavetrati la prostata a sufficienza nel vederlo pubblicato dai vostri amici, ve lo ripropongo anche io.
Eh già, vi ricordate i Lego con cui giocavate da piccoli? Il concetto è quello. Il designer in questione pensò che avendo un device componibile a piacere si potessero scegliere i pezzi più conformi ai nostri gusti (fotocamera grande o piccola, batteria, processore, ecc…) così, oltre ad avere un telefono costruito a nostro piacimento, se capita di rompere uno di questi componenti esso possa essere sostituito facilmente senza gettare il telefono.
Sulla carta è l’idea del secolo, ecco perchè milioni di pecore invadono la nostra bacheca con video commentati tutti allo stesso modo: “LO VOGLIO. ORA.“. Ribadisco: sulla carta. E ribadisco che il crucco fa di professione il designer.
Ora, non è che ce l’ho con i designer, però ce l’ho con i designer. Ne ho viste a centinaia di cagate partorite dalla mente di un designer e mai realizzate perchè tecnicamente impossibili, prime fra tutte ricordo la ventosa solare (di cui non spiegherò ora i 1000 motivi per cui non funzionerà MAI), il Phonebloks è una di quelle. Secondo me il compito del designer dovrebbe essere quello di rendere belli e comodi oggetti realizzati da tecnici e ingegneri, anche quello è un passo indispensabile. Invece ultimamente i designer si divertono a vendere un’idea, con video e disegnini esplicativi, come già fatta e realizzata, quando dovrebbero almeno prima consultare un ingegnere che dica loro: “questo sì, questo no, questo neanche, questo è impossibile”.
Hakkens questo avrebbe dovuto fare. Un ingegnere con un minimo di sale in zucca gli avrebbe detto: caro Dave, questi sono i motivi per cui la tua idea è irrealizzabile:
1) Fisica.
I componenti elettronici oggigiorno sono sempre più piccoli e miniaturizzati. Perchè? Così sono più maneggevoli? Tutt’altro. Perchè è la Fisica che ce lo impone. Se vogliamo componenti sempre più veloci e performanti bisogna alzare la frequenza di trasmissione dei dati tra i componenti di un circuito: la Fisica ci dice che più alzi la frequenza più il circuito si comporta come un’antenna e non come un circuito elettrico, perdendo dati per strada; per evitare ciò basta che fai tutto più piccolo. Si potrebbe tagliare la testa al toro e usare connessioni ottiche e non elettriche, ma di questa tecnologia non se ne parlerà almeno per diversi anni.
Gli ingegneri si scervellano ogni anno per realizzare smartphone sempre più potenti, minimizzare i collegamenti tra i componenti diventa quindi cruciale. Se pensate di appiccicare componenti a caso sul retro di un cellulare e aspettarvi che questo abbia la potenza di un quadcore, sognatevelo. Realizzare lunghe interconnessioni ad altissima velocità, se anche fosse possibile, costerebbe un occhio (vedi punto 4).
Altro appunto sui collegamenti: il progetto prevede di connettere a piacimento sugli stessi piedini batterie, fotocamere, wifi, ecc… la realizzazione di questo prevede come MINIMO la standardizzazione dei connettori (che ne so, per capirci, come fossero tutte USB, stessa tensione di alimentazione e modalità di scambio dati). Questo ci porta al punto 2:
2) Ottimizzazione.
Chi potrebbe pensare che un canale di comunicazione standard che possa andar bene per una batteria, una videocamera e un bluetooth possa anche riuscire a ottimizzare il transito dati e quindi le prestazioni del telefono per ogni componente? Non solo, se al giorno d’oggi ci si impazzisce per incastrare al meglio nella forma di un telefono tutti quei componenti, cercando di guadagnare millimetri, come si può pensare che il device possa avere delle dimensioni tascabili, o quantomeno compatte? Questo si collega al prossimo punto
3) Dimensioni e peso.
Delle dimensioni non ottimizzate abbiamo parlato, ma aggiungere tutta la tecnologia dei connettori standard non faccia aumentare la quantità di materiale necessaria per costruirlo? Anche quello andrà a influire non solo sulle dimensioni ma anche sul peso del telefono.
4) Economics.
È risaputo che la modularità ha un costo, e non parlo solo di dimensioni, ma anche di denaro. Semplicemente, più materiale, più denaro. Ogni pezzo ha il suo involucro (e non parlo del packaging di vendita, ma del guscio di plastica che lo riveste), con connettori e componenti interni per trasformare il segnale del connettore standard in qualcosa di utilizzabile dal componente (es. trasduttori, regolatori di tensione).
Negli economics, cruciali per la realizzazione di un prodotto commerciale, va contato anche il fatto che un prodotto modulare non potrà mai competere con uno compatto e preassemblato composto dagli stessi componenti, né dal lato tecnico dimensioni/peso nè per il prezzo finale. Già questo è un grosso limite. per cui domandiamoci:
5) Utilità.
Serve veramente possedere un aggeggio del genere? Si può veramente pensare di mettersi ogni due mesi ad aggiornare la fotocamera, prendere un nuovo processore o una batteria più grossa? Io credo che una volta arrivati ad una configurazione stabile e adatta ai nostri gusti e necessità non la si cambi per un bel po’ (nerd e fanatici a parte, ma rientrano in una nicchia). Non conviene allora trovarsi un telefono preassemblato con le stesse caratteristiche? Ce ne sono migliaia in commercio, ne troveremo uno che rispecchia le nostre necessità!
6) Ecologia.
È lo scopo per cui è stato ideato il Phonebloks. Sicuramente buttare un solo componente piuttosto che tutto il cellulare aiuta nel problema dei rifiuti elettronici. Ricordiamoci però che, secondo quanto detto nei punti precedenti, la quantità di materiali necessaria è maggiore, quindi la soluzione non è ottimale neanche secondo questo punto di vista. Non basterebbe educare il consumatore a mandare il prodotto in ditta per la riparazione? Basterebbero dei semplici incentivi per invogliare a farlo, in modo da ridurre al minimo i disagi (spedizione gratuita, cellulare sostitutivo, ecc…). Oppure si potrebbero ritirare i cellulari rotti e ricondizionarli magari rivendendoli a un prezzo minore, questo credo si faccia già ma non abbastanza.
Il secondo video del Phonebloks, uscito da poco e trainato dalle milioni di visualizzazioni di gente speranzosa e ignara.
Un progetto simile è partito da Motorola, si chiama Project Ara.
Ora, non voglio dire di prendere quello che ho scritto come verità di fede, magari ho scritto una marea di vaccate anch’io e mi sbaglio… spero di sbagliarmi, perchè l’idea di fondo è ottima, la realizzazione secondo me un pelino meno. Ho cercato di spiegare quello che secondo la mia opinione ingegneristica proprio non va.
Ora traete voi le conclusioni, cercate di smentirmi con ragionamenti sensati, fatevi sentire nei commenti! Non voglio però leggere cose del tipo “eh ma tanto se ne inventano sempre una, sono problemi risolvibili in futuro“… NO. Non è una risposta argomentata in maniera buona. Le leggi della fisica di base sono appurate e inviolabili.
Secondo voi il Phonebloks avrà futuro?
Ingegnere Fisico specializzando in Ingegneria Nucleare, col pallino dell'informatica, nel tempo libero si diverte a fare l'admin e il developer di imdi.it. Aspirante hacker e profeta di GNU/Linux, non perde occasione di sponsorizzare l'Open Source.
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